Il visconte dimezzato è un romanzo di Italo Calvino redatto nel 1951. È la prima parte della trilogia I nostri antenati, il quale include anche i romanzi brevi Il barone rampante (1957) ed Il cavaliere inesistente (1959).
Il visconte dimezzato | |
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Autore | Italo Calvino |
Periodo | 1900 circa |
Genere | romanzo |
Sottogenere | storico, fantastico |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | Boemia, Arenzano, nella Frazione di Terralba |
Protagonisti | Medardo di Terralba |
Coprotagonisti | Il nipotino del Visconte |
Altri personaggi | balia Sebastiana, il carpentiere, Curzio |
Serie | I nostri antenati |
Seguito da | Il barone rampante |
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Ambientato in Boemia e in Italia precisamente in Liguria a metà Settecento, presenta come tema centrale il problema dell'uomo contemporaneo (dell'intellettuale, per essere più precisi) dimezzato, cioè diviso a metà, in due parti. Proprio a tal fine il protagonista è stato dimezzato (da una palla di cannone) secondo la linea di frattura tra bene e male, costruendo una specie di metafora su tutta la storia, che va a simboleggiare il bene e il male, l'incompletezza dell'uomo e i possibili stati d'animo dell'uomo. Si potrebbe quindi definire un libro filosofico. Altri personaggi sono i lebbrosi (cioè gli artisti decadenti), il dottore di dubbia capacità (Trelawney) e il carpentiere (Pietrochiodo), rappresentante la scienza e la tecnica presenti nell'umanità.
La prima edizione de Il visconte dimezzato viene pubblicata da Einaudi Editore nella collana "I gettoni" (n. 9) nel 1952 (12/II). Fu Elio Vittorini, direttore della collana insieme allo stesso Calvino, a sollecitare la pubblicazione del romanzo, vincendo qualche perplessità dello stesso autore: "Mi sembra che il tuo Visconte faccia libro completo e che non si debba lasciarlo ad aspettare chissà quanto come se fosse un mezzo libro"[1]
Le numerose altre edizioni, che non differiscono dalla prima, verranno pubblicate da Einaudi, Mondadori, Garzanti, Utet. Da segnalare un'edizione illustrata da Emanuele Luzzati e pubblicata nel 1975 da Einaudi nella collana Libri per ragazzi; le otto illustrazioni sono tratte da bozzetti di un adattamento televisivo del romanzo.
Medardo, un giovane visconte proveniente dal paese di Terralba, arriva insieme al suo scudiero e amico Curzio all'accampamento cristiano in Boemia, per partecipare alla guerra contro i Turchi. Ma durante la battaglia viene colpito da una palla di cannone in pieno petto, che lo divide in due. Viene ritrovata la sola parte destra. I medici del campo riescono a fasciarla e ricucirla, cosicché il visconte, dopo la guerra, fa ritorno a Terralba.
Qui gli abitanti capiscono che del visconte è tornata solo la parte malvagia, che si sbizzarrisce in empietà, tra cui tentare varie volte di uccidere suo nipote. Tutte le sue prodezze gli valgono il soprannome di "il Gramo". Tempo dopo si innamora di Pamela, una contadinella, ma per punirla (perché l'aveva rifiutato) si vendica danneggiando la sua famiglia.
Nel frattempo il nipote del nobile è solito accompagnare il dottor Trelawney, un medico che è stato a servizio dell'esploratore James Cook in giro per il mondo: i due fanno ricerche sui fuochi fatui di notte nei cimiteri. Il ragazzino incontra frequentemente una comunità di ugonotti, tra cui una famiglia che vive commerciando prodotti della terra.
A Pratofungo, paese dei lebbrosi, torna la parte sinistra del visconte - la metà buona, salvata da alcuni eremiti, che esordisce salvando il nipote dal morso velenoso di un ragno. "Il Buono", come viene chiamato, cerca di rimediare tutto quello che è causato dal Gramo. Anche il Buono si innamora di Pamela, che ancora una volta rifiuta il pretendente.
Il Gramo discute con la madre della ragazza del piano architettato per prendersi Pamela. Il Buono, invece, afferma col padre di lei di voler lasciare la città, permettendo al Gramo di sposarla liberamente. La contadina, però, incontra ambedue le metà e rassicura entrambi sulla riuscita del matrimonio.
Arrivato il giorno della cerimonia, il Buono e il Gramo sono sicuri del successo della propria idea, e il primo ad arrivare alla cappella del castello è il Buono, perché il Gramo riscontra un lieve infortunio a cavallo. Il Buono riesce così a sposare Pamela, ma il Gramo lo raggiunge poco dopo e lo sfida a duello. Durante la lotta, entrambe le metà tagliano le bende e le cuciture dell'altra. Il dottor Trelawney, che aspettava quest'eventualità, riesce quindi a riunire le due metà riformando il visconte Medardo, che infine sposa Pamela. Il Visconte, così, diviene un uomo saggio e riflessivo.
Nel nome del medico, il dottor Trelawney, si può vedere un omaggio a Stevenson, l'autore del romanzo L'isola del tesoro: uno dei personaggi è Squire Trelawney, mandante e finanziatore della missione che è oggetto del romanzo.
In un'intervista con gli studenti di Pesaro dell'11 maggio 1983, Calvino ha voluto spiegare perché ha raccontato di un uomo diviso in due:
«Quando ho cominciato a scrivere "Il visconte dimezzato", volevo soprattutto scrivere una storia divertente per divertire me stesso e possibilmente per divertire gli altri; avevo questa immagine di un uomo tagliato in due ed ho pensato che questo tema dell'uomo tagliato in due, dell'uomo dimezzato, fosse un tema significativo, avesse un significato contemporaneo: tutti ci sentiamo in qualche modo incompleti, tutti realizziamo una parte di noi stessi e non l'altra.» |
(Italo Calvino[2]) |
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