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Il sogno della camera rossa (cinese semplificato: 红楼梦, cinese tradizionale: 紅樓夢, Pinyin: Hónglóu Mèng), noto anche come La storia della pietra, è un romanzo cinese, da paragonare in rilevanza ai più grandi lavori della letteratura occidentale del XIX secolo. Fu scritto durante il regno dell'imperatore Qianlong da Cao Xueqin (曹雪芹, pinyin Cao Xue Qin), ma fu pubblicato solo nel 1792, a trent'anni dalla morte dello scrittore.

Il sogno della camera rossa
Titolo originaleHónglóu Mèng
Un'illustrazione della storia, dipinta da Xu Baozhuan (n. 1810)
AutoreCao Xueqin
1ª ed. originale1792
GenereRomanzo
SottogenereDrammatico
Lingua originalecinese
AmbientazioneCina, XVIII secolo
ProtagonistiJia Baoyu

Viene annoverato tra i Quattro grandi romanzi classici della letteratura cinese.


Caratteristiche generali


L'opera vanta 120 capitoli anche se diverse sezioni degli ultimi 40 sono probabilmente da attribuire ad autori diversi; i quali sono attraversati da una molteplicità incredibile di personaggi secondari e da un numero enorme di situazioni intrecciate, che tendono ad allontanarsi dall'intrigo centrale. Il romanzo presenta, infatti, una meticolosa descrizione dei Chia, una ricca ed aristocratica famiglia cinese che rivestiva diversi incarichi di rilievo in un'innominata città, la quale per molti aspetti ricorda le Nanchino e Pechino del tempo. Il centro del racconto è rappresentato dal triangolo amoroso tra il protagonista Chia Pao-yu e due sue cugine. Molti aspetti della storia di questa famiglia sono presi direttamente dagli eventi successi sotto il regno di Kangxi, il nonno di Qianlong. Vengono fornite informazioni di rilievo sulle strutture familiari dell'epoca, nonché di economia, religione, estetismo e sessualità.

Il romanzo appare come un'allegoria della vita, eppure è chiaro l'intento di rappresentare un amaro ritratto della Cina dell'epoca e dell'autunno che stava per avvolgerla, anche se questo non ha impedito all'opera d'irradiare di nuova luce la Dinastia Qing.

Molte generazioni di giovani cinesi hanno attinto a quest'opera per la propria crescita sentimentale[non chiaro]; un romanzo che è chiaro esempio della vocazione teatrale della narrativa cinese, sia per la sua complessissima trama, sia per le numerose opere teatrali che, effettivamente, si sono ricavate da questa.

Si ritiene che sia un romanzo semi-autobiografico che riflette le vicende della famiglia di Cao. Come l'autore sottolinea nel primo capitolo, il romanzo vuole essere un memoriale per le donne che l'autore ha conosciuto in gioventù: amiche, parenti e serve.

Il romanzo è importante non solo per il numero enorme di personaggi (in maggior parte femminili) e per lo spessore psicologico, ma anche per l'osservazione precisa e dettagliata della vita e delle strutture sociali tipiche dell'aristocrazia del XVIII secolo.

Questo romanzo fu pubblicato anonimo (ma in seguito si scoprì che era di Tsao Hsueh-ch'in), a causa dell'inquisizione letteraria prevalente durante le dinastie Ming e Qing.


Lingua


Il romanzo, scritto in cinese vernacolare e non in cinese classico, è una delle opere che conferiscono dignità letteraria all'idioma vernacolare. L'autore è molto versato nel cinese classico - con tratti scritti in un erudito semi-wenyan – e nella poesia cinese. I dialoghi del romanzo sono scritti in un vivace dialetto mandarino di Pechino (che sarebbe diventato la base del cinese moderno parlato), con influenze del mandarino di Nanchino (dove viveva la famiglia di Cao nei primi anni del Settecento).


Temi


Un'incisione lignea della Dinastia Qing rappresentante una scena del romanzo
Un'incisione lignea della Dinastia Qing rappresentante una scena del romanzo

Il romanzo di solito è chiamato Hung Lou Meng o Hong Lou Meng (紅樓夢), letteralmente "Sogno della camera rossa". "Camera rossa" è un'espressione idiomatica che indica le camere appartate dove vivevano le figlie delle famiglie ricche.[1] Si riferisce a un sogno del personaggio principale, Pao-yu, sogno ambientato in una "Camera rossa" e che preannuncia il destino di molti dei personaggi femminili del romanzo. "Camera" a volte viene tradotto anche come "Casa", per l'ampia accezione della parola cinese "樓".

Il nome della famiglia principale, "賈", è un omofono di un altro carattere cinese, "假", che significa falso, finto, fittizio, ingannevole o ipocrita. In questo modo Cao Xueqin suggerisce che la famiglia del romanzo è un riflesso realistico e una versione fittizia, o "onirica", della sua propria famiglia.

Un concetto che si trova nel buddismo cinese è che il mondo intero sia "polvere rossa" (紅塵), meramente illusoria, da cui bisogna cercare di allontanarsi. In questo modo il romanzo in un certo senso è in perfetto accordo con le credenze buddista (佛) e taoista (道), secondo cui per raggiungere l'illuminazione, si deve capire che il mondo è solo un sogno da cui ci si deve svegliare; e ci si dovrebbe ritirare dal mondo, appartandosi così dalla società (避世). Il romanzo però nella sua essenza si discosta da questi principi, perché pone l'accento sulla realtà, specialmente sulla realtà sociale; e il suo intento è cercare la verità e il bene della vita.[2] Questo pensiero era considerato una religione da alcuni in quel periodo.[2]


Sommario della trama


Il romanzo fa una cronaca dettagliata, episodica, dei due rami del clan Jia, la casata Rong-guo (榮國府) e la casata Ning-guo (寧國府), che risiedono in due grandi quartieri residenziali nella capitale. I loro antenati avevano ricevuto il titolo di duchi e, all'inizio del romanzo, le due case sono ancora tra le più illustri famiglie della capitale. Il romanzo descrive la ricchezza e l'influenza dei Jia in modo dettagliato, naturalistico, e traccia la caduta dei Jia dalla loro posizione di elevato prestigio, seguendo circa trenta personaggi principali e oltre quattrocento personaggi minori. Alla fine il clan Jia cade in disgrazia presso l'Imperatore e le loro dimore vengono saccheggiate e confiscate.

La prefazione della storia (楔子, letteralmente "la contesa") contiene suggestioni soprannaturali taoiste e buddiste. Una pietra senziente, abbandonata dalla dea Nüwa quando riparò la volta celeste miliardi di anni fa, chiede a un sacerdote taoista e a un monaco buddhista di portarla in giro a vedere il mondo. La Pietra e il Divino Attendente (神瑛侍者) vengono separati ma restano collegati (Gao E li fuse insieme nella edizione Chengjia)[3]. Il protagonista, Jia Bao-yu, è l'erede adolescente della famiglia, forse una reincarnazione del Divino Attendente. Il Fiore della Perla Cremisi (絳珠仙子) è adesso incarnato nella cagionevole cugina di Bao-yu, l'emotiva Lin Dai-yu. Bao-yu è predestinato in questa vita a sposare un'altra cugina, Xue Bao-chai. Questo triangolo amoroso, sullo sfondo del declino delle sorti della famiglia, costituisce il filone più noto nella trama del romanzo.


Personaggi


Una scena tratta dalla storia, dipinta anche da Xu Bao
Una scena tratta dalla storia, dipinta anche da Xu Bao

Il sogno della camera rossa contiene un numero straordinariamente grande di personaggi. Quasi quaranta di loro sono considerati importanti, e ad essi se ne aggiungono seicento minori. Chia Pao-yu è il protagonista maschile. Le donne sono al centro della scena e spesso sono rappresentate come più capaci delle loro controparti maschili. I nomi delle serve e delle schiave sono date come nella pronuncia originale pinyin.


Baoyu e le Dodici Belle di Jinling



Omofoni


Gli omofoni sono una delle caratteristiche del romanzo. In questo libro molti nomi di personaggi e luoghi hanno un significato particolare. Alcuni sono ironici, altri sono allusivi. È una delle arti del romanzo.


Versioni


I problemi testuali del romanzo sono complessi e in epoca moderna sono stati oggetto di ampi studi critici, dibattiti e congetture.[4] Cao morì prima della pubblicazione del suo romanzo e sopravvissero alla sua morte solo dei manoscritti copiati a mano. Nel 1791 fu pubblicata la prima versione stampata: conosciuta come edizione Chenggao, questa edizione contiene correzioni e revisioni non autorizzate dall'autore.


Le versioni Rouge


Il romanzo, pubblicato completamente nel XX secolo, era anonimo. A partire dal ventesimo secolo, secondo le analisi di Hu Shi, tutti concordano che Cao Xueqin scrisse i primi 80 capitoli del romanzo.

Fino al 1791 il romanzo circolò solo in trascrizioni manoscritte. Queste prime versioni copiate a mano si interrompono bruscamente alla fine del capitolo 80. Inoltre le prime contengono commenti e annotazioni trascritti da ignoti commentatori, in inchiostro rosso. Queste note dei commentatori rivelano molto sull'autore in persona e adesso si pensa che possa trattarsi addirittura di membri della famiglia di Cao Xueqin. Il commentatore più notevole è Rouge Inkstone (脂硯齋), che rivela molte cose sulla struttura interna del romanzo e sulla conclusione manoscritta originaria, andata perduta. Questi manoscritti sono le versioni testualmente più attendibili, e sono conosciute come versioni Rouge (脂本). Persino tra gli 11 manoscritti indipendenti superstiti ci sono piccole differenze nei caratteri usati, sistemazioni e forse riscritture tali che i testi sono un po' diversi tra loro.

Gli 80 capitoli originari abbondano di profezie e premonizioni drammatiche che suggeriscono anche come continuerà il libro. Per esempio, nel corso del romanzo è ovvio che alla fine Lin Daiyu morirà, che Baoyu e Baochai si sposeranno, che Baoyu diventerà monaco.

Le edizioni critiche più moderne basano i primi 80 capitoli sulle versioni Rouge.


La versione Chenggao


Nel 1791 Gao E e Cheng Weiyuan misero insieme la prima edizione in caratteri tipografici mobili del romanzo. Questa fu anche la prima edizione "completa" della Storia della Pietra, che pubblicarono come Sogno della Camera Rossa. Mentre i manoscritti Rouge originali hanno ottanta capitoli, concludendo circa tre quarti della trama e chiaramente incompleti, l'edizione del 1791 completa il romanzo in centoventi capitoli. I primi ottanta capitoli sono basati sulle versioni Rouge, ma gli ultimi quaranta furono pubblicati ex novo.

Nel 1792, Chen e Gao pubblicarono una seconda edizione correggendo molti errori "tipografici ed editoriali" della versione del 1791, con una prefazione diventata famosa. Nella prefazione del 1792, i due editori dichiaravano di aver messo insieme un finale basato sui manoscritti autografi dell'autore che avevano acquistato da un venditore ambulante.

Il dibattito sugli ultimi quaranta capitoli e sulla prefazione del 1792 continua. La maggior parte degli studiosi moderni crede che questi capitoli siano un'aggiunta posteriore, con una trama e una prosa peggiore rispetto ai primi ottanta capitoli. Hu Shih sosteneva che il finale era stato formato semplicemente da Gao E, citando le profezie sul destino dei personaggi principali nel capitolo 5, in contrasto con il finale della versione Chenggao del 1791.

Altri critici suggeriscono che Gao E e Cheng Weiyuan furono indotti con l'inganno a considerare una frode altrui come un'opera originale. Una minoranza di critici crede che gli ultimi quaranta capitoli siano opera di Cao.

Il libro di solito è pubblicato e letto nella versione Cheng Weiyuan e Gao E, di centoventi capitoli. Alcune edizioni riportano gli ultimi quaranta capitoli in un'appendice. Inoltre alcune edizioni moderne non includono affatto gli ultimi quaranta capitoli.


Traduzioni


in italiano
in inglese

Note


  1. 红楼_百度百科
  2. Ruchang Zhou, 周汝昌梦解红楼, Lijiang Press, p. 27-28, 82-90, ISBN.
  3. 神瑛侍者_百度百科
  4. Dore Jesse Levy: Ideal and Actual in The Story of the Stone, p 7.

Bibliografia



Voci correlate



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Altro


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На других языках


[es] Sueño en el pabellón rojo

Sueño en el pabellón rojo o Sueño de las mansiones rojas (紅樓夢/红楼梦, Hóng lóu mèng)[1] es una novela de Cao Xueqin (en chino: 曹雪芹). Fue escrita a mediados del siglo XVIII, durante el reinado de la Dinastía Qing. Está considerada una de las obras maestras de la literatura de China y es una de las cuatro novelas clásicas chinas, y es generalmente reconocida como la cúspide de la narrativa china.[2] La rojología es el nombre que recibe el estudio de esta obra.[3]
- [it] Il sogno della camera rossa

[ru] Сон в красном тереме

«Сон в красном тереме» (кит. трад. 紅樓夢, упр. 红楼梦, пиньинь hónglóumèng, палл. хунлоумэн) — наиболее популярный из четырёх классических романов на китайском языке. Первые 80 глав принадлежат перу Цао Сюэциня и вышли в свет под названием «Записки о камне» (кит. трад. 石頭記, упр. 石头记, пиньинь shítóu jì, палл. шитоу цзи) незадолго до его смерти в 1763 г. Почти тридцать лет спустя, в 1791 г., издатель Гао Э  (англ.) (рус. вместе со своим помощником опубликовал ещё сорок глав, завершив сюжетную линию романа[1] и дав ему нынешнее название. Исследователи романа спорят о том, насколько эта заключительная часть отражает авторский замысел Цао.



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