Violette nei capelli è un film del 1941 diretto da Carlo Ludovico Bragaglia, tratto dal romanzo omonimo di Luciana Peverelli.
Violette nei capelli | |
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Lingua originale | italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1941 |
Durata | 85 min |
Dati tecnici | B/N rapporto: 1,37:1 |
Genere | commedia, drammatico |
Regia | Carlo Ludovico Bragaglia |
Soggetto | Luciana Peverelli (romanzo) |
Sceneggiatura | Luciana Peverelli, Alessandro De Stefani, Carlo Ludovico Bragaglia, Raffaello Matarazzo, Silvano Castellani |
Casa di produzione | Fono Roma - Lux Film |
Distribuzione in italiano | Lux Film |
Fotografia | Giuseppe La Torre |
Montaggio | Ines Donarelli |
Musiche | Edgardo Carducci |
Scenografia | Piero Filippone |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori originali | |
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Storia di tre giovani amiche: Carina, commessa di sartoria che da sempre insegue il sogno di recitare in teatro, Mirella, impiegata in un collegio, e Oliva, aspirante ballerina classica.
Le tre si ripromettono di restare amiche per sempre e di aiutarsi reciprocamente, qualora una di esse dovesse averne bisogno, ma le loro aspirazioni si trasformano presto in dramma: Oliva, coinvolta in una brutta storia sentimentale, rimarrà sola con il suo bambino; Mirella proseguirà la sua vita; Carina, dopo aver tentato in tutti i modi di aiutare le due amiche, riuscirà alla fine a coronare il suo sogno d'amore e la sua aspirazione, recitare in teatro.
Il film è stato girato a Cinecittà nel 1941. Sergio Landi ovvero Luigi Scarabello, a quel tempo calciatore e marito di Lilia Silvi, appare in una piccola parte nel film.
Il film è uscito nelle sale nel gennaio del 1942.
«Sia benedetto il cinematografo quando ci riporta all'età beata nella quale le nostre sorelle avevano i riccioli d'oro sulle spalle. Noto infatti che stuoli di ragazze diciottenni dal volto ancora acerbo sono recentemente mosse all'assalto dell'impero delle ombre. Il rapporto tra il cinema e la giovinezza dovrebbe essere sempre più intenso. Esso è salutare, dà bontà e dolcezza, cancella gli anni al cuore di tutti. [Il film] è narrato con briosa leggerezza da Carlo Ludovico Bragaglia, che ha saputo scegliere bene i suoi attori.» |
(Diego Calcagno[1]) |
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