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L'esercito di Scipione è un romanzo che Giuseppe D'Agata iniziò a scrivere nel 1958 e che fu pubblicato nel 1960. Nello stesso anno, il libro ricevette il Premio speciale per un trattato sull'armistizio dell'8 settembre 1943 ex aequo, nell'ambito del Premio Viareggio[1]

L'esercito di Scipione
AutoreGiuseppe D'Agata
1ª ed. originale1960
Genereromanzo
SottogenereResistenza
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneBologna, 1943-44
Personaggiil maggiore; i soldati Cesare, Capellupo, Toto, Milleto, Sgrizzi, Peppe; Morgese; i bolognesi Rino e Paolino, Grossi, la signora Barozzi, Maria, Mingardi

Da esso fu tratto uno sceneggiato TV per la regia di Giuliana Berlinguer[2].

Ricordo il 1958 come un anno di merda, come uno dei più grami. Sotto ogni profilo, considerando tutti i piani della mia vita. [...]
Volevo fare una storia di gente minuta, di fatti minimi, senza retorica e senza eroismi, nella quale la Resistenza doveva rimanere sullo sfondo, pur toccando in qualche modo i miei personaggi. Un romanzo storico, insomma.

Trama


Dopo l'8 settembre 1943 alcuni soldati e un maggiore, sfuggiti alla cattura da parte dei tedeschi, si avviano da Treviso verso Bologna, dove abita uno dei soldati, Cesare. Lungo il percorso altri sbandati si aggregano al gruppo finché, arrivati a Bologna, Cesare trova un ricovero ai suoi compagni presso la falegnameria dove lavorava da civile. Grossi, il padrone, coglie l'occasione e se ne approfitta per far lavorare i soldati sbandati come operai malpagati, al posto dei lavoratori locali. Il maggiore invece, grazie al parroco don Bruno, trova alloggio presso la signora Barozzi, il cui marito è prigioniero di guerra.

Il maggiore vorrebbe organizzare il gruppo in una formazione di resistenza antifascista sotto il suo comando, il gruppo Scipione, ma pian piano i vari componenti si distaccano: chi se ne va, chi si sistema altrove. Di conseguenza il gruppo, che il maggiore dirige senza troppo impegno, e che ha scarsi contatti con le altre formazioni partigiane più agguerrite e consapevoli, non va oltre a qualche volantinaggio notturno.

Infine il maggiore e Milleto partono dirigendosi verso Sud, cercando di attraversare la linea del fronte.


Struttura


Il romanzo è diviso in tre parti.
La prima, più lunga, è divisa in due e narra dapprima del formarsi del gruppo, del suo spostarsi verso Bologna, aggregando altri sbandati e incontrando varie persone nelle campagne veneta ed emiliana, e in seguito racconta della sistemazione del gruppo a Bologna, nell'autunno del 1943.

La seconda parte racconta di come stanno le cose nella primavera del 1944 e di come i vari personaggi, in particolare i meridionali, si sono ambientati nel quartiere bolognese.

La terza parte, più breve, descrive come nell'estate 1944 il gruppo, per vari motivi, si dissolve e ciascuno dei componenti va per la sua strada.


Personaggi


Il romanzo non ha un protagonista ma un insieme di personaggi.

In ordine di apparizione:


Edizioni



Note


  1. Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2014).
  2. Salvatore Piscicelli, Una storia di uomini qualsiasi, Radiocorriere TV, 1977, n. 2, pp. 12-13
Portale Letteratura
Portale Seconda guerra mondiale



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