Una questione privata è un romanzo di Beppe Fenoglio, pubblicato postumo nell'aprile del 1963, due mesi dopo la morte dell'autore. Il libro tratta un tema caro a Fenoglio, ovvero la guerra partigiana negli anni finali della seconda guerra mondiale. La prima edizione fu pubblicata da Garzanti; dal 1986 esce, come le altre sue opere, per la casa editrice Einaudi.
Una questione privata | |
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Autore | Beppe Fenoglio |
1ª ed. originale | 1963 |
Genere | Romanzo |
Sottogenere | guerra, romantico, drammatico |
Lingua originale | italiano |
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Milton è un partigiano badogliano che casualmente ritorna nella villa in cui, prima dello scoppio della guerra di resistenza, viveva Fulvia, la ragazza di cui è innamorato. Entrato nel giardino, Milton si imbatte nella custode: viene così a sapere che, mentre Milton prestava servizio come soldato, la ragazza frequentava Giorgio, un amico di Milton, poi diventato partigiano a sua volta. Da quel momento Milton tenterà in tutti i modi di trovare Giorgio, per scoprire che cosa ci fosse veramente tra lui e Fulvia. Con i fascisti alle spalle Milton saluta in fretta la donna e scappa via.
Si mette poi in cammino per raggiungere il reggimento di Giorgio. La scena del suo arrivo al reggimento è tra le tante che dimostra quanto poco fossero organizzati i gruppi partigiani. Dopo aver cercato invano Giorgio nei vari appostamenti, Milton viene a sapere che era uscito insieme ad altri compagni; al ritorno di quest’ultimi, Giorgio risulta assente e nessuno sa dire cosa gli sia accaduto. Si arriva infine alla conclusione che sia stato rapito dai fascisti.
Milton decide allora di rapire un fascista, e di mettere in atto uno scambio di prigionieri per far liberare Giorgio. Saputo che in un paesino non lontano da Alba, dove era detenuto Giorgio, un sottufficiale fascista aveva intrapreso una relazione con una sarta e che i due si incontravano sistematicamente per consumare il loro amore, Milton riesce a catturarlo e si mette in cammino verso Alba per portare a termine lo scambio. Il prigioniero, tuttavia, tenta di fuggire e Milton lo uccide accidentalmente, cadendo preda del senso di colpa. I fascisti, venuti a sapere della morte dell'uomo, fucilano due prigionieri catturati quattro mesi prima. Svanita l’unica possibilità di recuperare Giorgio, Milton decide di tornare dalla vecchia governante per chiederle maggiori informazioni sulla relazione tra Fulvia e Giorgio. Giunto dunque alla villa, è però sorpreso dai fascisti e ha così inizio un folle inseguimento, finché Milton, stremato, crolla a terra nei pressi di un bosco.
I fogli di Una questione privata furono rinvenuti da Lorenzo Mondo fra le carte di Fenoglio e il testo venne pubblicato dall'editore Garzanti nel 1963 assieme ad altri sei racconti di Fenoglio (Un giorno di fuoco, La sposa bambina, Ma il mio amore è Paco, Superino, Pioggia e la sposa e La novella dell'apprendista esattore) nel volume intitolato Un giorno di fuoco. Successivamente, Una questione privata fu pubblicato autonomamente dagli altri racconti. Di Una questione privata Fenoglio scrisse tre versioni dattiloscritte. Le prime due stesure furono pubblicate dalla Einaudi nel 1978, nel terzo tomo del primo volume dell'edizione critica delle "Opere di Beppe Fenoglio", diretta da Maria Corti assieme a Primavera di bellezza e Frammenti di romanzo; è andato invece perduto il dattiloscritto della terza stesura, utilizzato per la prima edizione Garzanti del 1963. In mancanza della terza stesura, non è noto se il titolo Una questione privata sia da attribuire a Fenoglio o fosse redazionale; sebbene rimanga incerto se il romanzo sia o meno incompiuto, la sua unità stilistica lo rende un'opera conchiusa[1]..
Nella Prefazione all'edizione di Il sentiero dei nidi di ragno del giugno 1964, Italo Calvino indica Una questione privata come il libro sulla Resistenza, il romanzo che tutti gli scrittori che avevano vissuto l'esperienza della Resistenza avevano sognato di scrivere, senza riuscirci. Dopo averlo paragonato all'Orlando furioso di Ariosto nella breve descrizione che segue,
«Una questione privata [...] è costruito con la geometrica tensione d'un romanzo di follia amorosa e cavallereschi inseguimenti come l'Orlando furioso, e nello stesso tempo c'è la Resistenza proprio com'era, di dentro e di fuori, vera come mai era stata scritta, serbata per tanti anni limpidamente dalla memoria fedele, e con tutti i valori morali, tanto più forti quanto più impliciti, e la commozione e la furia. [...]» |
(Italo Calvino, Prefazione a Il sentiero dei nidi di ragno, 1964.[2]) |
Calvino aggiunge lapidario:
«È al libro di Fenoglio che volevo fare la prefazione: non al mio.» |
(Italo Calvino, ibidem.) |
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