Il prode Anselmo e il suo scudiero è un film del 1972 diretto da Bruno Corbucci.
![]() |
Questa voce sull'argomento film commedia è solo un abbozzo.
Contribuisci a migliorarla secondo le convenzioni di Wikipedia. Segui i suggerimenti del progetto di riferimento.
|
Il prode Anselmo e il suo scudiero | |
---|---|
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1972 |
Durata | 98 min |
Rapporto | 2,35:1 |
Genere | commedia |
Regia | Bruno Corbucci |
Soggetto | Castellano e Pipolo |
Sceneggiatura | Mario Amendola, Bruno Corbucci, Castellano e Pipolo |
Casa di produzione | Produzioni De Laurentiis Intermaco |
Distribuzione in italiano | Titanus |
Fotografia | Aldo Tonti |
Montaggio | Tatiana Casini Morigi |
Musiche | Guido De Angelis, Maurizio De Angelis |
Scenografia | Guido Josia |
Costumi | Dario Cecchi, Mario Carlini |
Trucco | Giannetto De Rossi |
Interpreti e personaggi | |
|
La pellicola s'inserisce nel filone delle trame di un medioevo maccheronico, iniziato nel 1966 da Mario Monicelli con L'armata Brancaleone.
Anselmo da Montebello, inetto e sbruffone, scortato dal suo scudiero Gian Puccio Senza Terra si mette in viaggio verso Roma per riportare al Papa Clemente III una reliquia, la mano di San Mancinello, per propiziare la buona riuscita della sua spedizione in Terra Santa per la terza crociata.
Il vescovo di Montebello, zio di Leonzia, promessa sposa di Anselmo, ordisce un tranello per far vincere ad Anselmo un duello contro Ottone di Buldoffen. Durante il cammino, Anselmo viene seguito da Ottone che, scoperto il trucco, tenterà più volte di fermarlo nella sua impresa, rimettendoci però prima un occhio e poi una mano. Quest'ultima verrà presa da Gian Puccio per sostituire quella del santo, persa nel frattempo in un fiume.
Superando fortunosamente una serie di avventure, i due giungono infine a Roma dove il papa, scoperta la falsità della reliquia, degrada Anselmo e condanna Gian Puccio a diventare eunuco. Ma questi riesce a farsi sostituire da Ottone e fingendosi castrato, circuisce la novella sposa di Anselmo.
Alla fine del film il cavallo Pegaso dice: "Io voglio una cavalla tutta nuda", titolo del film del 1972 di Franco Rossetti
![]() |