Lo straniero (L'Étranger) è un romanzo dello scrittore e filosofo francese Albert Camus, pubblicato nel 1942 per Gallimard. Unanimemente considerato dai critici uno dei romanzi capitali della letteratura universale, diede immediata notorietà all'autore. È la storia di Meursault, un piccolo impiegato che vive ad Algeri, e che conduce, come tanti, un'esistenza chiusa in uno squallido conformismo. Un giorno, quasi per caso, uccide un arabo. Arrestato, egli non tenta neppure di giustificarsi, di difendersi: viene processato e condannato a morte. L'opera affronta vari interrogativi: chi sia Meursault – estraneo a sé stesso – un volgare assassino, un folle o un ribelle; quale significato abbiano il suo gesto e il suo comportamento. Camus racconta la storia di un delitto assurdo e denuncia l'assurdità di vivere e dell'ingiustizia universale.
Lo straniero | |
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Titolo originale | L'Étranger |
Altri titoli | L'estraneo |
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Autore | Albert Camus |
1ª ed. originale | 1942 |
1ª ed. italiana | 1947 |
Genere | romanzo |
Lingua originale | francese |
Protagonisti | Meursault |
Altri personaggi | signora Meursault (madre del narrante), il direttore dell'ospizio di Marengo, il portinaio dell'ospizio, Tommaso Perez, Emanuele, Maria Cardona, Celeste, Salamano, Raimondo Syntes, Masson e sua moglie |
Preceduto da | Le Mythe de Sisyphe |
Seguito da | Le Malentendu |
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Sono tematiche tipiche dell'esistenzialismo, eppure Camus non si considerò mai un esistenzialista.[1]
Le Monde lo posiziona al 1º posto della classifica dei 100 migliori libri scritti nel ventesimo secolo.
L'opera, divisa in due parti, racconta della vita di Meursault, un uomo francese che vive ad Algeri, allora appartenente alla Francia: le vicende sono raccontate in prima persona dal protagonista.
(FR)
«Aujourd'hui, maman est morte. Ou peut-être hier, je ne sais pas.» |
(IT)
«Oggi la mamma è morta. O forse ieri, non so.» |
(Albert Camus, Lo straniero) |
La vicenda si apre con la morte della madre del protagonista, ospite di una casa di cura fuori città. Il carattere di Meursault viene subito messo in evidenza: sembra non provare alcun tipo di emozione per la madre, rifiuta di vederne le spoglie quando gli viene chiesto dal direttore della casa di riposo, e preferisce bere caffè e fumare vicino alla bara, destando non poca perplessità nelle persone che lo osservano.
Il giorno dopo il funerale, Meursault inizia una relazione con una donna di nome Maria, sua ex collega di ufficio, incontrata in spiaggia: dopo un bagno, i due vanno al cinema a guardare un film comico di Fernandel. Per quanto Maria sia veramente innamorata di lui e desideri sposarlo, il protagonista prova per lei solo desiderio fisico privo di sentimenti: alla proposta di matrimonio avanzata da Maria, Meursault si dimostra ancora una volta indifferente, dicendo che per lui va bene sposarsi ma non gli farebbe alcuna differenza non farlo affatto. Meursault si ritrova, per una serie di circostanze e senza una volontà precisa, a commettere un omicidio su una spiaggia, colpendo un arabo e uccidendolo per poi sparare, dopo qualche secondo di attesa, altre quattro volte sul suo corpo inerte. La pistola gli era stata data da un suo amico, Raymond Synthès, il quale pur dichiarandosi un magazziniere è in realtà un lenone e sfruttatore di donne che aveva schiaffeggiato e picchiato la sorella della vittima, provocando in questi un desiderio di vendetta; lo stesso Meursault su suggerimento dell'amico aveva scritto nei giorni addietro una lettera alla donna per convincerla a tornare da Raymond.
Meursault viene messo in prigione per il suo crimine e durante il lungo processo viene discusso, più che l'assassinio, il fatto che l'imputato sembri non provare alcun tipo di rimorso per quello che ha fatto, tanto da risultare un processo morale più che giuridico: il pubblico ministero nella sua arringa finale afferma che Meursault va punito in quanto il reato da lui commesso non è di certo meno grave del parricidio perpetrato da un uomo per il quale si tiene un processo quello stesso giorno; non è tanto l'aver ucciso un uomo che desta stupore, ma tutte le stravaganti iniziative e mosse dell'imputato: ad esempio il fatto che il giorno successivo alla morte della madre sia andato a vedere un film comico al cinema con una donna conosciuta poche ore prima, come se nulla fosse accaduto. Malgrado i tentativi dell'avvocato difensore, assegnatogli d'ufficio, e vista anche la poca collaborazione dell'imputato che, forse anche un po' per inettitudine, non difende nemmeno sé stesso, alla fine il protagonista viene condannato a morte. Egli non tenta nemmeno di trovare il perdono attraverso Dio, che considera una "perdita di tempo", rifiutando il conforto di un prete: nel tentativo di rigettare la proposta del cappellano di conversione alla fede cristiana dal suo stato di ateismo, o meglio di apatia, Meursault ha un accesso di rabbia e, venendo alle mani col prete, sfoga su di lui tutte le sue frustrazioni mostrandogli quanto può essere assurda la condizione umana; esprime così nelle sue parole tutta la sua angoscia personale, senza tregua, per l'insensatezza della sua libertà, della sua esistenza e delle sue responsabilità. Nessuno, secondo lui, ha il diritto di giudicarlo per le sue azioni o per quello che è, e nessuno, quindi, può arrogarsi il diritto di giudicare un altro uomo. Il racconto si chiude con Meursault che realizza quanto l'universo stesso sembri indifferente rispetto all'umanità; ed è proprio in una delle notti precedenti all'esecuzione capitale, una delle tante nelle quali prova a non dormire per evitare che qualcuno lo svegli per portarlo al patibolo, che il giovane sembra trovare finalmente un momento di felicità nella sua indifferenza verso il mondo e nella mancanza di significato e senso che egli riscontra in tutto ciò che lo circonda.
Nel 1956, Carl Albert Viggiani analizzando l'opera ha scritto[2]: "All'apparenza Lo straniero sembra un libro estremamente semplice ma scritto e pianificato molto attentamente. In realtà, è una creazione densa e ricca, piena di significati sconosciuti e qualità formali. Ci vorrebbe un libro almeno della lunghezza del romanzo per fare un'analisi completa del significato e della forma e le corrispondenze di significato e forma, ne Lo straniero".
Il romanzo è stato portato sugli schermi la prima volta nel 1967 in una versione cinematografica diretta da Luchino Visconti. Più di recente un'altra versione (moderna) è stata realizzata nel 2001 con il film Yazgı (Destino) del regista turco Zeki Demirkubuz.
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