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Terroni. Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero Meridionali è un libro del giornalista e scrittore Pino Aprile, diventato uno dei principali best seller italiani del 2010, con 250 000 copie vendute[1]. L'autore racconta, secondo la sua visione, come è nata e si è evoluta la situazione socio-economica del Meridione, divenendo problema nazionale. Il libro propone una lettura generale del Meridionalismo e della situazione del Meridione, dall'Unità d'Italia ai giorni nostri.

Terroni
Tutto quello che è stato fatto perché gli italiani del Sud diventassero Meridionali
AutorePino Aprile
1ª ed. originale2010
Generesaggio
Lingua originaleitaliano
AmbientazioneItalia meridionale

Trama


Il libro è diviso in 9 capitoli:

Nei primi tre capitoli l'autore racconta come si è giunti all'unità d'Italia, evidenziando abusi fatti dai cosiddetti nordisti nei confronti dei civili.
Nei restanti capitoli, Pino Aprile racconta come, sempre secondo la sua analisi, i danni inflitti al Mezzogiorno non si siano limitati solo alla fase precedente l'Unità d'Italia, ma come questi si siano sviluppati e commessi soprattutto nel post-unitarismo e dopo la nascita della Repubblica Italiana, con una spesa pubblica concentrata nel Nord Italia che sarebbe divenuto industrializzato anche grazie alla dismissione di molte industrie del Sud (su questo argomento cita nel 5º capitolo la storia di Mongiana, piccolo paese calabrese, e del suo Polo siderurgico). Secondo Aprile vi sono differenze di trattamento degli investimenti statali, ordinari e molto più cospicui quelli fatti al Nord, straordinari ma con bassa incidenza sul PIL nazionale quelli fatti al Sud.
Il libro si chiude con un capitolo dedicato alla storia della Salerno-Reggio Calabria, grande incompiuta ed infrastruttura simbolo del Meridione e su come i Meridionali si siano oramai abituati a questo senso di minorità rispetto ai settentrionali, accettando ingiurie e discriminazioni verbali. Il libro racconta anche alcuni primati raggiunti da imprese e città meridionali e proprio per questo vengono viste come anormali in quanto verificatesi nel Sud.

«Terroni è la rivendicazione dell'orgoglio meridionale, oltre che un tentativo di spiegare - in modo appassionato e polemico - come l'Unità d'Italia abbia danneggiato il Sud e quanto sia costata ai suoi abitanti: ridotti, decennio dopo decennio, a italiani di seconda scelta, forza lavoro malsopportata al Nord, presunti pelandroni e certamente similmafiosi nelle loro terre.»

(Giordano Bruno Guerri[2])

Critiche


«Grazie a spiegazioni superficiali e romanzesche, viene realizzata un’operazione efficace e di sicura presa, soprattutto in fasce sociali poco informate e in un Paese che da vent’anni nutre disprezzo per gli intellettuali e per il metodo scientifico. Macchine editoriali che non hanno nulla in comune con il lavoro di storico.»

(Salvatore Lupo[3])

Lo storico Salvatore Lupo in una sua intervista dichiara di considerare il libro di Pino Aprile all'interno di un "filone che con il Risorgimento non ha nulla a che vedere, perché mescola alla rinfusa fatti accertati con eventi immaginari", evidenziando inoltre la poca chiarezza nell'indicare le fonti storiche utilizzate.[4]


Riduzioni teatrali


Dal libro è stato tratto uno spettacolo di teatro canzone: Terroni - Centocinquant'anni di menzogne, con Roberto D'Alessandro e le musiche di Mimmo Cavallo.


Edizioni



Note


  1. Dalla copertina di Giù al Sud, dello stesso autore.
  2. Quando l'orgoglio dei terroni si trasforma in un bestseller di Giordano Bruno Guerri, 28 luglio 2010.
  3. Contro il Risorgimento è in atto un revisionismo spicciolo, su linkiesta.it. di Salvatore Lupo, 8 agosto 2012.
  4. Edoardo Petti, Contro il Risorgimento è in atto un revisionismo spicciolo, su linkiesta.it, 8 agosto 2012. URL consultato il 4 gennaio 2014 (archiviato dall'url originale il 4 gennaio 2014).

Voci correlate



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