Il cane e il suo generale (Le Chien, le Général et les Oiseaux) è un film d'animazione franco-italiano del 2003 diretto da Francis Nielsen.
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Il cane e il suo generale | |
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Titolo originale | Le Chien, le Général et les Oiseaux |
Paese di produzione | Francia, Italia |
Anno | 2003 |
Durata | 75 min |
Genere | animazione |
Regia | Francis Nielsen |
Sceneggiatura | Tonino Guerra |
Produttore | Stéphane Tchalgadjieff e Raphaël Berdugo |
Produttore esecutivo | Danièle Gégauff |
Casa di produzione | Solaris Roissy Films Téva Prima Film Gam Films Rai Fiction Canal+ |
Distribuzione in italiano | Mikado Film |
Montaggio | Alice Boitard |
Musiche | Andrea Guerra |
Art director | Andreï Khrjanovski |
Character design | Sergej Barkhin |
Animatori | Bruno Wouters |
Sfondi | Patrick Clerc |
Doppiatori originali | |
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Doppiatori italiani | |
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Un giovane generale russo ha sacrificato gli uccelli per appiccare il fuoco a Mosca e salvare il suo paese invaso da Napoleone. Ormai in pensione, non trova requie, tormentato dal ricordo degli uccelli in fiamme e attaccato ogni giorno da tutti i volatili di Pietroburgo. Fortunatamente, il caso gli fa incontrare un cane straordinario che trasformerà i suoi incubi in magici sogni, pieni di umorismo e poesia. Egli l’adotta e lo chiama Bonaparte, in ricordo del suo vecchio nemico. Insieme, condurranno una battaglia originale ma delicata.
Il film è stato distribuito nei cinema francesi dalla BAC Films a partire dal 22 ottobre 2003,[1] e in quelli italiani dalla Mikado a partire dal 24 ottobre dello stesso anno.
La sceneggiatura è ispirata alla vita del padre della Contessa di Ségur (autrice del romanzo Les Malheurs de Sophie), il conte Fëdor Rostopčin (1763-1826). Questi, nel 1812, era il governatore di Mosca al momento dell'ingresso in città della Grande Armée. Malgrado l'opposizione dei proprietari delle dimore più belle, organizzò il grande incendio che costrinse Napoleone ad una ritirata disastrosa. Sebbene il piano fosse riuscito, si trovò ad essere malvisto a tal punto da andare in esilio in più paesi, tra i quali la Francia nel 1817. Tornò a vivere in Russia solo poco prima della sua morte.
Le critiche sono state in massima parte positive.[2][3] In particolare, sono stati apprezzati il ritmo narrativo e il comparto visuale, relativamente semplice ma molto suggestivo.[4]
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