L'Anticristo. Maledizione del Cristianesimo (Der Antichrist. Fluch auf das Christenthum) è un libro di Friedrich Nietzsche pubblicato originariamente nel 1895. Fu in realtà scritto nel 1888, ma i suoi contenuti controversi spinsero Franz Camille Overbeck e Heinrich Köselitz a posticipare la sua pubblicazione.[1]
L'Anticristo. Maledizione del Cristianesimo | |
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Titolo originale | Der Antichrist. Fluch auf das Christenthum |
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Autore | Friedrich Nietzsche |
1ª ed. originale | 1888 |
Genere | saggio |
Sottogenere | filosofico |
Lingua originale | tedesco |
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Il filosofo annuncia nell'introduzione che si starebbe rivolgendo a quei pochi che possano comprenderlo («Questo libro è riservato a pochissimi»)[2]. L'etica di Nietzsche in quest'ultimo periodo è legata alla volontà di potenza, che è considerato altra cosa rispetto alle speculazioni che ne farà il nazismo o alle falsificazioni della sorella Elisabeth nel libro omonimo, che è una raccolta di appunti e manoscritti di Nietzsche che il filosofo stesso si era rifiutato di pubblicare.[3]
Nietzsche accorpa come Cristianesimo ogni forma di male sociale per il quale il mondo soffre e quello morale da cui è oppresso l'uomo. San Paolo utilizzò le masse e gli oppressi per arrivare al potere e così cercano di fare, quando Nietzsche scrive, i socialisti. Questi il filosofo tedesco li liquida con disprezzo come cristiani. Il Cristianesimo avrebbe costruito una metafisica del mondo dietro al mondo venendo poi rincorso dal Romanticismo e dall'idealismo tedeschi.
Arthur Schopenhauer, che durante la giovinezza Nietzsche aveva scelto come educatore, sarebbe un nemico della vita, un cristiano (la noluntas, la negazione della vita come prassi del nichilismo). Georg Wilhelm Friedrich Hegel e Schopenhauer sono solo due facce della stessa medaglia. Anche il nuovo corso della Germania dominata dal nazionalismo e dalle paure xenofobe sarebbe il prodotto del potere delle masse e quindi ancora una volta della religione cristiana. Tutto è inquadrato nell'ambito dello stesso fenomeno.
L'unico vero "cristiano" sarebbe Gesù Cristo (poiché il Cristianesimo sarebbe un rovesciamento dell'insegnamento iniziale, l'anticristo coincide con il promulgatore di quello) un uomo morto in croce e non risorto, secondo il parere del filosofo. Il Cristo di Nietzsche è diretta filiazione dal protagonista de L'idiota, romanzo di Fëdor Dostoevskij, come I demoni, da cui è invece ripresa (sempre ne L'Anticristo) la teoria che identifica nella forza e l'importanza di un dio il riflesso di quella del suo popolo.
L'analisi considera poi tutta una serie di episodi e frasi della Bibbia che evidenzierebbero la volontà dei ceti sacerdotali ebraici di tenere lontano l'uomo dal sapere, alimentando falsità e superstizione. Una religione come il Buddhismo sarebbe molto più realistica del Cristianesimo in quanto essa non insegna la lotta contro il peccato ma quella contro il dolore e sarebbe più tollerante.
In chiusura presenta il Codice di Manu, uno dei testi sacri dell'Induismo come esempio di una legislazione modello di una civiltà aristocratica strutturata in caste e promulga la Legge contro il Cristianesimo.
Legge contro il cristianesimo[4] |
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Data nel dì della salute, nel primo giorno dell'anno uno (– il 30 settembre 1888 della falsa cronologia) Guerra mortale contro il vizio: il vizio è il Cristianesimo
Prima proposizione. – Viziosa è ogni specie di contronatura. La più viziosa specie d'uomo è il prete: egli insegna la contronatura. Contro il prete non si hanno motivi, si ha la prigione. Seconda proposizione. – Partecipare ad un ufficio divino è un attentato alla pubblica moralità. Si deve essere più severi contro i protestanti che contro i cattolici, più severi contro i protestanti liberali che contro quelli di stretta osservanza. Il delittuoso dell'essere cristiani cresce vieppiù ci si avvicini alla scienza. Il criminale dei criminali è quindi il filosofo. Terza proposizione. – Il luogo esecrando in cui il Cristianesimo ha covato le sue uova di basilisco sia distrutto pietra su pietra e sia il terrore di tutta la posterità quale luogo abominevole della terra. Su di esso si allevino serpenti velenosi. Quarta proposizione. – La predicazione della castità è istigazione pubblica alla contronatura. Ogni disprezzo della vita sessuale, ogni contaminazione della medesima mediante la nozione di «impurità» è vero e proprio peccato contro il sacro spirito della vita. Quinta proposizione. – Chi mangia allo stesso tavolo con un prete sia proscritto: con ciò egli si scomunica dalla retta società. Il prete è il nostro Ciandala – lo si deve mettere al bando, affamare, menare in ogni specie di deserto. Sesta proposizione. – Si chiami la storia «sacra» sia chiamata col nome che merita in quanto storia maledetta; le parole «Dio», «salvatore», «redentore», «santo» siano usate come oltraggi, come epiteti da criminali. Settima proposizione. – Il resto è conseguenza. L'Anticristo |
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