Si occupava dei cavalli immortali Balio e Xanto e il suo nome è diventato sinonimo di cocchiere o vetturino.
Si trasferì con dieci navi da Sciro per assistere Achille nella guerra di Troia[1]. Era uno stretto confidente di Patroclo e viene spesso menzionato come un eroe coraggioso[2] come ad esempio nella lotta con Aretos, il figlio di Priamo e nell'assalto alla fortezza di Troia[3][4].
Automedonte viene citato nel brano de "I cavalli di Achille" quando Zeus si rivolge ai cavalli che erano fermi come una stele funeraria.
Note
Igino, Fabulae 97
Omero, Iliade 16,148. 219 e 17,429. 459. 536 e 24,574
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