La fattoria degli animali (Animal Farm) è un film d'animazione del 1954 diretto da John Halas e Joy Batchelor, basato sull'omonimo romanzo di George Orwell. Primo lungometraggio d'animazione britannico a distribuzione internazionale, nel 1956 è stato nominato al premio BAFTA per il miglior film d'animazione.
Solo negli anni '80 venne pienamente alla luce il fatto che la CIA avesse contribuito in modo sostanzioso al finanziamento della produzione del film: furono infatti versati 300.000 dollari come parte della offensiva culturale durante la guerra fredda, influenzando il modo in cui venivano presentate le idee di Orwell.[1][2]
Trama
Il Sig. Jones trascura la fattoria che possiede preferendo ubriacarsi nel circolo "Leone Rosso". Una notte è riunita un'assemblea degli animali della fattoria, dal Vecchio Maggiore, maiale molto anziano e rispettato. Egli fa capire ai suoi "compagni" la situazione in cui si vive e li esorta alla rivoluzione contro l'uomo, morendo alcuni istanti dopo la fine del discorso. Dopo un po' di tempo, un giorno, gli animali non trovano la loro razione quotidiana; decidono così di attaccare il sig. Jones, e, sotto il comando dello strategico maiale Palla di Neve, conquistano la fattoria.
Gli animali, dopo aver esplorato la casa dell'ex-padrone, riprendono le loro normali attività lavorative. Il sig. Jones però riunisce i suoi amici fattori e prova a riprendersi, invano, la fattoria: gli animali riescono a resistere all'attacco. Palla di Neve, poco tempo dopo, riunisce gli animali per annunciare la creazione di un mulino, ma, prima che lo presenti, un altro maiale, Napoleone, aizza contro Palla di Neve dei cani trovati nella casa dell'ex-padrone e da lui accuditi; il maiale viene così sbranato dopo un lungo inseguimento. Napoleone fa però credere al tradimento dell'antico capo e prende possesso della fattoria, appropriandosi del progetto iniziato dal suo predecessore.
Il nuovo assetto sociale inizia a favorire la classe dei maiali, e così i sette pilastri dell'animalismo vengono modificati secondo la convenienza del nuovo corso. Napoleone stringe trattative con un macellaio, barattando viveri con le uova delle galline, che dopo essersi ribellate, vengono sbranate dai cani, ormai guardie del corpo del capo Napoleone. Un nuovo attacco degli uomini viene sventato, ma il mulino da poco costruito viene fatto esplodere dal sig. Jones durante l'attacco.
Ricomincia così la costruzione del mulino, ma durante essa il cavallo Gondrano, instancabile lavoratore, viene debilitato a causa della caduta di una grossa pietra, venendo poi barattato da Napoleone con il macellaio, in cambio di whisky. Poco dopo, gli altri animali, ormai di livello molto inferiore a quello dei maiali, scoprono che questi sono diventati antropomorfi e che hanno ormai preso il posto del vecchio padrone.
Le regole della rivoluzione sono state completamente violate. A questo punto l'asina Berta incita gli animali a rivoltarsi contro i maiali durante una riunione di questi ultimi nella casa del sig. Jones, ora loro sede. Gli animali rovesciano così il regime e Napoleone viene ucciso con gli altri maiali nell'attacco dopo una lapidaria citazione: "Padroni maiali, domani prosciutti".
Personaggi
Il Vecchio Maggiore è un vecchio maiale di 10 anni (a differenza del libro, in cui ne ha 12), saggio e rispettato. È lui a incitare i "compagni" a rivoltarsi contro il signor Jones, e molte sue massime saranno citate nel film. Subito dopo l'assemblea dell'inizio del film muore, mentre nel libro muore tre giorni dopo.
Palla di Neve è un maiale che prende in mano la situazione dopo la morte del Vecchio Maggiore. È lui a coordinare i suoi compagni durante la "Battaglia del Chiuso delle Vacche". Se gli animali vincono, gran parte del merito va a lui. A differenza di quello che sarà Napoleone in seguito, non è un dittatore e riesce a farsi stimare dai compagni. Non viene denotata una rivalità tra lui e Napoleone nel film, tant'è vero che qui non si parla di elezioni a differenza del libro. Palla di Neve viene assalito, poco dopo aver annunciato la costruzione del mulino e la conseguente riduzione a un solo giorno lavorativo a settimana, e probabilmente sbranato dai cani allevati da Napoleone.
Napoleone è un maiale dotato di concretezza, ma un po' meno intelligente del compagno Palla di Neve. Diventa capo-dittatore della fattoria degli animali dopo la morte del primo. Alla fine, assieme agli altri maiali, è ancora più antropomorfizzato di quanto non fosse già nel libro. Viene comunque ucciso dalla nuova ribellione degli animali.
Il signor Jones è il proprietario della fattoria. Alcolista, brutale e poco interessato alla propria fattoria, finge di essere in brutte condizioni economiche per ingannare gli animali, mascherando il suo disinteresse verso la fattoria. Egli suscita nel Vecchio Maggiore l'indignazione e l'ispirazione per convocare l'assemblea e spingere gli animali alla rivoluzione. Viene scacciato dagli animali insorti, poi con i fattori avventori del Leone Rosso prova a riprendersi la fattoria, senza successo. Dopo la costruzione del mulino e dopo le trattative tra Napoleone e Whymper, i fattori tornano alla carica. Jones, completamente sbronzo, non è più in grado di fare come loro, ma si vendica comunque facendo esplodere con della dinamite il mulino. Viene considerato dagli animali, dopo la Rivoluzione, cospiratore assieme a Palla di Neve, in realtà morto quando i cani lo attaccarono. Rispetto al romanzo, il signor Jones non è sposato e non ha quindi i tre figli. Inoltre, sceglie di morire nell'esplosione del mulino (nel romanzo muore in una casa di riabilitazione per alcolizzati), ma alla fine Berta vede in Napoleone abbastanza similitudine da paragonarlo a Jones.
Clarino, chiamato nel libro "Piffero" o "Clarinetto", ha una voce possente, benché sia giovane. Nel film ha sempre il ruolo di propagandista di Napoleone, ma non è così convincente come oratore rispetto al libro: basti pensare che la scusa con cui cerca di giustificare la morte di Gondrano è un "sacrificio spontaneo" del cavallo per il bene della Fattoria. Berta non ci crede e continua a ragliare, costringendo Clarino a chiamare i cani per farla tacere.
Gondrano nel film non parla mai. È un cavallo molto portato verso il lavoro, assolutamente instancabile. Come nel libro la sua partner è Berta. Rispetto al libro, il suo operato è premiato da un'alta considerazione da parte di Napoleone, che però non esiterà a condurlo al macello dopo l'incidente al mulino. Sviene dalla stanchezza e viene mandato verso la macelleria equina, ma inspiegabilmente lo si vede alla fine del film mentre con gli altri animali si scaglia contro Napoleone che muore nella rivolta.
Berta nel film è un'asina, mentre nel libro è una giumenta. Non sono menzionati i suoi quattro figli. Prende completamente il posto dell'asino Benjamin (nella versione originale invece è Benjamin a sostituire Berta) e il suo ruolo è quindi molto più esteso: non è molto portata verso il lavoro (a volte sbadiglia), ma è sempre sospettosa verso Napoleone. Capisce che egli ha venduto il compagno Gondrano alla macelleria ed è la prima a scoprire il tradimento dei maiali verso gli antichi capisaldi della Rivoluzione (e non Benjamin come nel libro). Capeggia addirittura un'insurrezione degli animali contro i maiali, portando alla morte di questi ultimi.
Il signor Whymper nel film è un macellaio, descritto ironicamente con un "cuor d'oro". Viene stravolto il suo ruolo: non fa più da mediatore tra Napoleone e le fattorie contigue, ma è lui a fornire viveri alla fattoria degli animali, in cambio di uova.
I cani sono gli antagonisti secondari del film. I cani Jessie, Morsetto e Lilla non ci sono nel film. Appare solo un cane, abbattuto dopo il primo attacco dei fattori (mentre nel romanzo muore una pecora). Comunque Napoleone nel film trova dei cuccioli appartenenti a Jones, e li alleva segretamente, finché questi uccideranno Palla di Neve e diventeranno le sue guardie. Inizialmente terribilmente spietati, alla fine sono completamente sbronzati dall'alcool, tanto che quando Napoleone li chiama, essi non gli rispondono.
Pilkington e Frederick sono sempre seduti con Jones all'osteria "Leone Rosso". Capeggiano un attacco contro la fattoria a metà film (nel libro era il solo Frederick), e con altri fattori danno vita a una cruenta battaglia. Per il resto, non fanno trattative con Napoleone rispetto al libro.
Distribuzione
Il film venne proiettato per la prima volta negli Stati Uniti il 29 dicembre 1954 e poi nel Regno Unito dal 7 gennaio 1955.
In Italia il film non venne distribuito al cinema: fu trasmesso in televisione sulla Rete 2 l'8 gennaio 1972 all'interno della rassegna Mille e una sera[3] e poi pubblicato in VHS nel 1989 da Eagle Home Video (Videogram Italia) e da Fonit Cetra;[4] solo nel 2021 è stato pubblicato in DVD per la collana Cineteca dell'editore Quadrifoglio.
Accoglienza
Gran parte della promozione del film prima della sua distribuzione nel Regno Unito puntava sul fatto che il film d'animazione fosse di realizzazione britannica, anziché un prodotto degli studio di Hollywood. Il critico cinematografico C. A. Lejeune scrisse in quei tempi: «Saluto La fattoria degli animali come un buon lavoro... [i produttori] hanno realizzato un film per l'occhio, l'orecchio, il cuore e la mente».[5] La partitura di Matyas Seiber e il talento vocale di Maurice Denham sono stati particolarmente lodati (Denham ha dato voce a tutti gli animali del film). Lo stile dell'animazione è stato descritto come una "Disney che si fa seria" ("Disney-turned-serious").[6]
Qualche critica è stata mossa al finale diverso rispetto all'opera di Orwell. Un articolo riporta: «Orwell non avrebbe voluto questo cambiamento, con la sostituzione di una banale propaganda alla sua satira reticente e malinconica».[6]
In concomitanza con l'uscita del film, venne serializzata sui quotidiani una versione a fumetti de La fattoria degli animali, disegnata da Harold Whitaker, uno degli animatori del film.
Note
Frances Stonor Saunders, The Cultural Cold War: The CIA and the World of Arts and Letters, ISBN 156584596X
Daniel J. Leab, Orwell Subverted, Pennsylvania State Press, 2007 pp. xiii-xiv ISBN 978-0-271-02979-5
[Palinsesto di] sabato 11 dicembre, in Radiocorriere TV, n.1/1972, p.52.
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