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Problemi (in greco antico: Προβλήματα, Problémata) è una raccolta di questioni nella forma di domande e risposte la cui attribuzione ad Aristotele è discussa.

Problemi
Titolo originaleΠροβλήματα
AutorePseudo-Aristotele
PeriodoIII secolo a.C.-VI secolo d.C.
Generesaggio
Sottogenerefilosofia
Lingua originalegreco antico

Struttura


Il libro è diviso per argomento in 38 sezioni e contiene 890 problemi. L'opera non deve essere confusa con gli Ethica problemata o Problemata inedita (a cura di H. Usener) dello pseudo-Alessandro di Afrodisia, né con i Problemata Mechanica, un altro testo pseudo-aristotelico[1].

Questa compilazione, sviluppata dalla Scuola peripatetica, sembra essersi evoluta tra il III secolo a.C. e il VI secolo d.C. e avere preso la sua attuale forma nel Medioevo. Si suppone, tuttavia, che Aristotele «abbia scritto il nucleo principale di questo repertorio riguardante la medicina, l'etica e la filosofia naturale»[2].

Qualche esempio può chiarire la tipologia dell'opera. L'autore si chiede, ad esempio: come mai sedendosi vicino al fuoco si avverte la necessità di orinare? La sua risposta è: perché il fuoco scioglie le cose solide. È chiaro che, se avesse ragione, allontanandosi dal fuoco dovrebbe anche passare la voglia[3]. Un altro dei Problemi è: come mai soffiando sulle mani queste si scaldano, mentre soffiando sulla zuppa questa si raffredda? La risposta è: perché quando si soffia sulla minestra, si tiene la bocca quasi chiusa, dunque il calore dell'aria rimane dentro la bocca e quel poco che esce fuori evapora subito per la violenza del soffio[4].


Traduzioni medievali e moderne


L'opera fu conosciuta inizialmente da una traduzione siriaca, successivamente tradotta in arabo da Ḥunain ibn Isḥāq (IX secolo), e ebraico da Moses ibn Tibbon (1264); dello stesso periodo è la traduzione latina di Bartolomeo da Messina (verso il 1260), seguita da quella di Pietro di Abano (verso il 1310).

La prima traduzione in un volgare europeo fu quella di Évrart de Conty in francese medio (Le Livre des Problemes, datato intorno al 1380)[5].

Alla prima età moderna risale la traduzione latina di Teodoro Gaza (Problematum Aristotelis sectiones duaedequadraginta), mentre ancora nel XVII secolo fu pubblicata una nuova traduzione latina con commento di Ludovico Settala, Ludovici Septalii commentariorum in Aristotelis problemata tomus I( -II) ab eodem latine factas, Francofurti Apud Claudium Marnium & heredes Ioannis Aubrii, 1602.


Note


  1. Cfr. Roy Laird, The Scope of Renaissance Mechanics, in Osiris, 2e, n. 2, 1986, pp. 43-68.; Mohammed Abattouy, Nutaf min al-Hiyal: An Arabic Partial Version of Pseudo-Aristotle’s Mechanical Problems, Londra, 2007 (online).
  2. Secondo Amandine Mussou, Compte rendu des différents travaux concernant la traduction des Problemata d’Aristote par Évrart de Conty (c. 1380).
  3. Aulo Gellio, Noctes Atticae, XIX, 4 formula la questione in questi termini: «Vi sono dei libri di Aristotele, intitolati Questioni fisiche [Problemata Physica], che sono assai divertenti e pieni di opportune osservazioni d'ogni genere. [...] Così pure indaga perché colui che a lungo sta presso il fuoco abbia voglia di urinare. [...] Quanto all'urinare reso frequente dalla vicinanza al fuoco, si esprime con queste parole: Il fuoco dissolve la materia solida, come il sole fonde la neve». (Traduzione di Luigi Rusca, Milano, Rizzoli, 1968, pp. 572-573).
  4. Erasmo, Adagi, Milano, Bompiani, 2013, Centuria 8, n. 730, p. 711: Ex eodem ore calidum et frigum efflare: «Ma di questa cosa, che aveva meravigliato il satiro, espone il motivo Aristotele nei Problemi, sezione trentaquattresima, problema settimo [34,7,964a 10-18], e crede che ciò accada per questo motivo, cioè che chi alita fortemente non muove tutta l’aria, ma espira con la bocca molto stretta un po’ di vento, in modo che il calore emesso dalla bocca svanisce subito per l’aria restante, che muove grazie al grandissimo impeto, e diventa freddo».
  5. F. Guichard-Tesson, Évrart de Conty, poète, traducteur et commentateur, in Aristotle's "Problemata" in Different Times and Tongues, éd. Pieter De Leemans et Michèle Goyens, Leuven, Leuven University Press (Mediaevalia Lovaniensia. Series I. Studia, 39), 2006, p. 145-174.

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