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Il male oscuro è un romanzo del 1964 di Giuseppe Berto. Si è aggiudicato in una sola settimana due premi letterari prestigiosi: il Premio Viareggio[1] e il Premio Campiello.[2]

«Penso che questa storia della mia lunga lotta col padre, che un tempo ritenevo insolita per non dire unica, non sia in fondo tanto straordinaria se come sembra può venire comodamente sistemata dentro schemi e teorie psicologiche già esistenti [...]»

(Il male oscuro)
Il male oscuro
AutoreGiuseppe Berto
1ª ed. originale1964
GenereRomanzo
Lingua originaleitaliano

Il libro è stato tradotto in francese, inglese, spagnolo e tedesco.[3]


Contenuto del libro


L'analisi del vissuto dell'autore è condotta mediante l'uso del flusso di coscienza senza interposizioni narrative. L'autore nel romanzo rivela i diversi avvenimenti della sua infanzia, in primo luogo il suo rapporto difficile con il padre (che lo spinge verso la depressione in seguito alla morte del genitore) e poi il suo complesso di Edipo, quindi l'ambigua e latente conflittualità sessuale nonché lo smodato desiderio di gloria del protagonista, a sua volta all'origine di forti sensi di colpa.

La trama segue la descrizione dell'attuale stato della malattia (che dura complessivamente un decennio), il matrimonio e la nascita della figlia Augusta,[4] in un continuo alternarsi di flashback. La costante ricerca di medici più o meno esperti, dopo varie vicissitudini, spinge il protagonista a rivolgersi a uno psicoanalista (Nicola Perrotti, anonimo nel romanzo) che risolverà in parte i suoi problemi. Dichiarato guarito dal medico, scopre il tradimento della moglie, in seguito al quale lascia la famiglia[5] e decide di ritirarsi in Calabria.

Nel suo continuo interrogarsi sulle cause che gli procurano tanto dolore fisico, l'autore non smette mai una sorta di dialogo con Dio, la Madonna e Sant'Antonio da Padova; unisce suppliche ed invettive nel linguaggio proprio della sua terra (la campagna veneta). Pur non frequentando la chiesa e i Sacramenti, né il cimitero, egli trasfonde sempre nel suo testo un clima di sofferta religiosità, che si sublima nella frase finale, in cui chiede di essere congedato.[6]

«e poi sarà tempo di dire Nunc dimittis servum tuum Domine, forse è già tempo.»

(Explicit de Il male oscuro.)


Trasposizione cinematografica


Nel 1989, da quest'opera è stato tratto un film omonimo, con Giancarlo Giannini, Stefania Sandrelli, musiche di Nicola Piovani e regia di Mario Monicelli.[7]


Edizioni


In lingua italiana

In altre lingue


Note


  1. Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2014).
  2. Premio Campiello, opere premiate nelle precedenti edizioni, su premiocampiello.org. URL consultato il 24 febbraio 2019.
  3. Il male oscuro di Giuseppe Berto, su worldcat.org. URL consultato il 9 agosto 2019.
  4. Così chiamata nel libro, il vero nome è Antonia
  5. Nella realtà la famiglia resterà sempre unita.
  6. Nunc Dimittis servum tuum Domine, Lc. 2-29.
  7. Da Giuseppe Berto un film drammatico con una buona dose di ironia ed episodi grotteschi, su mymovies.it. URL consultato il 9 agosto 2019.

Bibliografia



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