Johan Padan a la descoverta de le Americhe è un film d'animazione italiano del 2002 diretto da Giulio Cingoli, trasposizione dell'omonima opera teatrale del 1991 di Dario Fo.[1]
Johan Padan a la descoverta de le Americhe | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 2002 |
Durata | 83 min |
Genere | animazione, commedia, satirico, avventura, fantastico, storico |
Regia | Giulio Cingoli |
Soggetto | Dario Fo (lavoro teatrale) |
Sceneggiatura | Giulio Cingoli, Luca Raffaelli |
Produttore | Luciano Beretta, Maurizio Manni |
Casa di produzione | Progetto Immagine, Green Movie Group, Rai Cinema |
Distribuzione in italiano | Mikado Film |
Montaggio | Darko Debelic |
Musiche | Fabrizio Baldoni, Gino De Stefani, Paolo Re |
Scenografia | Adelchi Galloni |
Art director | Angelo Beretta |
Doppiatori originali | |
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Johan Padan è un giovane bergamasco che, scappato da un campo di addestramento militare dei Lanzichenecchi, si ritrova a Venezia. Viene inseguito dalle guardie per aver creato confusione tra le barche del corteo reale, ma riesce a scappare e incontrare la sua fidanzata: una strega che prevede il futuro in cambio di soldi. Le guardie la arrestano, mentre Johan riesce a scappare e imbarcarsi su una nave per Siviglia. Lì incontra un venditore di fuochi d'artificio, che gli propone di lavorare assieme. Durante le celebrazioni per un viaggio nelle Americhe, Johan, incuriosito da quello che sta succedendo, inciampa e spinge uno dei sacerdoti, accendendo involontariamente i fuochi proprio vicino alla nave. Viene quindi scoperto e inseguito di nuovo dalle guardie, da cui si salva imbarcandosi su una delle tre caravelle della Regina di Spagna.
Nella nave incontra uno stalliere di nome Pedro Hésteban de Reva conosciuto come "Trentatrippe" e il cavallo del capitano Narvaez Hàvierre Ernesto Moriglio Planco, che ribattezza "Pataplan".
A seguito di un naufragio, Johan e Trentatrippe incontrano degli Indios che lo portano al villaggio dal loro capo Cacicco. Inizialmente amichevoli, gli indigeni tentano poi di mangiare i due malcapitati, che si salvano solo facendo loro credere che Johan è uno stregone. Conquistata la loro fiducia, Johan condivide con il popolo degli Indios la sua cultura, i pensieri e la religione cristiana, infine insegna loro delle tecniche di combattimento migliori, che utilizzano contro i conquistatori spagnoli, impedendogli di attraccare sulla terraferma anche negli anni successivi.
Johan e Trentatrippe restano, infine, a vivere con gli Indios in libertà e armonia.[2]
Il cartone animato è stato accolto in maniera generalmente positiva, con buone critiche sull'utilizzo delle tecniche d'animazione[1] e sulla trama, considerata di importante critica sociale.[1]
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