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L'armata dei fiumi perduti è un romanzo storico di Carlo Sgorlon del 1985. Racconta la storia dell'occupazione da parte dell'armata cosacca in Carnia durante il periodo successivo all'armistizio dell'8 settembre 1943, vista da una piccola comunità locale. Con questo romanzo Sgorlon vinse il Premio Strega nel 1985[1].

L'armata dei fiumi perduti
AutoreCarlo Sgorlon
1ª ed. originale1985
Genereromanzo
Sottogenereromanzo storico
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneCarnia, seconda guerra mondiale
PersonaggiMarta, Urvàn

Trama


In un piccolo paese della Carnia, la notizia dell'armistizio sembra preannunciare la tanto attesa fine delle sventure che una guerra insensata ha seminato ovunque. Lo spera anche Marta, che abita nella villa della signora Esther assieme alla vecchia padrona di casa e alla sorella del suo fidanzato Arturo, disperso in Russia. Ed invece la guerra ha ancora un conto pesante da riscuotere, anche in questo posto isolato dal mondo: arrivano i tedeschi, passati da alleati ad invasori, e portano via la signora Esther, e gli zingari che passavano da quelle parti, nessuno sa perché, e per che destinazioni. E Marta diventa così suo malgrado la custode di una casa destinata ad accogliere i naufraghi delle tempeste che infuriano in questi tempi disgraziati. Vi si stabilisce il vecchio zingaro Haha, che la sorte ha salvato dal destino oscuro dei suoi cari, ci passerà il soldato Ivos, reduce da molti orrori di guerra, per questo deciso a fare il possibile per evitarne altri, anche a costo di riprendere le armi e combattere. E vi si stabiliranno anche i cosacchi giunti dalla Russia dopo un lungo viaggio, parte di un popolo fiero ed indomito che la storia ha reso ramingo e portato in questa terra così lontana dalle loro case, costringendoli a diventare ladri ed invasori di cose e terre altrui. In quella villa Urvàn, Gavrila, Ghirei, sua madre Dunaika ed il piccolo Luca non troveranno diffidenza e paura, e potranno almeno per un poco vivere l'illusione di un'esistenza normale. Nasceranno anche amicizie e persino l'amore, tra Marta ed Urvàn, uomo segnato da molte vicissitudini ed oppresso da un cupo timore per il destino che incombe su tutto il suo popolo. La guerra ha le sue regole, per gli sconfitti dalla storia non c'è pace duratura, e la convivenza tra gli invasori e la gente delle valli si fa presto difficile, via via che la fame e l'incertezza del futuro aumentano, colpendo in ugual misura occupati, invasori e partigiani. Con l'inevitabile crescere dei conflitti e dell'odio, l'avventura disperata di questo popolo senza terra finisce nella tragedia che il cuore di Urvàn presagiva, tra i burroni del Plöckenpass dove anch'egli trova la fine, e le rive della Drava, dove molti preferiranno il suicidio alla consegna all'implacabile nemico russo. Solo il giovane Ghirei si ribellerà alla sorte riuscendo a fuggire, tornando alla villa di Marta, unico luogo dove la barbarie non trova accoglienza.


Personaggi



Edizioni



Note


  1. Vincitori Carlo Sgorlon L'armata dei fiumi perduti, su Premio Strega. URL consultato il 14 settembre 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).

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