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Lalla Aisha Kandisha - in arabo: عيشة قنديشة, ʿĀʾisha Qandīsha, alla francese Aïcha Kandicha - è una Jinniyya della mitologia marocchina, spirito molto conosciuto e temuto del folklore marocchino.[1]

Lalla Aisha è uno dei tanti jinn (termine arabo-islamico che designa uno spirito che può essere sia di natura benevola sia, per lo più, di natura maligna) che popolano l'immaginario popolare del Marocco. Si manifesta sotto sembianze umane, spesso come una donna bellissima dai capelli rossi o neri, vestita di una leggera veste bianca, altre volte come un'anziana senza denti. In ogni caso, la si può riconoscere da un inquietante particolare: ha zampe di cammello o di capra al posto dei piedi e delle gambe. In genere appare di notte in luoghi vuoti o semivuoti.


Possibili origini del mito


Secondo la mitologia, Aisha era una donna in carne ed ossa prima di diventare, per motivi non chiari, un Jinn, e a proposito della sua origine ci sono varie leggende:


Oggi


Le apparizioni di Lalla Aisha sono molto frequenti. Si afferma che appaia soprattutto sotto il letto di notte tutti i giorni, in luoghi vuoti o semivuoti. Una credenza molto diffusa afferma che appare agli uomini che vagano di notte da soli. Se sono all'interno di un'auto in strade non particolarmente trafficate, chiede loro un passaggio, l'uomo si può accorgere che si tratta di Aisha Kandisha vedendo che ha zampe di cammello o di capra. Secondo queste leggende urbane, Aisha non fa del male a questi uomini, se si limiteranno ad accompagnarla dove lei chiederà loro, rimane però il problema del danno psicologico causato dall'incontro con la Jinnia. Secondo le leggende è possibile difendersi da lei recitando versi del Corano o tirando fuori un oggetto metallico.[2]

Secondo la credenza popolare Aisha è sposata con il Jinn chiamato Hammou Qiyou, da non confondere con il Basha Hammou, un altro Jinn del folklore marocchino.[2]

Sono molti i soprannomi con la quale viene chiamata, come Moulat el Merja (la signora della palude), Moulat el Widan (la signora dei fiumi) etc.[7][8]

Esattamente come gli altri jinn della mitologia marocchina, Aisha viene spesso invocata con canti in suo onore nei rituali esorcistici e terapeutici di trance degli hmadcha, dei jilala, dei gnawa e degli Aissawa.[9] Una volta invocata Aisha nei seguenti rituali, induce le donne partecipanti in stato di trance a farle urlare, rotolare per terra e piangere.[2]

In tutto il Marocco ci sono dei luoghi adibiti ad Aisha che sono soggetti a veri e propri pellegrinaggi popolari, questi luoghi possono essere pozzi, grotte, sorgenti e fontane.[2] [4]

Aisha Kandisha può possedere, o comunque esercitare un certo controllo sulle persone, costringendole a fare determinate cose e vestirsi in un determinato modo, soprattutto con il rosso e il nero, i colori preferiti da Aisha.[2]


Note


  1. Lurker, Manfred (1987). Dictionary of Gods and Goddesses, Devils and Demons. Routledge. p. 293.
  2. Culture: Aïcha Kandicha, représentations et croyances populaires, su lopinion.ma. URL consultato il 24 dicembre 2014 (archiviato dall'url originale il 25 dicembre 2014).
  3. * Murielle Lucie Clément, Relations familiales dans les littératures française et francophone des XXe et XXIe siècles, vol. 2, Parigi, edizione L'Harmattan, 18 giugno 2008
  4. Crapanzano, p. 45
  5. Viviana Pâques, La religion des esclaves: Recherches sur la confrerie marocaine des Gnawa, 1991, p. 70. ISBN 8871860322
  6. Vincent Crapanzano: The Hamadsha. A Study in Moroccan Ethnopsychiatry. University of California Press, Berkeley/ Los Angeles/London 1973
  7. Qandisa Archiviato il 21 maggio 2008 in Internet Archive.
  8. Crapanzano, pp 89-91, 210
  9. Deborah Kapchan, Moroccan Gnawa Trance and Music in the Global Marketplace

Bibliografia



Voci correlate



Collegamenti esterni


Trasmissione in arabo del canale marocchino 2m sulla storia di Aisha Kandisha

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