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L'Agnese va a morire è un romanzo neorealista scritto da Renata Viganò, di ispirazione autobiografica, giacché l'autrice fu, con il marito, una partigiana della resistenza italiana.

Disambiguazione – Se stai cercando il film diretto da Giuliano Montaldo, vedi L'Agnese va a morire (film).
L'Agnese va a morire
Titolo originaleL'Agnese va a morire
AutoreRenata Viganò
1ª ed. originale1949
Genereromanzo
Sottogenereguerra
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneProvincia di Ferrara, Seconda guerra mondiale

La storia è ambientata nelle Valli di Comacchio durante la seconda guerra mondiale, nel periodo degli otto mesi precedenti alla liberazione dell'Italia dagli occupanti tedeschi. La protagonista è Agnese, una lavandaia di mezz'età, che colpita dalla morte del marito deportato, pur non essendosi mai prima interessata di politica, inizia a collaborare con i partigiani come staffetta di collegamento.


Trama


Nel delta del Po emiliano, la lavandaia Agnese vive con il marito Palita, un uomo reso debole da una malattia avuta da bambino, che lo costringe a stare in casa senza compiere sforzi fisici: il suo unico lavoro è intrecciare ceste di vimini. Questa situazione costringe Agnese a lavorare il doppio per mantenere se stessa ed il marito. Palita, per quanto debole, è tuttavia un uomo politicamente impegnato, un comunista.

Un giorno Palita viene catturato dai nazisti, i motivi erano due: forse perché in contatto con i partigiani, o a causa di una soffiata dei vicini di casa, in quanto la sera prima aveva ospitato un disertore italiano.

Qualche giorno dopo la cattura di Palita, la donna viene a sapere della morte del marito attraverso un suo amico. L'Agnese, quindi, rimane sola con l'unica compagnia della gatta di Palita, tutto ciò che le resta di lui, e comincia a nutrire un odio profondo nei confronti dei nazisti, sostenuti, invece, dalla vicina di casa e dalle sue figlie che amoreggiano coi soldati nemici. Una sera Kurt, un tedesco, spara, ubriaco, alla gatta di Palita, ammazzandola. L'Agnese, sconvolta, lo colpisce in testa col suo stesso fucile, uccidendolo, e fugge nascondendosi presso una famiglia di partigiani.

Da questo momento Agnese diventa l'organizzatrice delle staffette, e la "mamma" della compagnia partigiana.

Proprio quando gli alleati inglesi stanno per prendere il sopravvento sui tedeschi, Agnese viene trattenuta dai soldati tedeschi e, riconosciuta da un compagno di Kurt, viene uccisa. Della donna non rimane che "un mucchio di stracci sulla neve".


Riscontri


Tradotto in quattordici lingue, valse all'autrice il Premio Viareggio nel 1949.[1]

Ha avuto una trasposizione cinematografica uscita nel 1976, per la regia di Giuliano Montaldo, dove il ruolo di Agnese è interpretato da Ingrid Thulin.


Note


  1. Premio letterario Viareggio-Rèpaci, su premioletterarioviareggiorepaci.it. URL consultato il 9 agosto 2019 (archiviato dall'url originale il 19 luglio 2014).

Collegamenti esterni


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