Stanno tutti bene è un film del 1990 diretto da Giuseppe Tornatore.
Stanno tutti bene | |
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Paese di produzione | Italia, Francia |
Anno | 1990 |
Durata | 118 min |
Genere | drammatico |
Regia | Giuseppe Tornatore |
Soggetto | Giuseppe Tornatore |
Sceneggiatura | Giuseppe Tornatore, Tonino Guerra e Massimo De Rita |
Produttore | Angelo Rizzoli jr |
Casa di produzione | Silvio Berlusconi Communications, Erre Produzioni |
Fotografia | Blasco Giurato |
Montaggio | Mario Morra |
Musiche | Ennio Morricone |
Scenografia | Andrea Crisanti e Nello Giorgetti |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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È stato presentato in concorso al 43º Festival di Cannes.[1]
Nel 2009 ne è stato realizzato un remake statunitense omonimo, Stanno tutti bene - Everybody's Fine. La parte che fu di Mastroianni è stata affidata a Robert De Niro.
Matteo Scuro, un anziano signore siciliano vedovo da molti anni e completamente solo, immagina sempre di parlare con la propria moglie e i figli ancora bambini. Visto il progressivo allontanamento, decide di andare a far visita ai suoi cinque figli, che abitano in varie città dell'Italia continentale: Napoli, Roma, Firenze, Milano e Torino. Matteo ha chiamato i figli con nomi derivati dai personaggi dell'opera, di cui è appassionato; consapevole di aver dato loro una buona educazione ed una buona istruzione, è sicuro di trovare ambienti familiari sereni e situazioni professionali ben realizzate, ma si accorgerà presto che la realtà è ben diversa. I figli non si sono realizzati come gli hanno sempre fatto credere e, anzi, vivono delle situazioni delle quali è difficile parlare con l'anziano padre, sia dal punto di vista professionale che da quello sentimentale e familiare. Per questo motivo, ognuno dei figli al sopraggiungere del padre si organizzerà per nascondergli la verità.
Alvaro, a Napoli, risulta irreperibile; Matteo cercherà di rintracciarlo per tutta la durata del film, ma sempre inutilmente. Prosegue il viaggio verso Roma, dove vive il figlio Canio, prestigioso personaggio politico in procinto di essere eletto segretario provinciale del proprio partito. In realtà è solo un modesto segretario di un deputato senza speranze di carriera. Dopo alcuni giorni di permanenza, il viaggio prosegue verso Firenze dove vive Tosca che viene a prendere il padre con un'auto di lusso e lo ospita in una bella casa in centro. Per Matteo è una modella e attrice di successo, in realtà i suoi ingaggi professionali sono molto modesti e saltuari, l'auto e la casa non sono sue ma prestate dal suo ex e, infine, è una ragazza madre che non sa chi è il padre di suo figlio. Ignaro di tutto, Matteo riparte per Milano dove vive Guglielmo, un affermato musicista che suona in una grande orchestra spesso in giro per l'Europa. In realtà, è un modesto suonatore di grancassa che finge di dover andare in tournée per non rimanere con il padre rischiando di rivelare segreti su di sé e i fratelli. Inoltre il figlio giovanissimo ha messo incinta la fidanzata.
L'ultima tappa del viaggio è Torino, dove vive Norma con la famiglia. Felicemente sposata, con un figlio e un ottimo lavoro come dirigente della SIP. In realtà occupata nel call center telegrammi e con un matrimonio ormai finito e in attesa di regolarizzare il divorzio alla morte di Matteo. Proprio a casa di Norma, ascoltando una conversazione tra coniugi, Matteo scopre che tutto quello che sa a proposito dei figli sono bugie messe in scena per non deluderlo e non farlo soffrire. Infine, Matteo organizza un pranzo a Roma per riunire la famiglia ma si presentano solo Guglielmo e Canio. Qui l'anziano padre chiarisce ai presenti che non crede più alle bugie dei figli, compresi gli assenti, e viene informato che Alvaro non è in vacanza come credeva ma è disperso in mare da sei mesi e ufficialmente morto suicida per una forte depressione. Durante il viaggio verso casa, è colto da un malore e viene ricoverato; solo adesso riesce a riunire tutti i figli attorno a sé.
Di ritorno in Sicilia, sconfitto dalla realtà e svuotato di quell'orgoglio paterno con il quale si era messo in viaggio, è costretto a mentire alla moglie defunta, a cui continua a rivolgersi come se fosse ancora viva, dicendole che i figli stanno tutti bene.
È lo stesso personaggio interpretato da Mastroianni, durante il viaggio di andata, a spiegare ai cinque compagni di scompartimento che i nomi dei suoi figli sono ispirati da alcune famose opere liriche. Le due femmine prendono il nome da Norma di Vincenzo Bellini e da Tosca di Giacomo Puccini, mentre i tre maschi dai seguenti personaggi: Canio dal protagonista di Pagliacci di Ruggero Leoncavallo, Guglielmo da Guglielmo Tell di Gioachino Rossini e Alvaro da don Alvaro di La forza del destino di Giuseppe Verdi.
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