Il ventre di Napoli è un romanzo della scrittrice partenopea Matilde Serao, pubblicato nel 1884 per i tipi dei fratelli Treves.
«Bisogna sventrare Napoli!» |
(Agostino De Pretis, 1884[1]) |
Il ventre di Napoli | |
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Autore | Matilde Serao |
1ª ed. originale | 1884 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | sociale |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | Napoli |
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Il libro è suddiviso in tre parti, e ciascun capitolo è una sorta di cronaca riassuntiva di altre cronache d'epoca, basate sul degrado di una parte della popolazione napoletana.
Nel 1884 un'epidemia di colera colpisce Napoli, e allora si apre la polemica della questione meridionale. Il sindaco invia una lettera a Roma al presidente Depretis per metterlo al corrente della situazione. La Serao descrive il "ventre", ossia i quartieri straripanti di poveri e disadattati che non sanno come tirare avanti, preda del degrado urbano e delle malattie. La scrittrice si sofferma sulla grande capacità dei napoletani di sopravvivenza, nonostante le condizioni avverse, e le loro usanze singolari per rispondere al morbo e alla morte, usanze che sconfinano nel paganesimo e nella pratica di riti occulti.
Capitoli in cui è suddivisa la prima parte:
Il governo Depretis annuncia lo "sventramento" delle zone più degradate di Napoli per il piano di risanamento della città. Molte vie e quartieri sono abbattuti per fare spazio a larghe piazze e canali stradali molto ampi. Tuttavia la Serao rimane ugualmente critica verso la politica, che ha dimostrato soltanto il suo lato peggiore speculativo, non essendo riuscita a risolvere il problema, ma lasciando i poveri e gli indigenti al loro stato originale. La scrittrice tuttavia mostra curiosità nei confronti degli stessi napoletani, legati ad un profondo revisionismo sociale e nostalgico del passato, che preferiscono restare legati al loro destino, affidandosi alla chiesa e a truffatori che si fingono guaritori, anziché andare a curarsi ai rispettivi distretti sanitari.
Capitoli in cui è suddivisa la seconda parte:
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