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L'oro di Napoli è un film a episodi del 1954 diretto da Vittorio De Sica, tratto dall'omonima raccolta di racconti di Giuseppe Marotta.

L'oro di Napoli
Sophia Loren e Giacomo Furia nell'episodio Pizze a credito
Paese di produzioneItalia
Anno1954
Durata132 min
Dati tecniciB/N
Generecommedia, drammatico
RegiaVittorio De Sica
SoggettoGiuseppe Marotta, Cesare Zavattini
SceneggiaturaCesare Zavattini, Giuseppe Marotta, Vittorio De Sica
ProduttoreDino De Laurentiis, Carlo Ponti
FotografiaCarlo Montuori
MontaggioEraldo Da Roma
Effetti specialiSteve Courtley,
MusicheAlessandro Cicognini
ScenografiaGastone Medin, Virgilio Marchi
Interpreti e personaggi
;Il guappo
  • Totò: Don Saverio Petrillo il "Pazzariello"
  • Nino Vingelli: un guappo
  • Lianella Carell: Carolina
  • Pasquale Cennamo: Don Carmine Javarone
  • Agostino Salvietti: Gennaro Esposito, il salumiere

Pizze a credito
  • Sophia Loren: Sofia la pizzaiola
  • Paolo Stoppa: Don Peppino il vedovo
  • Giacomo Furia: Rosario, marito di Sofia
  • Alberto Farnese: Alfredo l'amante
  • Tecla Scarano: amica del vedovo
  • Gigi Reder: amico del vedovo
  • Pasquale Tartaro: Il metronotte

Il funeralino
  • Teresa De Vita: La madre

I giocatori
  • Vittorio De Sica: Il conte Prospero
  • Pierino Bilancione: Gennarino
  • Mario Passante: il cameriere

Teresa
  • Silvana Mangano: Teresa
  • Erno Crisa: Don Nicola

Il professore
  • Eduardo De Filippo: Don Ersilio Miccio
  • Tina Pica: una cliente
  • Nino Imparato: Gennaro
Doppiatori italiani
  • Nino Bonanni: Don Carmine Javarone
  • Clara Bindi: Carolina, moglie di don Saverio
  • Giulio Panicali: Don Nicola
  • Giuseppe Rinaldi: Gennaro
  • Olinto Cristina: il professore Capezzuto presunto migliore cardiologo
Episodi
  • Il guappo
  • Pizze a credito
  • Il funeralino
  • I giocatori
  • Teresa
  • Il professore

La pellicola è suddivisa in sei episodi complessivi.


Trama



Il guappo


Don Saverio Petrillo svolge la professione di "Pazzariello" e da dieci anni la sua vita è un inferno. Infatti, il guappo del Rione Sanità, Don Carmine Javarone, in seguito alla morte della moglie, si è insediato a casa sua dettando legge a tutta la sua famiglia. Il momento della rivincita arriva quando al guappo, dopo un presunto infarto, viene consigliato di astenersi da fatiche ed emozioni, per riguardo del cuore. Saverio ne approfitta e lo caccia di casa, ostentando il gesto davanti a tutto il vicinato, sicuro che Don Carmine non possa nuocere più. La diagnosi però era sbagliata e non appena ne ha consapevolezza, Don Carmine ritorna in casa Petrillo per ottenere riparazione. Ma lì trova una famiglia compatta, pronta a tutto pur di non ricominciare la vita di umiliazioni di prima. E decide di andarsene volontariamente.


Pizze a credito


Sofia e suo marito Rosario gestiscono una pizzeria da asporto nel rione Materdei. Lei è bella e formosa, e i clienti frequentano il suo negozio anche per questo. Rosario, ovviamente, è geloso e possessivo. Un giorno il costoso anello di fidanzamento che Sofia ha sempre portato scompare. Potrebbe essere caduto nella pasta della pizza mangiata dalla guardia notturna del quartiere, o in quella di un frate o in quella consumata da un fresco vedovo, ma la verità è più amara: Sofia l'aveva lasciato dal giovane amante che, non senza imbarazzo, lo riporta alla donna fingendo di averlo trovato in una pizza. A Rosario non rimarrà che la conferma del tradimento, mentre Sofia senza vergogna passa tra la gente del quartiere a testa alta.


Il funeralino


Dopo la morte di un bambino, il corteo funebre organizzato dalla madre lo accompagna per l'ultima volta.


I giocatori


Il Conte Prospero è un nobile napoletano soffocato dalla ricca e brutta moglie, che lo ha fatto interdire a causa del suo vizio del gioco. L'uomo cerca la sua rivincita in lunghe partite a carte con Gennarino, il figlio del portiere, un bambino di otto anni che continua a batterlo a scopa e contro il quale si gioca tutto, persino i suoi indumenti.


Teresa


Teresa è una prostituta originaria dei Castelli Romani, che un anonimo corteggiatore, giovane, bello e ricco, vuole sposare. Solo dopo la cerimonia Teresa scopre che il tutto è stato organizzato poiché l'uomo si sente in colpa per il suicidio di Lucia, una giovane spasimante non corrisposta. Sposando Teresa ed esponendosi al malevolo giudizio di tutti, il giovane si propone di scontare il suo peccato. Dapprima, Teresa reagisce con orgoglio: si sente umiliata, offesa, e se ne va dalla casa. Poi però, ritrovatasi sola, di notte, senza denaro e con la prospettiva di riprendere la vita di prima, scoppia in lacrime, disperata. Decide quindi di rimangiarsi l'orgoglio e di tornare sui suoi passi.


Il professore


Don Ersilio Miccio vende saggezza. Per pochi spiccioli dà consigli risolutivi a fidanzati gelosi, militari innamorati e parrocchiani in cerca di una frase a effetto. Ma il problema del quartiere è come punire lo spocchioso nobile del luogo: un ‘semplice’ pernacchio risolverà il tutto.


Produzione



Sviluppo


Il film è tratto dalla raccolta omonima di racconti di Giuseppe Marotta e adattati per il cinema da Cesare Zavattini.


Cast


Ogni episodio ha come interprete principale un nome di primissimo piano: Totò ne Il guappo, Eduardo De Filippo ne Il professore, Sophia Loren in Pizze a credito, Vittorio De Sica ne I giocatori e Silvana Mangano in Teresa. Dei sei episodi previsti, uno, Il funeralino, fu inizialmente escluso dal montaggio: alla base della scelta ci fu probabilmente il tono molto più drammatico di questo segmento, quasi del tutto privo di dialoghi, e il fatto che fosse l'unico a non essere tratto da uno scritto di Marotta. Nelle riedizioni successive l'episodio fu reintegrato.

È poco conosciuta la storia circa la partecipazione di Vittorio De Sica come protagonista dell'episodio I giocatori. Il grande regista - che più volte prese dalla strada gli attori e le comparse per i suoi film - offrì infatti il ruolo del conte Prospero all'avvocato penalista Alfredo Jelardi (Benevento 1890-1963) dopo averlo visto discutere una causa in tribunale a Napoli. Quando l'avvocato venne convocato da De Sica, in un grande albergo napoletano sul lungomare, si recò all'appuntamento accompagnato da tre suoi giovani nipoti. Ascoltò con attenzione la proposta circa il ruolo da interpretare, pur non avendo mai recitato né al cinema e né al teatro. Dopo aver a lungo meditato, l'avvocato Jelardi - che era stato allievo del grande Enrico De Nicola ed era molto noto a Napoli - decise però di rifiutare perché, disse, il ruolo del conte schiavo del gioco e ridotto in miseria rispecchiava, per troppi aspetti, la sua storia personale.

De Sica insistette a lungo affinché accettasse la parte, ma il penalista fu irremovibile. Il loro incontro finì con una stretta di mano e con una richiesta di De Sica alla quale Alfredo Jelardi acconsentì con una punta di orgoglio: il regista avrebbe interpretato personalmente quella parte ispirandosi a lui[1]. Non è escluso però che il grande regista si sia ispirato a se stesso, essendo noto il suo debole per i tavoli da gioco[2], tipico di un PPTX. Ancor meno nota è la storia del suo giovane partner nello stesso episodio, Pierino Bilancione (nei titoli di coda erroneamente scritto Bilancioni): quell'esperienza fu la prima e l'ultima in campo cinematografico; morì a Napoli nel 2000 dopo una vita passata a fare il gelataio. La gelateria Bilancione, tuttora sita in via Posillipo, è conosciutissima e molto apprezzata da napoletani e turisti.

Nell'episodio del Guappo l'attrice Lianella Carell, che interpreta la moglie di Totò, è doppiata da Clara Bindi mentre il Guappo, interpretato da Pasquale Cennamo, è doppiato da Nino Bonanni.


Distribuzione


Il film venne presentato in anteprima mondiale nel 1955, in concorso all'8º Festival di Cannes[3], e più di vent'anni dopo, nel 1977, al Toronto International Film Festival.


Riconoscimenti


Il film fu poi selezionato tra i 100 film italiani da salvare[5].


Note


  1. G. De Santi, Vittorio De Sica, Il castoro, 2003.
  2. Dal Corriere della Sera
  3. (EN) L'oro di Napoli al Festival di Cannes del 1955, su festival-cannes.com. URL consultato il 15 novembre 2010.
  4. Date di uscita del film su IMDB, su imdb.com. URL consultato il 15 novembre 2010.
  5. Rete degli Spettatori

Altri progetti



Collegamenti esterni


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На других языках


[de] Das Gold von Neapel

Das Gold von Neapel (L'oro di Napoli) ist ein 1954 entstandener italienischer Episodenfilm, dessen sämtliche sechs Teile Vittorio De Sica inszeniert hat. Am Drehbuch war Cesare Zavattini beteiligt. Die Episoden spielen sich in Neapel ab und vermitteln ein Stimmungsbild der Stadt in der unmittelbaren Nachkriegszeit. Mit dem Gold sind, wie es zu Beginn heißt, die Hoffnung und der Überlebenswille der Neapolitaner gemeint.

[en] The Gold of Naples

The Gold of Naples (Italian: L'oro di Napoli [ˈlɔːro di ˈnaːpoli]) is a 1954 Italian anthology film directed by Vittorio De Sica. It was entered into the 1955 Cannes Film Festival.[2]

[es] El oro de Nápoles (película de 1954)

El oro de Nápoles (en italiano, L'oro di Napoli) es una película de 1954 italiana dirigida por Vittorio De Sica. Consta de seis episodios independientes basados en cuentos de Giuseppe Marotta, todos ellos ambientados en Nápoles, ciudad en la que De Sica pasó los primeros años de vida. El oro de Nápoles participó en el Festival de Cannes de 1955.[2]
- [it] L'oro di Napoli (film)

[ru] Золото Неаполя

«Золото Неаполя» (итал. L'Oro di Napoli) — итальянская чёрно-белая трагикомедия режиссёра Витторио Де Сика, состоящая из шести новелл. Премьера фильма состоялась 3 декабря 1954 года.



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