L'altra parte (Die andere Seite. Ein Phantastischer Roman) è un romanzo dello scrittore ed artista austriaco Alfred Kubin. Venne scritto nell'autunno del 1908 e pubblicato nel 1909, con 52 illustrazioni dello stesso Kubin, dall'editore G. Müller di Monaco/Lipsia.
L'altra parte | |
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Titolo originale | Die andere Seite. Ein Phantastischer Roman |
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Autore | Alfred Kubin |
1ª ed. originale | 1909 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | fantastico |
Lingua originale | tedesco |
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L'altra parte conobbe un assoluto successo tra i letterati ed artisti coevi, benché - e fino ad oggi - l'opera non sia mai divenuta famosa tra il grande pubblico. Il fantastico romanzo, com'era denominato, spiegò effetti tanto su Gustav Meyrink e Franz Kafka, quanto presso i surrealisti dell'area tedesca, per i quali Kubin può essere considerato un pioniere. La stessa altra parte può rientrare nella tradizione di Edgar Allan Poe e di E. T. A. Hoffmann, che Kubin ben conosceva avendo illustrato delle loro opere.
Il 2 novembre 1907 Friedrich Franz Kubin, padre di Alfred, morì dopo una lunga malattia. A peggiorare la situazione si aggiunsero le fragili condizioni fisiche di Hedwig, moglie di Kubin, che fu costretta per tale motivo a recarsi in convalescenza altrove. Rimasto solo nella sua casa di Zwickledt, il trentenne Kubin cadde vittima di una forte depressione, che durò per più di sei mesi.
Nonostante il rifugio nelle letture e nei viaggi all'estero con amici (autunno 1908, Italia del Nord e Venezia con l'amico Fritz von Herzmanowsky), Kubin si ritrovò, per la prima volta in vita sua, incapace di disegnare, nonostante sentisse un grande fremito di creazione dentro di sé. Desideroso di dare in un qualche modo voce a quell'impeto creativo che non riusciva ad incanalare nel disegno, si avvicinò allora alla scrittura: le idee in questo modo fluirono allora come un torrente e in dodici settimane Kubin terminò il suo romanzo L'altra parte, a cui vennero aggiunte una cinquantina di illustrazioni create nelle successive quattro settimane da lui stesso.
Il libro venne pubblicato nell'estate del 1909 dall'editore George Müller e rappresentò il punto cruciale dello sviluppo psichico di Kubin.
L'altra parte (in lingua originale: Die Andere Seite) è la storia, raccontata dal protagonista ("L'artista", ovviamente Kubin stesso), della sua esperienza nella mistica città di Perla, la capitale del Regno del Sogno, localizzata nell'Asia centrale.
La storia inizia con il protagonista che riceve la visita di un uomo che sostiene di lavorare per Claus Patera, un vecchio compagno di classe del protagonista, basato su un vero amico d'infanzia che Alfred aveva a Zell am See, Lothar Patera.
Patera ha invitato l'artista e sua moglie a venire a vivere nella sua città, Perla. Dopo qualche incertezza, la coppia accetta e dopo un lungo viaggio arriva a Perla. In seguito a qualche disavventura e con il passare del tempo, la coppia si accorge che c'è qualcosa che non va con la città: tutti gli abitanti sono un po' matti e sembrano tutti essere tenuti sotto una sorta di incantesimo, vittime di bizzarre allucinazioni e governati dall'invisibile Patera. Patera è infatti una specie di Dio: tutti avvertono la sua presenza, ma nessuno lo vede mai.
Gli eventi diventano più strani e stressanti con il passare del tempo. A causa di questo, la moglie del protagonista (trattasi naturalmente di Hedwig, la vera moglie di Kubin) si ammala e muore. Questo segna l'inizio della caduta di Perla.
Infatti, da un certo punto della storia, la città comincia a crollare e con essa, tutti gli abitanti impazziscono sempre di più. Il caos prende il sopravvento, la gente muore, le persone cercano di uccidersi a vicenda, gli edifici iniziano a crollare.
Gli eventi si concludono con la battaglia finale tra Patera e il suo nemico Hercules Bell, plutocrate e simbolo del capitalismo americano. La battaglia è una metafora della battaglia tra spiritualità e razionalità, da cui Bell esce vincitore. Il protagonista assiste all'intera battaglia e riesce a salvarsi cercando rifugio in una sorta di tempio.
Alla fine della storia, il protagonista è di nuovo a casa, in Germania. Quella terribile esperienza lo ha lasciato vuoto e bramoso solo della morte, ma alla fine egli riconosce che non è solo la morte a regnare sul mondo, ma anche la vita: una battaglia costante di opposti di cui tutti noi siamo solo vittime, una serie costante di alti e bassi, perché anche i momenti più grandi possono essere trasformati in qualcosa di insignificante in una questione di secondi.
La storia si conclude con la frase: "Il demiurgo è un ibrido" (Der Demiurg ist ein Zwitter), che riassume la consapevolezza del protagonista della costante presenza nella vita di bene e di male.
Il libro è naturalmente pieno di riferimenti alla vera vita di Kubin (per esempio, sua moglie Hedwig che si ammala) e di metafore.
Claus Patera rappresenta Dio, che ha cessato di ascoltare l'artista, poiché infatti ogni volta che egli visita il suo palazzo per chiedere aiuto, non riceve mai una risposta.
Il viaggio a Perla non è altro che una rappresentazione di un viaggio nel subconscio di Kubin, seguito dal collasso di Perla e dalla presa del caos, rappresentando la salute mentale dell'artista si aggrava sempre di più. Il romanzo si conclude, infatti, con il protagonista che si sente vuoto e trova il suo unico conforto nel pensiero di porre fine alla propria vita, per poi riconoscere che il vero inferno non è la vita in sé, ma è la lotta costante tra vita e morte, tra gioia e disperazione: la mancanza di equilibrio o di stabilità delle cose e delle persone che ci circondano.
L'altra parte è considerato un romanzo chiave della corrente letteraria espressionista perché ha rappresentato l’animo umano nelle sue emozioni e disperazioni, usando molte metafore e una storia fantastica per rappresentare l’animo travagliato di un uomo. Al posto di utilizzare l’arte per reprimere le sue emozioni - come tutti gli artisti espressionisti stavano facendo - Kubin utilizzò la letteratura. Ecco perché questo romanzo fu così importante.
Dal romanzo è stato tratto nel 1973 da Johannes Schaaf un film dal titolo Traumstadt (it.: Città del sogno), della durata di 124 minuti.
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