Il Vangelo secondo Matteo è un film del 1964, scritto e diretto da Pier Paolo Pasolini e incentrato sulla vita di Gesù come è descritta nel Vangelo secondo Matteo.
«Il miglior film su Cristo, per me, è Il Vangelo secondo Matteo, di Pasolini. Quando ero giovane, volevo fare una versione contemporanea della storia di Cristo ambientata nelle case popolari e per le strade del centro di New York. Ma quando ho visto il film di Pasolini, ho capito che quel film era già stato fatto.»
(Martin Scorsese, intervista a La Civiltà Cattolica, quaderno 3996, 24 dicembre 2016.)
Trattando in maniera antidogmatica un argomento di carattere religioso, l'opera fece sensazione e scatenò un aspro confronto intellettuale sulla stampa, proseguendo le non sopite polemiche per le accuse di vilipendio della religione e per i forti interventi censori che avevano condizionato l'uscita dell'episodio de La ricotta, inserito nel film Ro.Go.Pa.G.
Trama
Riproposizione fedele al Vangelo di Matteo della vita di Gesù Cristo (con solo qualche lievissima inversione temporale), dall'annunciazione a Maria della nascita del figlio di Dio, al matrimonio con Giuseppe e la fuga in Egitto per sfuggire ad Erode e alla strage degli innocenti.
Divenuto adulto, Gesù affronta le prove nel deserto e dopo quaranta giorni di tentazioni, prosegue per Israele, in compagnia degli Apostoli, a predicare il suo verbo, compiendo miracoli.
Processato da Ponzio Pilato, viene condannato alla crocifissione e la resurrezione conclude la sua vita terrena.
Produzione
I Farisei si ispirano agli astronomi del Battesimo di Cristo di Piero della FrancescaDa sinistra: Enrique Irazoqui, Pier Paolo Pasolini e Maurizio Lucidi a Matera, in pausa durante le riprese
Il regista utilizza attori non professionisti e comparse scelte tra la locale popolazione contadina. Molti gli amici del regista che parteciparono alle riprese e, tra questi, alcuni intellettuali di fama come Natalia Ginzburg, Alfonso Gatto ed Enzo Siciliano, oltre Ninetto Davoli, che debutta proprio in questo film. Il filosofo Giorgio Agamben, allora solo ventiduenne, ebbe anch'egli una parte nel film. Scelta particolare di Pasolini fu quella della madre Susanna per interpretare la Madonna anziana.
La figura di Cristo fu affidata al catalano Enrique Irazoqui allora sindacalista diciannovenne, in Italia per cercare appoggi alla lotta contro il regime franchista[1]. Venne doppiato da Enrico Maria Salerno.
In occasione dei 50 anni del film al Festival di Venezia, Mauro Leonardi ha raccontato che nella prima versione del film Pasolini aveva ritratto un Gesù senza Resurrezione e senza miracoli[2]. Fu in ossequio al giudizio a quei tempi autorevole del direttore del Centro Cattolico Cinematografico, don Francesco Angelicchio, che il regista, a film già girato, tornò sul set e aggiunse quelle scene da allora presenti nella versione definitiva[3].
Riprese
Il film fu girato in diverse località italiane, ma senza seguire una traccia geografica precisa. L'idea iniziale era di ambientarlo negli stessi luoghi di Israele dove realmente si erano svolte le vicende narrate, ma presto essa si rivelò poco praticabile, anche per via dei mutamenti subiti dal paesaggio nel corso dei secoli.
Il cortile interno del Castello di Gioia del Colle. Vi è stata girata la scena di Erode e la danza di Salomè
Di qui la decisione di girarlo nell'Italia centro-meridionale: prevalentemente nella città di Matera[4] in cui ritrovava la Gerusalemme che fu ed in particolare negli ambienti rupestri di varie regioni:
in Basilicata: a Barile, Lagopesole (la scena del sinedrio è girata nel cortile interno del Castello di Lagopesole) e nei Sassi[5] di Matera (trasformati in Gerusalemme);
in Calabria: a Cutro e Le Castella;
in Lazio: a Tuscania (paese in provincia di Viterbo) e Chia (frazione di Soriano nel Cimino, Viterbo);
in Puglia: a Ginosa nella Gravina, Massafra (trasformata in alcuni luoghi della Palestina), Manduria[5], Castel del Monte (la cacciata dal tempio, con i sacerdoti che assistono agli eventi), Gioia del Colle (in quest'ultima località il regista girò l'episodio di Erode e Salomè,[5] ambientato nel castello, con la danza di Salomè che si svolge nell'ala nord della corte del castello stesso), Santeramo in Colle (l'annunciazione, parte del discorso delle beatitudini, l'avvicinamento a Gerusalemme);[6]
in Sicilia: valle dell'Etna (tentazioni nel deserto).
Distribuzione
Date di uscita
Italia: 2 ottobre 1964 (presentazione alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia: 4 settembre 1964)
Francia: 3 marzo 1965 (sottotitoli tradotti da J.-Ch. Vegliante)
Germania Ovest: 9 aprile 1965
Paesi Bassi: 16 settembre 1965 (nuova release 18 aprile 2003)
USA: 17 febbraio 1965 (New York)
Regno Unito: 1967
Finlandia: 24 marzo 1967 (nuova release: 8 aprile 1977)
Svezia: 25 dicembre 1967
Australia: 29 agosto 1969 (Adelaide Film Festival)
Singapore: 18 aprile 2003 (Singapore International Film Festival)
Russia: 23 marzo 2006 (a Mosca nel "Nice New Italian Cinema Events")[7]
Accoglienza
Critica
Pasolini con Aldo Moro alla presentazione del film alla Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia
«...fedele al racconto non all'ispirazione del Vangelo»
«...il nostro cineasta ha soltanto composto il più bel film su Cristo che sia stato fatto finora, e probabilmente il più sincero che egli potesse concepire. Di entrambe le cose gli va dato obiettivamente, ma non entusiasticamente atto.»
«Combattuto tra ideologia e sentimento Pasolini ha tentato di recuperare al suo laicismo i caratteri della religiosità, ma poiché l'operazione ha un accento volontaristico, gli è sfuggito quel carattere precipuo che è il senso del mistero.»
25ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia
Leone d'Argento - Gran Premio della giuria
Premio OCIC (Office Catholique International du Cinéma)
Nastro d'argento
Miglior regista
Migliore fotografia
Migliori costumi
1967 - Premio Oscar
Candidato per la migliore scenografia
Candidato per i migliori costumi
Candidato per la migliore colonna sonora
Mostre
Nel cinquantenario dell'uscita del film la soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici della Basilicata allestisce a Matera nel Museo Nazionale d'Arte Medievale e Moderna della Basilicata e nel MUSMA, una mostra intitolata Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo cinquant'anni dopo. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia che mette in relazione la vita nei Sassi di Matera, lo sfollamento dei Sassi, Il Vangelo secondo Matteo ed il pensiero di Pier Paolo Pasolini.
Per il suo alto valore scientifico la mostra ha ricevuto menzione dalla Presidenza della Repubblica, il patrocinio dalla Presidenza del Consiglio dei ministri e il gradito Premio dalla Presidenza del Senato e dalla Presidenza della Camera.
Note
(ES) Mariano Sigman, Entrevista a Enrique Irazoqui, in Tres Puntos (archiviato dall'url originale il 7 gennaio 2002).
traduzione in italiano su:
Intervista a Enrique Irazoqui, su pasolini.net. URL consultato il 24 maggio 2014 (archiviato dall'url originale il 22 gennaio 2013).
Vito Attolini, Il Vangelo secondo Matteo, su vintage.apuliafilmcommission.it, Apulia Film Commission. URL consultato il 24 maggio 2014 (archiviato il 25 maggio 2014).
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