L'Angelo della morte (o angelo sterminatore o angelo distruttore) è una figura soprannaturale che ricorre nella Bibbia e nelle tradizioni delle religioni abramitiche.
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Senza specificare il nome, l'Antico Testamento menziona in due passi l'opera di un angelo, incaricato di dare esecuzione a una punizione divina:
Si tratta, per il numero di vittime, delle peggiori stragi della storia di Israele, che non furono superate da nessun'altra battaglia narrata nella Scrittura.
La funzione della credenza negli angeli nella bibbia e in generale nel giudeo-cristianesimo è di evitare immagini antropomorfe di un Dio, unico e trascendente. Per questo motivo anche altri passi in cui Dio punisce sono interpretati supponendo che l'esecuzione sia delegata all'angelo sterminatore. L'esempio principale è l'uccisione dei primogeniti egiziani (Es 11,4 e 12,29).
Nell'Apocalisse, troviamo sette trombe che sono suonate da altrettanti angeli, cui corrispondono altrettanti flagelli dell'umanità. Nel corso del quinto flagello, che tormenta i peccatori senza ucciderli, le truppe demoniache sono guidate dall'angelo "dell'Abisso", il cui nome ebraico e greco era "Abaddon" e "Apollyon", nomi tradotti con "sterminatore" o "distruttore".
Nella tradizione cristiana l'Arcangelo Michele è l'angelo psicopompo che conduce le anime alla ricompensa o alla punizione eterna.
Nelle scritture rabbiniche sono nominati diversi angeli della morte:
La tradizione islamica conosce Azrael nonché Munkar e Nakīr come angeli della morte.
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