Tenshi no tamago (天使のたまご? lett. "L'uovo dell'angelo") è un OAV[1] del 1985, scritto e diretto da Mamoru Oshii, disegnato da Yoshitaka Amano e prodotto dallo Studio Deen e dalla Tokuma Shoten[2].
Si trattò del primo lavoro di Oshii come regista indipendente[3] e molti dei suoi tratti caratteristici, appaiono, per la prima volta, in questo film (al punto che, in un articolo di Senses of Cinema, Richard Suchenski affermò che il film si potesse considerare come una sorta di Stele di Rosetta per interpretare le sue opere successive[4]).
Mostrando l'incontro tra una bambina e un viaggiatore in un mondo rovinato (e incentrato sul mistero dell'uovo da lei trasportato), il film contiene pochi dialoghi ed è disseminato di simboli e citazioni bibliche.
In un mondo oscuro e senza vita, una bambina che protegge un uovo incontra un uomo sconosciuto, armato di un fucile cruciforme; quest'ultimo, dopo aver osservato la discesa dal cielo di una strana figura a forma di occhio (e ricoperta da un numero indefinito di statue), si dirige verso la città principale, nei cui dintorni vive la bambina.
La bambina inizialmente ha paura dell'uomo ma poi accetta la sua compagnia sperando che possa liberarla dalla sua triste solitudine. L'uomo, invece, è interessato al suo uovo, convinto che esso sia la chiave per svelare i misteri del mondo ed il senso della propria esistenza.
Il viaggiatore racconta alla bambina, una versione alternativa del diluvio universale in cui la colomba non fece più ritorno e gli esseri umani continuarono ad attenderla in eterno. In seguito, la bambina lo porta nel suo rifugio, mostrandogli lo scheletro fossilizzato di un enorme volatile, e gli rivela la sua intenzione di covare l'uovo.
Mentre la bambina dorme, l'uomo le prende l'uovo e lo distrugge con la sua arma; compiuto l'atto, abbandona l'edificio. Al suo risveglio, la bambina si rende conto di quanto avvenuto e, osservando i frantumi dell'uovo, lancia un urlo disperato: correndo all'inseguimento dell'uomo, la bambina cade in un corso d'acqua in fondo ad un crepaccio. Immersa nell'acqua, esala un ultimo respiro in forma di una miriade di bollicine che, raggiunta la superficie, diventano ciascuna un uovo.
Il viaggiatore osserva di nuovo la struttura vista all'inizio del film, con la differenza che ora è presente anche una statua identica alla bambina (che ancora tiene stretto il proprio uovo). La storia si conclude con una sequenza in cui la camera si sposta sempre di più verso l'alto, fino a mostrare che la terra, su cui si trovavano sia i due protagonisti che la città, non era altro che un minuscolo puntino simile ad un'arca capovolta, circondato da un'infinita distesa d'acqua.
La colonna sonora del film, composta da quattordici tracce, venne composta da Yoshihiro Kanno.
La storia è ambientata in un mondo buio e desolato: in particolare, nei pressi di una città abbandonata dallo stile gotico; alla fine del film, la terra su cui si muovono i due protagonisti, si rivela essere solo un punto simile allo scafo di una grande arca, in mezzo all'oceano.
In base alla storia che il soldato racconta nel corso del film, è presumibile che questo mondo sia il risultato di una versione alternativa del diluvio universale in cui la colomba mandata a cercare terra non ha più fatto ritorno e le persone l'hanno aspettata talmente a lungo che si sono scordate dell'esistenza di un mondo prima del diluvio (al punto che tutti gli animali esistenti, si sono trasformati in pietra).
Tenshi no tamago, con pochi dialoghi e ricco di simbolismo, fa leva sulle sole immagini senza dare risposte dirette alle domande che sorgono durante la visione. L'opera si affida a tal punto all'interpretazione personale che lo stesso Oshii affermò di non sapere di cosa parlasse il film[5], spingendo lo spettatore a rivedere l'opera e a trarre le proprie conclusioni.
L'elemento che più caratterizza Tenshi no tamago è l'atmosfera tenebrosa e onirica, ottenuta sia grazie all'ambientazione cupa che ad alcune tecniche (quali l'uso del riflesso dell'acqua), che dà un senso di distorsione ed evanescenza. Secondo Cavallaro, la sua natura misteriosa e indecifrabile, ne rafforza l'atmosfera sinistra e deprimente, dandogli una sorta di grazia eterea[5] (ulteriormente esaltata dall'unione tra lo stile d'animazione elegante e l'inquietante colonna sonora di Yoshihiro Kanno).
Visivamente, Tenshi no tamago si distingue grazie all'inconfondibile senso estetico di Yoshitaka Amano e all'unione tra il dolce al surreale: si può riscontrare la contrapposizione tra forme semplici e rigide a scenari architettonici talmente dettagliati da far concorrenza alle cattedrali gotiche da cui prendono ispirazione; l'ambientazione è strutturata in modo da ingannare l'occhio, portandolo all'inutile ricerca di una destinazione sensoriale tra interminabili rampe di scale, archi, pareti e vicoli. Questa tecnica è portata al suo apice con l'immenso occhio mostrato all'inizio e alla fine del film, apparentemente semplice quando mostrato da lontano ma che all'avvicinarsi si scopre essere ricoperto da una gran quantità di statue di pietra.
Tenshi no tamago si distingue anche per la sua deliberata lentezza e la costante presenza di lunghe riprese quasi prive di interruzioni (entrambe, caratteristiche comuni nei lavori di Oshii). In generale, l'opera prioritizza l'atmosfera all'animazione in sé, motivo per cui il movimento è limitato e si può avere l'impressione di trovarsi di fronte ad un "quadro animato"[6].
Tenshi no tamago è ricco di simboli e riferimenti cristiani, mostrati sia tramite gli oggetti (come l'albero della vita, la colomba, l'arma a forma di croce, la storia dell'Arca di Noè e del diluvio universale) ma anche attraverso posizioni e gesti (come l'immersione battesimale nell'acqua o le pose statuarie reminiscenti delle sculture cristiane).
Questi simbolismi hanno portato alle interpretazioni più varie, tanto da aver indotto ad affermare che «il significante spesso prevale sul significato».[7] Il film è stato visto sia come allegoria della perdita dell'innocenza (rappresentata dall'uovo) che come sovversione del concetto cristiano di redenzione (in quanto, il diluvio non ha portato ad un nuovo inizio ma soltanto alla dannazione eterna); la perdita della speranza si ritrova inoltre in linea con la crisi religiosa avuta da Oshii prima di lavorare al film[4].
La rottura dell'uovo, elemento ricorrente in molti miti della creazione (nei quali, la schiusura dell'uovo cosmico porta all'origine dell'universo), può tuttavia essere vista come positiva: nella festività cristiana della Pasqua, per tradizione, si pensa che spezzare il guscio non faccia che liberare le energie benefiche e rigeneranti in esso contenute. In quest'ottica, Cavallaro compara questa teoria alla nozione buddista della vacuità[8], ovvero alla filosofia secondo cui privarsi di una confortante illusione può essere un modo per affermarsi senza farsi ingannare da falsi idoli; rompere l'uovo sarebbe quindi un atto necessario per poter accettare la realtà e liberarsi da queste illusioni e non equivale alla perdita di ogni speranza.
Il film venne pubblicato, in formato VHS, il 15 dicembre 1985[9][10] mentre il 22 dicembre 1985, venne proiettato al Tōhei Hall[2] di Shibuya.
Il film fu un insuccesso commerciale[7][11] ma, per la critica, valse a confermare il talento di Oshii[7] (anche se pensò che fosse un regista difficile da capire[11]). Oshii affermò che, a causa di questi scarsi risultati, non riuscì a trovare lavoro per almeno tre anni e che Tenshi no tamago "è un po' come la sua figlia povera mentre Ghost in the Shell è un'altra figlia che non si sarebbe mai aspettato si sposasse ma che l'ha fatto"[12].
Richard Suchenski afferma che la creazione di un anime tanto personale poteva avvenire solo ai picchi della bolla speculativa giapponese ma che, a discapito dello scarso successo, molti critici e fan di Oshii ritengono Tenshi no tamago, il suo capolavoro[4]. Matteo Boscarol, nel suo articolo per Sentieri selvaggi, lo definisce "uno dei film d’animazione più sorprendenti e più dimenticati della storia del cinema"[13]. Chris Stuckmann l'ha definito un "capolavoro indiscusso", affermando che non esistono altri film del genere né nell'animazione né tra i live-action[14]. Chris Beveridge ha incluso Tenshi no tamago nella sua lista dei dieci migliori anime, usciti nel 1985[15].
Nel 1987, alcune scene di Tenshi no tamago vennero usate come base per la produzione di un film live-action post-apocalittico (girato negli Stati Uniti e denominato In the Aftermath[16]) che alternò scene originali a scene ridoppiate del film di Oshii[17]; in questa storia, i protagonisti sono un fratello e una sorella, entrambi angeli, che hanno il compito di salvare gli umani sopravvissuti tramite l'utilizzo di un uovo.
L'idea dell'angelo fossilizzato, presente in Tenshi no tamago, venne ripresa da un progetto di Oshii per un film su Lupin III mai andato in porto[18].
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