Il mastino dei Baskerville (The Hound Of The Baskervilles) è il terzo romanzo di Arthur Conan Doyle ad avere per protagonista il detective Sherlock Holmes. Cedendo alle pressanti richieste dei lettori e dell'editore, Doyle resuscitò con questo romanzo la sua creatura letteraria, che aveva "ucciso" nel racconto L'ultima avventura. Il romanzo venne originariamente pubblicato a puntate sulla rivista The Strand Magazine dall'agosto 1901 all'aprile 1902.[2] In questa prima edizione Doyle volle inserire una nota a piè di pagina, dove ringraziava l'amico Bertram Fletcher Robinson per avergli fornito spunti importanti sia per la stesura del soggetto sia per l'ambientazione della trama.
Il mastino dei Baskerville | |
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Titolo originale | The Hound of the Baskervilles |
Altri titoli | Il cane dei Baskerville[1] Il cane di Baskerville[1] Il mastino di Baskerville[1] La maledizione dei Baskerville[1] Sherlock Holmes e il mastino dei Baskerville[1] |
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Autore | Arthur Conan Doyle |
1ª ed. originale | 1902 |
1ª ed. italiana | 1902-1903 |
Genere | Romanzo |
Sottogenere | giallo |
Lingua originale | inglese |
Preceduto da | Le memorie di Sherlock Holmes |
Seguito da | Il ritorno di Sherlock Holmes |
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Il racconto inizia a Londra nel 1889 dove nell'ufficio del famoso investigatore Sherlock Holmes uno sbadato visitatore ha dimenticato il suo bastone, il che permette a Sherlock e al Dottor Watson di fare più deduzioni possibili. Quando il proprietario arriva nello studio di Holmes, smentisce la maggior parte delle deduzioni fatte dai due, rivelandosi un giovane dottore di nome James Mortimer. Il dottore vuole che Sherlock indaghi sulla morte di un suo paziente e caro amico, Sir Charles Baskerville, baronetto e proprietario di un maniero nella brughiera di Dartmoor, nel Devon. L'uomo è morto nel giardino della sua proprietà a causa di un infarto e vicino al corpo erano chiaramente visibili le impronte di un grosso mastino. Sir Charles aveva una gran paura dei cani in quanto credeva ad una antica leggenda secondo cui gli eredi maschi della famiglia, a partire da un suo crudele e malvagio antenato Hugo Baskerville, vengono uccisi da un terrificante cane demoniaco.
Poco tempo dopo, Mortimer va ad accogliere alla stazione Sir Henry, ultimo discendente dei Baskerville ed erede universale. Nell'albergo in cui va ad alloggiare prima di trasferirsi a Baskerville Hall gli viene rubato un solo stivale, cosa al quanto bizzarra.
Alla partenza di Sir Henry per la sua nuova residenza, Holmes comunica che non può indagare di persona nella brughiera e dovrà restare a Londra per occuparsi di casi più importanti, ma manderà il suo fidato amico Watson a fare ricerche al posto suo.
Quando arrivano a Dartmoor, Watson e Sir Henry conoscono i domestici, il signore e la signora Barrymore, il signor Frankland, un vicino piantagrane, e il signor Stapleton, grande appassionato di botanica che vive con sua sorella a Merripit House. Vengono anche a sapere che un pericoloso assassino di nome Selden, evaso recentemente dal carcere, si aggira nella brughiera.
La vita al castello trascorre tranquilla: l'ultimo Baskerville conversa piacevolmente con la signorina Stapleton, di cui lentamente si sta innamorando. Nel frattempo Watson fa lunghe passeggiate con il botanico, che gli illustra i pericoli della brughiera, tra cui le sabbie mobili, e le leggende che si narrano sulle vecchie capanne in pietra costruite da un antico popolo. Una notte, Watson e Sir Henry, insospettiti da misteriosi rumori, seguono il signor Barrymore che furtivamente accende una candela ad una finestra e poi lo vedono dirigersi verso la brughiera. La notte successiva lo sorprendono mentre accende nuovamente una candela e lo costringono a confessare il motivo del suo agire. Il maggiordomo racconta che Selden è il fratello di sua moglie e si è sistemato in una di quelle vecchie capanne di pietra: la luce è un segnale per darsi appuntamento, e loro lo aiutano offrendogli viveri e vestiti. A quel punto Watson e Sir Henry cercano di catturare Selden nella brughiera ma, spaventati da misteriosi e terrificanti ululati, rientrano a casa.
Il nobiluomo rimane molto turbato e inizia a credere che la leggenda del mastino dei Baskerville sia vera. Successivamente Watson ritorna di nuovo nella brughiera alla ricerca di Selden ma, con sua grande sorpresa, trova Holmes, il quale aveva sempre indagato in parallelo con Watson. Entrambi sono venuti a conoscenza di una signora con problemi economici, Laura Lyons, che afferma di aver avuto un appuntamento con Sir Charles proprio la sera della sua morte, con lo scopo di chiedergli un aiuto finanziario. La signora, tuttavia, afferma di non essersi recata all'appuntamento, pur rifiutandosi di rivelarne il motivo, il che complica sempre di più le cose. Improvvisamente i due sentono dei forti ululati e delle grida, e preoccupati per Sir Henry si precipitano a controllare cosa sia successo e trovano, morto sulle rocce, Selden, vestito con gli abiti del baronetto. A quanto pare il cane è stato ingannato dall'odore dei vestiti e ha provocato la morte della persona sbagliata.
Una volta tornati al maniero di Sir Henry, Sherlock e Watson decidono di raccontare solo parte della verità al baronetto, per non spaventarlo troppo. Mentre i tre conversano, Sherlock nota un dipinto di Hugo Baskerville che ha una certa somiglianza con Stapleton e comprende che questi è il figlio del fratello di Sir Charles e sua sorella in verità è sua moglie, e i due volevano eliminare tutti i Baskerville per rimanere gli unici eredi. Mandando Sir Henry a cena da Stapleton, Watson e Sherlock tendono all'assassino una trappola mentre fingono di tornare a Londra. Quando il nobiluomo esce dall'abitazione dell'assassino quest’ultimo, sguinzaglia il mostruoso cane, reso ancora più terrificante dalla miscela luminescente di fosforo con cui Stapleton ha spalmato l'animale, che incomincia a inseguire il baronetto perché sente lo stesso l'odore dello stivale rubato nell'hotel a Sir Henry, ma Holmes riesce ad ucciderlo con cinque colpi di pistola. Stapleton tenta allora di fuggire ma accidentalmente cade nelle letali sabbie mobili dell'oscura brughiera e muore; il giorno dopo Sherlock e Watson ritrovano nella palude lo stivale di Sir Henry, che Stapleton ha tenuto in mano fino all'ultimo momento per aizzare il mastino verso il suo obbiettivo, e poi anche il nascondiglio in cui il criminale teneva rinchiuso il cane maledetto.
Svelato anche l'ultimo mistero i due amici possono prendersi una serata di svago a teatro.
Il romanzo ha avuto diversi adattamenti cinematografici e televisivi, tra cui:
Il critico letterario e psicanalista francese Pierre Bayard nel suo libro Il caso del mastino dei Baskerville, utilizzando gli stessi elementi a disposizione di Sherlock Holmes, nota degli effettivi punti deboli nella narrazione e inoltre sviluppa una teoria alternativa ma assolutamente non accettabile, nella quale l'assassino non è Jack Stapleton bensì un'altra persona, che secondo l'autore alla fine riesce ad ingannare il famoso investigatore e ad ottenere ulteriori vantaggi oltre a quelli che si era prefissato con l'uccisione di Sir Charles. Pertanto l'unica soluzione accettabile rimane quella proposta da Conan Doyle.
Nel romanzo Il nome della rosa di Umberto Eco il nome del personaggio protagonista, Guglielmo da Baskerville, è un'evidente citazione del romanzo di Conan Doyle.
Nel 1960 il fumettista Carl Barks ha realizzato la storia The Hound of the Whiskervilles (in italiano Il clan di Zio Paperone), una parodia con protagonista Paperon de' Paperoni, in cui il mastino si rivela una frode del clan rivale ai danni dei De' Paperoni. Negli anni '90, per la Saga di Paperon de' Paperoni, Don Rosa riprende il concetto spiegandone i retroscena.
Nel sesto film d’animazione di Detective Conan (Il fantasma di Baker Street) del 2002, i protagonisti si ritrovano all’interno di un gioco in realtà virtuale ambientato nella Londra Vittoriana, dal quale devono cercare di uscire risolvendo il caso di Jack lo squartatore. Per scoprire il colpevole, si recano alla dimora di Holmes, scoprendo però che il famoso detective, insieme al fidato Watson, è in visita proprio alla brughiera del Dartmoor.
Sherlock Holmes e il mastino dei Baskerville è un casual game della Frogwares del 2010. Si allontana dalla trama originale introducendo chiari elementi soprannaturali. Nonostante non sia conforme al canone, ha ricevuto una buona accoglienza[3].
Nella serie tv Sherlock, Il secondo episodio della seconda stagione trae ispirazione da questo romanzo.
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