Hanno rubato un tram è un film del 1954 diretto da Aldo Fabrizi.
Hanno rubato un tram | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 1954 |
Durata | 90 min |
Dati tecnici | B/N |
Genere | commedia |
Regia | Aldo Fabrizi |
Soggetto | Luciano Vincenzoni |
Sceneggiatura | Mario Bonnard, Aldo Fabrizi, Ruggero Maccari |
Produttore | Luigi Rovere |
Fotografia | Mario Bava |
Montaggio | Maria Rosada |
Musiche | Carlo Rustichelli |
Scenografia | Flavio Mogherini |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Commedia italiana ambientata a Bologna con protagonista lo stesso regista Aldo Fabrizi.
Cesare Mancini è un conducente di tram, nato e cresciuto a Roma ma che vive a Bologna dopo essersi sposato con una ragazza del posto.
I guai per Cesare cominciano quando un giorno investe per errore una donna in bicicletta: pur uscendone quest'ultima miracolosamente illesa, l'incidente costa però a Cesare la retrocessione a bigliettaio. L'uomo non digerisce affatto tale declassamento, e a malapena riesce a svolgere il nuovo incarico, collezionando una sfilza di rapporti negativi dell'inflessibile controllore capo. Il direttore dell'azienda tranviaria gli fa presente che così facendo non rimarrà ancora a lungo in servizio. Cesare promette di tenere a bada la sua impulsività, ma non riuscirà a tenere fede all'impegno: infatti in un parapiglia causato da un nugolo di tifosi scalmanati appena usciti dallo stadio, l'onnipresente Rossi riprende duramente Cesare che, esasperato, manda tutti al diavolo e abbandona il tram. L'inevitabile ennesimo rapporto, questa volta, si traduce per lui in tre mesi di sospensione dal servizio.
Scoraggiato per l'accaduto, Cesare, che già ha nascosto alla famiglia il suo declassamento, tace anche il nuovo provvedimento disciplinare ma sfortunatamente la verità viene a galla durante una gara culinaria per l'elezione della "reginetta dei tranvieri" alla quale partecipa la figlia: quest'ultima, infatti, dopo aver surclassato le altre concorrenti, viene proclamata vincitrice, ma uno dei giudici si accorge dell'irregolarità della posizione del padre e quindi l'elezione viene annullata, fra l'incredulità dei presenti.
La moglie e la suocera, scoperta la ragione della squalifica della ragazza, inveiscono senza alcuna pietà contro il povero Cesare; l'uomo, che si sente ormai abbandonato da tutti, vaga a piedi nella notte per la città ed il caso vuole che arrivi proprio davanti al deposito tranviario. Si impadronisce quindi di una vettura e inizia a girare per la città senza una meta, facendo anche salire gratuitamente a bordo alcuni occasionali viaggiatori con i quali si intrattiene. Chiaramente Cesare viene arrestato, e finisce sotto processo per direttissima, ma la buona sorte finalmente si ricorda di lui: il suo controllore capo, proprio quel Rossi che tanto lo aveva perseguitato, si presenta spontaneamente al processo e depone in suo favore, ammettendo di aver inconsciamente approfittato del suo grado superiore per infierire su di lui a titolo di rivalsa per le innumerevoli sconfitte incassate al gioco delle bocce. Cesare viene quindi assolto e potrà riprendere regolare servizio.
Le riprese del film, prodotto da Luigi Rovere per la Imperial Film, iniziano a Bologna il 18 ottobre 1950 e sono completate negli studi di Cinecittà.
Nella sequenza del ballo, il presentatore dell'evento è un giovane Sergio Leone, all'epoca aiuto regista di Fabrizi.
La realizzazione dei manifesti e delle locandine del film, in Italia, fu affidata al pittore e cartellonista Enrico De Seta.
La prima proiezione pubblica del film, distribuito dalla CEIAD, venne effettuata nel cinema "Fiume" di Bagnaia, Viterbo, il 30 dicembre 1954.
Una copia restaurata è stata prodotta su supporto DVD dalla Ripley's Home Video, in prima edizione nel 2005, con contenuti extra:
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