Archemoro fu allevato da Ipsipile, regina di Lemno[1], la quale cercava di crescerlo da solo. La donna consultò un oracolo sul destino del bambino e le fu suggerito di non poggiarlo mai per terra prima che sapesse camminare.
Durante la guerra dei Sette contro Tebe, i greci dell'armata di Adrasto re di Argo traversavano un giorno la foresta di Nemea in cerca di qualche ruscello, perché erano assetati, quando incontrarono l'illustre nutrice che allattava il giovane principe. Chiesero quindi indicazioni a Ipsipile e lei li condusse ad una fontana vicina e per giungervi con più celerità lasciò solo nell'erba il fanciullo Archemoro[1], vicino ad una pianta di sedano. Vicino alla pianta si nascondeva un serpente che uccise Archemoro.
I Greci afflitti dalle funesta sventura, uccisero il serpente, fecero al fanciullo dei superbi funerali, ed istituirono in suo onore i giochi Nemei[2].
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