Diario di un parroco di campagna è un romanzo di Nicola Lisi del 1942.
Diario di un parroco di campagna | |
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Autore | Nicola Lisi |
1ª ed. originale | 1942 |
Genere | romanzo |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | Mugello (Toscana) |
Protagonisti | don Antonio |
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Diario di un parroco di campagna è un romanzo, in forma di diario, articolato in tre anni non ben definiti ("Anno del freddo", "Anno dei Pellegrini" e "Anno dei fiori"), che si immagina scritto da don Antonio, un anziano parroco in una località del Mugello. Narrando le umili vicende di tutti i giorni, il protagonista fa continui riferimenti ai ricordi della sua vita. Il romanzo narra episodi realmente accaduti[1]; alcuni tratti del protagonista sono ripresi infatti dalla figura di un parente alla lontana di Lisi che viveva in una solitaria parrocchia del Mugello[2].
Diario di un parroco di campagna è l'opera più popolare di Nicola Lisi, ed ebbe, a partire dalla sua pubblicazione nel 1942, un successo immediato e molto vasto[3]. I giudizi su questa opera sono stati contrastanti. Secondo Giancarlo Vigorelli il Diario di un parroco di campagna è l'immagine speculare del quasi omonimo Diario di un curato di campagna di Georges Bernanos: il parroco di Bernanos è l'immagine abissale di un cristianesimo tragico, quello di Lisi è l'immagine di un cristianesimo idilliaco e devozionale, con l'occhio più ai Fioretti che al Vangelo[4]. Per Leone Piccioni, invece, «La prosa di Lisi, le sue meditazioni, la capacità di riattaccarsi alla tradizione popolare e contadina della sua gente, fanno riflettere su come importanti ci raggiungano da Lisi la luce, la pace, i profumi, i sogni, i fiori che derivano da un disteso canto. [...] Una ispirazione continua ma mai ripetitiva: come continuamente ispirate ma mai ripetitive sono le nature morte di Morandi»[5].
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