La solitudine dei numeri primi è il primo romanzo di Paolo Giordano.
La solitudine dei numeri primi | |
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Autore | Paolo Giordano |
1ª ed. originale | 2008 |
Genere | Romanzo |
Sottogenere | di formazione |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | Torino, tra gli anni ottanta e gli anni 2000 |
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Romanzo di formazione, narra le vite parallele di Alice e Mattia attraverso le vicende spesso dolorose che ne segnano l'infanzia, l'adolescenza e l'età adulta. Edito da Mondadori, ha ricevuto i Premi Strega[1] e Campiello opera prima[2] 2008. Secondo Tuttolibri, La solitudine dei numeri primi è il libro più venduto in Italia nel 2008, con più di un milione di copie acquistate.[3]
Il romanzo racconta la storia di due persone, entrambe torinesi, Alice Della Rocca e Mattia Balossino, le cui vite vengono gravemente segnate da vicende accadute nella loro infanzia. Sebbene Torino non sia mai menzionata in modo esplicito, vengono fatti riferimenti alla chiesa della Gran Madre dove si svolgono le nozze di Viola Bai, alla basilica di Superga, all'ospedale Maria Ausiliatrice e al Fraitève, dove Alice si ferisce finendo nel dirupo.
Alice viene presentata come una bambina di sette anni che, pur odiando la scuola di sci e non mostrando alcuna attitudine particolare per tale sport, viene costretta a frequentarne un corso dal padre, che nutre grandi aspettative nei suoi confronti. Una mattina Alice si separa dal resto del gruppo e, nel tentativo di ritornare a valle, finisce in un dirupo rimanendo gravemente ferita, tanto da rimanere zoppa per il resto della vita.
Mattia è un bambino dotato di un enorme intelletto, al contrario della gemella Michela che invece è affetta da una grave forma di disabilità intellettiva. Isolato dal resto dei coetanei per via della sua "scomoda" sorella, Mattia vive la propria infanzia in solitudine. Poi, un giorno, per poter partecipare alla festa di compleanno di un compagno di classe, lascia la sorella in un parco, pensando di andarla a riprendere più tardi. Ma al suo ritorno Michela è scomparsa, forse annegata nel vicino fiumiciattolo, sebbene le numerose ricerche in seguito non abbiano portato a nulla. Questi avvenimenti segnano profondamente la vita dei due ragazzi.
Il racconto si sposta nel periodo della loro adolescenza: Alice soffre di anoressia nervosa ed è snobbata dai ragazzi in quanto zoppa. Con una vita sociale pressoché nulla, Alice attira l'attenzione di Viola Bai, compagna di classe molto popolare, che decide di ammetterla nel proprio giro di amicizie. Grazie all'incoraggiamento di Viola, Alice conosce Mattia, che è diventato un ragazzo problematico: non ha alcun interesse nelle interazioni sociali e ha una malsana tendenza all'autolesionismo. Alice e Mattia stringono un'amicizia particolare: ciascuno svolge la propria esistenza autonomamente, ma ogni volta tornano a cercarsi. Continuano a frequentarsi anche dopo il liceo, quando Mattia si iscrive a matematica e Alice sviluppa la propria passione per la fotografia.
Nel frattempo Fernanda, la madre di Alice, si ammala di un tumore e viene ricoverata in ospedale; lì Alice conoscerà Fabio Rovelli, un giovane medico. Mattia, intanto, conseguita la laurea, riceve un'offerta per una cattedra d'insegnamento presso un'università del nord Europa, probabilmente in Norvegia. La cosa lo lascia molto dubbioso, complicandogli la scelta. In questo periodo della sua vita, Mattia racconta per la prima volta ad Alice la storia di Michela e per la prima volta i due ragazzi si scambieranno un bacio. Ciò nonostante, un litigio fra Alice e Mattia convince il ragazzo a partire. Alla fine Fernanda muore ed Alice sposa Fabio, mentre Mattia vive in solitudine all'estero. Il matrimonio tra Fabio ed Alice declina lentamente: Fabio vuole un figlio da Alice ma lei, non avendo più le mestruazioni da anni a causa dell'anoressia, non può restare incinta e non vuole curarsi. La coppia si separa e Alice cade in depressione.
Nel frattempo Mattia esercita con successo la professione di insegnante di topologia algebrica presso l'università straniera, dove conosce un collega, Alberto, anch'egli italiano. I due fanno un'importante scoperta che riguarda l'algebra e vanno a festeggiare a casa di Alberto. In quell'occasione Mattia conosce una donna, Nadia, amica del collega, con la quale passerà una notte di sesso. Intanto gli anni passano. Nel 2007 Alice viene convinta dal suo datore di lavoro (fotografo) a farsi vedere da un medico in ospedale, ma lì all'ingresso si imbatte in una ragazza che somiglia molto a Mattia, e che ad Alice fa tornare in mente Michela, la gemella scomparsa: pur non essendo certa dell'identità della ragazza, Alice decide di chiamare Mattia senza però specificarne il motivo.
Mattia, pur non sapendo di cosa si tratti, accetta l'invito di Alice e torna in Italia: Alice, dubbiosa sull'identità della ragazza vista, non trova il coraggio di raccontare a Mattia ciò che credeva di aver visto, ma i due amici passano un pomeriggio insieme durante il quale Alice lo bacia, scoprendo così di essere ancora innamorata di lui. Nonostante ciò non riescono a superare il muro di solitudine che li separa, e Mattia ripartirà senza che il loro rapporto abbia avuto alcuno sviluppo. I due ragazzi sono infatti paragonati a due numeri primi gemelli (numeri primi solitari ed isolati, ma vicinissimi fra loro, poiché separati da un solo numero): accomunati dalle stesse particolarità, attratti l'uno verso l'altra, non riescono mai ad unirsi, perché divisi da un invalicabile ostacolo.
Secondo l'autore, Mattia e Alice, i protagonisti del romanzo, «estremamente rappresentativi di un certo mondo giovanile della borghesia, della borghesia opulenta, che garantisce agiatezza ai propri figli lasciandoli nella più assoluta solitudine spesso abbandonati a se stessi»,[4] vengono indicati con due numeri 2 760 889 966 649 (per Mattia) e 2 760 889 966 651 (per Alice), che sono due numeri primi gemelli,[5][6] cioè separati da un unico numero pari che non permette loro d’incontrarsi, nonostante siano così vicini. Tale idea di fondo de La solitudine dei numeri primi è nata durante la fase di scrittura (durata nove mesi[7]); Giordano, infatti, non era a conoscenza dell'esistenza di questo tipo particolare di numeri primi, ma li ha scoperti consultando Wikipedia.[8]
Per la copertina, è stato usato l'autoscatto di una ventenne olandese di nome Mirjan, pubblicato su deviantART il 14 ottobre 2007;[9] Giordano stesso pone la particolare copertina, che mostra un viso volutamente ambiguo,[9] fra le concause del successo dell'opera, indicando come molte persone, alle presentazioni del libro, abbiano dichiarato di "essere state indotte ad acquistarlo da quello sguardo in copertina".[10] La dedica del libro ("A Eleonora, perché in silenzio te l'avevo promesso") è per un'amica dei tempi del liceo.[11]
Il titolo originale scelto da Paolo Giordano per il libro (Dentro e fuori dall'acqua) è stato cambiato, su suggerimento dell'editor della Mondadori, lo scrittore Antonio Franchini[12].
Il 10 settembre 2010 è uscito l'omonimo film tratto dal romanzo, coprodotto dalla Offside di Mario Gianani e dalla francese Les Films des Tournelles, con il supporto della Film Commission Torino Piemonte. La pellicola, le cui riprese erano iniziate nell'autunno 2009,[13] è diretta da Saverio Costanzo, curatore della sceneggiatura assieme allo stesso Giordano;[14] nel cast, Alba Rohrwacher nella parte di Alice[13], Luca Marinelli in quella di Mattia e Isabella Rossellini in una parte minore: Adele, la madre di quest'ultimo. Il film, come la vicenda del libro, è ambientato a Torino. La colonna sonora è stata affidata a Mike Patton e Brando Lupi.
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