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Storia criminale del cristianesimo è un'opera storica in 10 volumi di Karlheinz Deschner, pubblicata in Italia dalla casa editrice Ariele con un dichiarato intento anticlericale.[1]

Storia criminale del cristianesimo
Titolo originaleKriminalgeschichte des Christentums
AutoreKarlheinz Deschner
1ª ed. originale1986
1ª ed. italiana2000
Generesaggio
Lingua originaletedesco

Storia


Lo stesso argomento in dettaglio: Karlheinz Deschner.

Alla fine degli anni sessanta, Karlheinz Deschner presenta una serie di conferenze che hanno come tema i crimini commessi dal clero cristiano e in particolar modo cattolico dall'ascesa del cristianesimo a religione di Stato dell'Impero romano. Una di queste, nel 1969 gli costa una citazione in tribunale per "vilipendio alla chiesa", causa che però vincerà.[2] Dal 1970 Deschner è al lavoro al suo ambizioso progetto Storia criminale del cristianesimo, che porta avanti aiutato dal mecenatismo offerto dagli industriali Herbert Steffen, Alfred Schwarz e altri amici.

Durante le prime fasi della lavorazione dei libri, per qualche tempo un mecenate aveva finanziato un team di storici che doveva aiutare l'autore a valutare le fonti. L'esperimento venne però interrotto dopo poco perché il materiale che gli storici fornivano non era, secondo il giudizio di Deschner, sufficientemente esatto e per tale ragione egli decise di organizzare in prima persona le ricerche.

Il primo tomo della Storia criminale del cristianesimo è uscito in Germania Ovest nel 1986, ed è stato tradotto in italiano e pubblicato in Italia nel 2000. Il completamento dell'intera opera è avvenuto nel 2013 con la pubblicazione del decimo e ultimo volume, il curatore editoriale dell'intera opera, è stato Carlo Modesti Pauer (più noto per la trasmissione di Rai 4 Wonderland), che ne ha anche curato più volte la presentazione in occasione di manifestazioni culturali.[3]


Contenuto


L'opera ha l'obiettivo di dimostrare, attraverso un attento e documentato studio della storia e citazione puntuale di documenti originali, le contraddizioni che caratterizzerebbero la dottrina religiosa e i molteplici atti criminali di cui si sono macchiati il clero, la Chiesa cattolica e in generale lo stesso cristianesimo fin dalla sua legittimazione e assunzione a religione di Stato nell'Impero romano, partendo dalle persecuzioni nei confronti dei pagani e dall'antisemitismo, passando per le crociate, l'Inquisizione, l'Indice dei libri proibiti, la simonia del clero, fino ai più recenti scandali che coinvolgono gli interessi economici del Vaticano rappresentati dallo Istituto per le opere di religione (IOR) e gli abusi sessuali sui minori da parte di membri del clero cattolico.

Deschner infatti dichiara di scegliere la dicitura Storia criminale, in luogo di Storia dei crimini, in quanto sostiene essere la storia del cristianesimo interamente fondata su atti che ledono la libertà degli individui, anziché essere costellata da singoli episodi.[senza fonte]


Tomo I: l'età arcaica


Questo primo volume è apparso dopo una preparazione di 16 anni ed illustra la nascita e l'ascesa del cristianesimo sino a diventare religione di Stato dell'impero romano. Deschner inizia con uno sguardo retrospettivo sull'Antico Testamento, descrivendo poi l'insediamento degli israeliti in Palestina nel periodo compreso tra il disgregarsi del dominio egiziano sulla regione e la distruzione del sistema delle città stato cananee.

Questa introduzione, che non riguarda direttamente il cristianesimo ma l'antico giudaismo, è rivolta a chiarire la relazione tra le pretese religiose e la politica di violenza; Deschner individua qui l'origine di una tradizione della “guerra santa” che in epoche successive porterà anche i cristiani a praticare innumerevoli eccidi di massa in nome del Dio d'Israele. Sono descritti i numerosi casi per i quali la Torà prevedeva la pena di morte per i delitti di natura religiosa, la politica di conquista di re Davide, il dominio e la corruzione dei sacerdoti ed infine il tramonto dello stato d'Israele in epoca romana. Solo grazie a questo tramonto fu possibile l'ascesa del cristianesimo nell'impero romano, poiché solo da allora i cristiani poterono considerarsi l'autentico Israele di Dio.

L'antigiudaismo cristiano inizia nel Nuovo Testamento e procede nell'interpretarsi della Chiesa quale nuovo Israele. Con l'ausilio di selezionate citazioni Deschner accusa di antisemitismo dottori della Chiesa quali Efrem il Siro, Giovanni Crisostomo, San Girolamo e Ilario di Poitiers. Egualmente, secondo Deschner, i padri della Chiesa si sarebbero scagliati contro eretici e falsi credenti. Deschner prende tuttavia le difese di Origene, che egli annovera come uno tra i cristiani più nobili.

Un intero capitolo è dedicato all'”attacco al paganesimo”. Deschner analizza non solo le persecuzioni anticristiane in rapporto alle esagerazioni degli storici ecclesiastici sulla "leggenda dei martiri", ma anche lo sguardo retrospettivo dei cristiani verso gli imperatori pagani. Deschner considera inoltre Celso e Porfirio come i primi significativi avversari del cristianesimo. L'imperatore Costantino I, che fece del cristianesimo “una Chiesa di stato”, secondo Deschner trasformò “la Chiesa dei pacifisti nella Chiesa dei cappellani militari”.

Deschner considera la rinuncia del fondamentale valore pacifista del cristianesimo precedente Costantino come “una bancarotta dell'insegnamento di Cristo”. L'autore si dilunga perciò sugli effetti suscitati dallo stesso Costantino nella lotta contro giudei, “eretici” e pagani. Non viene risparmiato dalle critiche neppure il regno di Armenia, il primo a proclamare il cristianesimo religione di Stato nel 301, dato che questi inaugurò il nuovo corso con una “violenta persecuzione dei pagani”. Riguardo all'imperatore Giuliano, Deschner afferma che egli “superò i suoi predecessori in tutto e per tutto: dal punto di vista caratteriale, etico, spirituale”. Pur se Deschner considera ambiguo il tentativo da parte di Giuliano di restituire legittimità alla religione pagana, egli afferma a proposito:

„Vielleicht, wer weiß, wäre eine nichtchristliche Welt in genauso viele Kriege gestürzt – obwohl die nichtchristliche Welt seit siebzehn Jahrhunderten weniger Kriege führt als die christliche! Schwer vorstellbar aber in einer heidnischen Welt: die ganze Heuchelei der christlichen. Und noch schwerer denkbar deren religiöse Intoleranz.“– Kriminalgeschichte BD. 1, S. 317 und passim “chissà, forse un mondo non cristiano sarebbe precipitato in un egual numero di guerre, sebbene in diciassette secoli di storia ne abbia causato assai meno di quelle provocate dal mondo cristiano! Ma in un mondo pagano sarebbe stata difficilmente immaginabile tutta l'ipocrisia dei cristiani. E ancora più difficile da immaginare sarebbe stata la loro intolleranza religiosa.” – Kriminalg. Tomo 1, p. 317 e segg.

La conclusione del primo volume è dedicata alla valutazione dei padri della Chiesa Atanasio, Ambrogio e Agostino. Deschner rimprovera ad Atanasio “mancanza di scrupoli” e sete di “prestigio e potere”. Ambrogio è – secondo le parole di Deschner – “un fanatico antisemita”. Grazie alla sua politica ecclesiastica “inflessibile ed intollerante, ma mai in modo esplicito; piuttosto: sempre con la più esperta sinuosità”, egli sarebbe stato un "sino ad oggi un esempio per la Chiesa" (pagina 400 e segg.). Agostino, infine, che antepose il patriottismo allo stesso amore di padre per il figlio, giustificò tanto la “guerra giusta” quanto la “guerra santa”.


Tomo II: la tarda antichità


Deschner afferma che “condizioni quali quelle dell'antica Roma” sarebbero caratteristiche della Chiesa romana. Le atrocità dei pastori cristiani della tarda antichità sono state sino ad oggi manipolate, abbellite o taciute in mille maniere.


Tomo III: la Chiesa antica


A differenza degli altri volumi, che seguono un ordinamento cronologico, Deschner esamina qui le cosiddette questioni criminali fondamentali, che egli identifica nei seguenti raggruppamenti:


Tomo IV: l'alto Medioevo


Nell'età alto medioevale si determina la separazione da Bisanzio, inizia il conflitto con l'Islam e i papi romani divengono tra i più potenti sovrani. Deschner giudica papa Gregorio I un uomo dalla doppia morale, poiché questi, mentre predicava continuamente penitenze in vista dell'imminente fine del mondo, brigò per estendere il proprio potere con ogni mezzo, fosse pure il carcere, la tortura, l'invito al saccheggio e alla presa di ostaggi; inoltre, Gregorio seppe anche usare la corruzione.

La Donazione di Costantino è definita da Deschner come la più grossa falsificazione di documenti della storia. Alla fine del volume vengono rimproverate a Carlo Magno le relazioni opportunistiche con i pontefici, le sue sanguinose campagne di evangelizzazione a colpi di spada e la distruzione dei regni dei Longobardi e degli Avari.


Tomo V: IX e X secolo


Al volume è premessa una replica di Deschner all'antologia Criminalizzazione del cristianesimo?[4] e un editoriale sullo stesso argomento da parte di Hermann Gieselbusch, curatore dell'editore Rowohlt. Secondo Deschner, nel IX e X secolo si verifica una forte commistione interiore tra il potere temporale e quello spirituale. Nascono i principati ecclesiastici e si sviluppa la militarizzazione dell'alto clero.

Sotto gli Ottoni, la Chiesa del Sacro Romano Impero venne completamente militarizzata; diocesi e abbazie disponevano di un potenziale militare significativo. Anche i pontefici scendevano in guerra: nell'849 Leone IV, nell'877 Giovanni VIII, nel 915 Giovanni X. I papi si scomunicavano a vicenda e alcuni furono gettati in carcere, strangolati, mutilati, avvelenati. Sergio III ne fece uccidere addirittura due. Nel capitolo terzo viene trattata la questione dei Decretali dello Pseudoisidoro, che sono considerati la falsificazione più importante dell'epoca carolina (Dawson).


Tomo VI: XI e XII secolo


Questo volume tratta: dell'imperatore Enrico II il santo, che condusse tre guerre contro la Polonia cattolica alleandosi con pagani; del pontificato ricco di conseguenze di Gregorio VII, definito un “satana aggressivo”, che nel corso della lotta per le investiture, al fine di conseguire la vittoria della Santa Sede sul trono imperiale (Canossa), causò lo scisma con la Chiesa d'Oriente, la prima crociata (con il massacro di tutti gli abitanti di Gerusalemme) e le conseguenti seconda e terza crociata.


Tomo VII: il XIII e il XIV secolo


Deschner si sofferma qui sull'imperatore Enrico VI di Svevia, che volle cingere la corona imperiale senza benedizione papale. Quindi, l'autore passa a trattare Innocenzo III, il pontefice più potente della storia. Nell'epoca in questione si fanno crociate da tutte le parti. Tra queste, la quarta crociata (contro Bisanzio), la crociata di Federico II di Svevia, quelle di Luigi IX il Santo verso l'Egitto e verso Tunisi, la grottesca crociata dei fanciulli, le crociate di cristiani contro cristiani, i Vespri siciliani, l'annientamento dei Templari, lo sterminio dei pagani nel Nordest europeo, gli eccidi di ebrei da parte cristiana e non ultima l'inquisizione totalitaria, destinata a soffocare qualsiasi reazione degli spiriti più liberi.


Tomo VIII: il XV e il XVI secolo


Deschner descrive qui l'inizio della caccia alle streghe, lo Scisma d'Occidente, i pontefici del Rinascimento, la lotta contro l'opposizione interna alla Chiesa (Wycliff, Hus, il Concilio di Costanza, Lutero e la rivolta dei contadini in Germania tra il 1524 e il 1525).


Tomo IX: dalla metà del XVI sino ai primi del XVIII secolo


Nel nono volume vengono trattati i seguenti argomenti:


Tomo X: Dal XVIII secolo in poi


Più di un quarto di secolo dopo la pubblicazione del primo volume, Deschner completa finalmente il suo lavoro con la pubblicazione del X e ultimo testo della sua fatica letteraria. Questo tomo parla della crisi del papato avvenuta dopo l'inizio del XVIII secolo e la progressiva separazione tra Stato e Chiesa.


Ricezione dell'opera


Le reazioni alle pubblicazioni di Deschner non furono univoche: non solo la stampa, ma anche gli specialisti dettero giudizi contrastanti sull'opera. Su iniziativa di alcuni storici della Chiesa, agli inizi dell'ottobre 1992, fu organizzato un simposio di tre giorni sui primi tre volumi dell'opera. Oltre a Deschner, il promotore Hans Reinhard Seeliger invitò all'Accademia cattolica di Schwerte 22 specialisti, tra i quali erano esperti di storia ecclesiastica, di Patrologia, di storia antica, archeologi, e giuristi.

Gli atti del convegno apparvero nel 1993 in forma antologica, pubblicati con lo stesso titolo che era stato dato all'incontro: Kriminalisierung des Christentums? Karlheinz Deschners Kirchengeschichte auf dem Prüfstand (Criminalizzazione del cristianesimo? La storia della Chiesa di Karlheinz Deschner alla prova). Deschner rifiutò la partecipazione al simposio e si giustificò sostenendo che una sua risposta alle questioni essenziali era già sufficientemente illustrata nella prefazione al primo volume.

Egli si decise tuttavia ad inviare, a titolo esemplificativo, una replica alla relazione di Maria Radnoti-Alföldi (L'imperatore Costantino, un grande della storia?), con uno scritto che fu poi preposto al quinto tomo della sua opera. Gli altri interventi del simposio furono invece ignorati. Sempre nell'introduzione al quinto volume, Hermann Gieselbusch, curatore dell'editrice Rowohlt, segnalò come ben pochi partecipanti al convegno “si trattennero da insulti personali”; in particolare, a nome di Deschner egli volle ringraziare quattro relatori per la correttezza mostrata: Ulrich Faust, Theofried Baumeister, Erich Feldmann e Gert Haendler.

Nel 2002, lo storico Jürgen Miethke commentò su Frankfurter Allgemeine Zeitung in occasione della pubblicazione del settimo tomo,

(DE)

«Differenzierung ist nicht die Sache des Buches. Es geht um Anklage, nicht um den Versuch gerechter Wertung. Erklärungen, die das Buch dem Leser [...] anbietet, sind durchweg schlicht: Kirchliche Prälaten und Fürsten erregen allemal den Verdacht, "sich die Taschen zu füllen". Es genügt aber nicht, der Kirche und ihren Amtsträgern falschen Glaubenseifer und bare Scheinheiligkeit vorzuhalten. Die Welt ist schlecht und die Menschen, vor allem die Kirchenleute und die Fürsten, desgleichen - es soll Romane geben, die das besser sagen.»

(IT)

«Le sfumature non sono una caratteristica del libro. Si tratta di un'accusa, non di un tentativo di un giudizio equilibrato. Le dichiarazioni che il libro presenta [...] ai lettori sono sempre semplici: i prelati della Chiesa e i principi alimentano il sospetto di «riempirsi le tasche». Però non basta accusare la Chiesa e i suoi ministri di falso zelo religioso e ipocrisia. Il mondo è malvagio e così le persone, soprattutto i chierici e i principi, però ci sono romanzi che lo raccontano meglio.»

(Jürgen Miethke)

[6]


Premi


Storia criminale del cristianesimo ha vinto i seguenti premi:


Volumi



Note


  1. «Si ritiene sia virtù e dovere civile essere anticlericale, soprattutto in Italia, paese in cui la quotidiana e nefasta influenza del Vaticano nella politica e nella vita privata dei cittadini [...] è ancora troppo pesante.». Edizioni Ariele, Chi siamo Archiviato il 12 aprile 2019 in Internet Archive..
  2. Storia criminale del cristianesimo, Tomo I: L'età arcaica, Ariele, 2000, ISBN 88-86480-70-9.
  3. Gian Luca Valentini, Intervista, in Inchiesta. URL consultato il 7 agosto 2016.
  4. Hans R. Seeliger, Kriminalisierung des Christentums? Karlheinz Deschners Kirchengeschichte auf dem Prüfstand, Herder, Freiburg, ISBN 3-451-23222-7 (ca. 300 pagine)
  5. Il concetto di Konfessionalisierung, riferito all'irridirsi delle contrapposizioni confessionali nell'età della Riforma e della Controriforma, equivale in sostanza al periodo dell'età delle guerre di religione, ovvero al periodo compreso tra la Pace di Augusta (1555) e quella di Westfalia (1648). Cfr. in particolare la corrispondente voce inglese Confessionalization su Wikipedia.
  6. (DE) Jürgen Miethke, Und ewig kräht der Drachentöter, in Frankfurter Allgemeine Zeitung, 23 dicembre 2002. URL consultato il 14 gennaio 2012.

Bibliografia



Voci correlate



Collegamenti esterni


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