Coma profondo (Coma) è un film del 1978 diretto da Michael Crichton tratto dal romanzo Coma di Robin Cook.
Coma profondo | |
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Titolo originale | Coma |
Paese di produzione | Stati Uniti d'America |
Anno | 1978 |
Durata | 113 min |
Genere | thriller |
Regia | Michael Crichton |
Soggetto | dal romanzo Coma di Robin Cook |
Sceneggiatura | Michael Crichton |
Produttore | Martin Erlichman |
Fotografia | Gerald Hirschfeld e Victor J. Kemper |
Montaggio | David Bretherton |
Musiche | Jerry Goldsmith |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Due giovani medici americani, Mark Bellows e Susan Wheeler, lavorano come specializzandi in chirurgia generale nel grande ospedale Boston Memorial e convivono in un appartamento in città. Una carissima amica di Susan, Nancy Greenly, si deve sottoporre ad un raschiamento uterino per interrompere una gravidanza indesiderata, ma sul finale dell'intervento qualcosa va storto, in quanto la paziente entra in coma inspiegabilmente. Il fatto viene discusso, tuttavia senza darne eccessiva rilevanza, poiché viene ritenuto "effetto collaterale" che può accadere a seguito di un'anestesia. I casi di coma però sembrano ripetersi e pare siano correlati ad una sala operatoria ben precisa: la n°8.
Susan quindi inizia a indagare sulle vicende, analizzando dati e cartelle cliniche proibite alla visione generale del personale medico e scoprendo che, nei seminterrati dell'ospedale, è stato installato un cavo adibito al rilascio di monossido di carbonio che, sfruttando i condotti di aerazione, giunge fino al soffitto della sala operatoria n°8 e viene sostituito all'ossigeno tramite un'apparecchiatura durante gli interventi, per causare la morte cerebrale dei pazienti e il conseguente coma irreversibile. Questi vengono poi portati presso una grande clinica privata, il Jefferson Institute, convenzionata con lo Stato e specializzata nel loro esclusivo mantenimento. Susan assiste all'illustrazione dell'efficienza di tale clinica assieme ad un gruppo di altri medici visitatori. Entrando nelle grandi sale asettiche e modernissime dell'istituto vengono mostrati loro i pazienti in cura, sistemati in una speciale stanza con raggi ultravioletti e tenuti letteralmente sospesi in aria tramite fili particolari, per evitare piaghe da decubito. Un computer controlla poi tutta la gestione metabolica dell'organismo dei ricoverati, comandandone spostamenti a seconda delle necessità.
Mentre continua l'indagine di nascosto (trovando anche il cadavere di Sean Murphy, al quale sono stati asportati i reni), Susan viene però scoperta dal personale di sorveglianza che cerca di intervenire tempestivamente nel fermare la dottoressa, che però riesce a scappare nascondendosi sul tetto di un'ambulanza venuta a ritirare delle casse refrigerate in cui vi sono riposti organi umani congelati destinati alla vendita clandestina.
Susan riesce a tornare all'ospedale in cui lavora, e cerca di farsi ascoltare da Mark, che però è sempre più scettico sui racconti agghiaccianti della ragazza. Questa ne discute quindi con il direttore generale e primario del Boston Memorial: il dottor Harris, persona di cui lei si fidava molto, che le svela che lui stesso è connivente con questa organizzazione, stabilita nella clinica che si occupa di un commercio criminale: far morire cerebralmente dei pazienti negli ospedali pubblici, farli arrivare nella struttura e poi al momento opportuno rivenderne gli organi con dei contratti in nero, organizzando delle aste telefoniche al miglior offerente. Mentre le parla però, Susan comincia a capire che c'è qualcosa che non va, infatti nello scotch che le era stato offerto era presente una droga che, oltre a stordirla, le fa accusare lancinanti dolori all'appendice. Susan sviene senza riuscire a scappare, mentre il direttore chiede che venga soccorsa e sottoposta a un intervento immediato per sospetta peritonite. Così viene portata sotto i ferri nella sala operatoria n°8, quella in cui sono avvenuti tutti gli incidenti ai pazienti e, per assicurarsi che entri in coma cerebrale, è il dottor Harris stesso a operarla personalmente. Un'operazione chirurgica vana dunque, poiché le condizioni dell'appendice erano ovviamente normali, ma era semplicemente un modo per sbarazzarsi della dottoressa che sapeva troppo.
Mark, insospettito, decide di entrare nei condotti d'aerazione vicini alla sala operatoria e trova un tubicino: quello del gas che, usato assieme all'anestetico, causa il coma, e riesce a strapparlo in tempo per salvare Susan. Poco dopo l'operazione la ragazza si risveglia, e il dottor Harris capisce che è spacciato: sopravvivendo, lei e Mark potranno testimoniare l'incredibile vicenda.
L'automobile della dottoressa Wheeler è una MG B Roadster, mentre l'automobile del dottor Bellows è una Fiat 131 Mirafiori Special prima serie (sul mercato americano commercializzata come Fiat Brava). Tra i veicoli parcheggiati fuori dal Jefferson Institute si può notare una Fiat 850 Spider.
La locandina mostra una delle scene maggiormente simboliche del film: la grande sala dell'istituto clinico con uomini e donne "addormentati", nudi e pudicamente coperti da un lenzuolo bianco solo a livello del bacino.
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