Quer pasticciaccio brutto de via Merulana è un romanzo di Carlo Emilio Gadda. Apparve per la prima volta in cinque puntate sulla rivista Letteratura nel 1946 e, riveduto e ampliato, 11 anni dopo in volume pubblicato dall'editore Garzanti, prevedendo un secondo volume che Gadda non portò mai a termine, lasciando così senza soluzione l'enigma poliziesco.
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Quer pasticciaccio brutto de via Merulana | |
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Autore | Carlo Emilio Gadda |
1ª ed. originale | 1957 |
Genere | romanzo |
Sottogenere | giallo |
Lingua originale | italiano |
Ambientazione | Roma, 1927 |
Protagonisti | Commissario Francesco "Ciccio" Ingravallo |
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Roma, marzo 1927. Durante i primi anni del fascismo il commissario della Squadra Mobile di Polizia Francesco Ingravallo (detto "don Ciccio"), arguto e orgoglioso molisano, è incaricato di indagare su un furto di gioielli ai danni di un'anziana donna di origini venete, la vedova Menegazzi. In seguito viene uccisa, nello stesso palazzo che era stato teatro della rapina, la moglie di un uomo piuttosto ricco, la signora Liliana Balducci. Il luogo del furto e dell'omicidio è un tetro palazzo al civico 219 di via Merulana, noto come "Palazzo degli Ori", situato poco distante dal Colosseo.
La narrazione parte con la descrizione dell'ambiente attorno alla signora Balducci e si allarga ai Castelli Romani da dove provengono le domestiche della signora e le "nipoti", ragazze che accoglieva come figlie per compensare solitudine e mancata maternità. Intorno, una folla di comparse: la svenevole e avvizzita contessa Menegazzi, vittima del furto, il commendator Angeloni "prosciuttofilo", i brigadieri della questura, i carabinieri di Marino a caccia di indizi nella campagna, le figure sfocate delle domestiche e nipoti. Il giallo infine approda alla scoperta di un responsabile: l'ultima domestica di Liliana, ma senza che ciò sia confermato. Non a caso nelle varie redazioni il finale viene modificato e il colpevole cambia.
Il romanzo, ideato a partire dal 1945, venne scritto in prima stesura durante il soggiorno fiorentino di Gadda, sotto l'impulso liberatorio e compositivo seguente la fine della guerra e la caduta del regime fascista.
La prima pubblicazione, avvenuta a puntate sulla rivista Letteratura nel 1946, ebbe una diffusione molto limitata. Dopo il trasferimento di Gadda a Roma come giornalista Rai, l'editore Livio Garzanti gli propose la pubblicazione in volume, realizzata nel 1957 con un immediato successo: l'autore, fino ad allora conosciuto e stimato da una ristretta cerchia di critici, divenne quindi noto al grande pubblico.
Tra la prima versione del romanzo e quella definitiva in volume vi sono alcune differenze, come varianti nel testo e una diversa articolazione dei capitoli (da sei a dieci), finalizzata ad aumentare la tensione narrativa del racconto. La prima parte del romanzo è incentrata sulla scoperta dei delitti e sulle indagini tra gli esponenti della borghesia romana, mentre la seconda sulle indagini all'interno del proletariato della periferia della città.
Il romanzo è privo di un vero e proprio protagonista, o di un punto di vista che rifletta quello dell'autore, se non a tratti il personaggio di Ingravallo, che cerca di porre ordine in una situazione caotica. La mescolanza tra le situazioni, i personaggi, e il loro linguaggio, dà luogo a un plurilinguismo e a un intreccio tra spaccato popolare e borghese. Non a caso Calvino, nelle sue Lezioni americane, lo propone come esempio della vocazione alla molteplicità tipica dei romanzi moderni.
Tra il 1946 e il 1947 lo stesso Gadda elaborò un abbozzo di adattamento cinematografico del romanzo destinato alla Lux Film, ma la sceneggiatura venne pubblicata solo nel 1983 con il titolo Il palazzo degli ori. Solo dopo il successo della pubblicazione in volume si pensò ad un adattamento per il cinema e nacque il film Un maledetto imbroglio, diretto da Pietro Germi e uscito nel 1959. La sceneggiatura fu approvata ma non curata da Gadda: anche per la consumata abilità del regista, ne venne fuori comunque un solido e sanguigno poliziesco, benché ovviamente nel film la componente linguistica non sia trasportabile e per necessità di racconto si sia comunque dovuto trovare un colpevole.
Dal lavoro di Gadda è stata inoltre ricavata nel 1983 la miniserie televisiva omonima Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, interpretata da Flavio Bucci e diretta da Piero Schivazappa su sceneggiatura di Franco Ferrini derivata dal romanzo originale.
Nel 1996 Luca Ronconi ne fece un'edizione teatrale andata in scena per la prima volta al Teatro Argentina di Roma. Peculiarità di questa rappresentazione è la fedeltà che Ronconi tenne al romanzo, apportando solo alcuni tagli mantenne il testo inalterato dividendolo tra i vari personaggi che recitavano sia i dialoghi che le parti in terza persona.
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