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Doonesbury è una striscia a fumetti statunitense ideata e disegnata da Garry Trudeau[1] che ha esordito sulle pagine dei quotidiani il 26 ottobre 1970 e dove la politica statunitense reale si intreccia con la storia di generazioni di personaggi inventati[2]. È molto famosa in patria e all'estero, tanto da essere pubblicata su oltre 1400 giornali e riviste nel mondo[1] e vincitrice di premi Pulitzer[3], oltre a essere oggetto di una ricca aneddotica nella cultura e nella politica statunitensi[2]. Fino alla sua morte, ne ha curato la traduzione italiana il giornalista Enzo Baldoni[3]. I quotidiani su cui viene pubblicata, per la varietà e l'interesse degli argomenti trattati, ricevono dai lettori lettere di critica o a sostegno della posizione espressa dall'autore; i temi sono molteplici - come la liberalizzazione delle droghe leggere, le missioni di guerra americane, l'AIDS, l'aborto o le vicende di politica interna - e per questo invece di essere pubblicata nella pagina dei fumetti può capitare che la striscia venga spostata nelle pagine riservate agli editoriali, se non in prima pagina[3]. Benché spesso vi compaiano reali personalità politiche, queste sono raramente rappresentate con i loro volti, bensì con artifici grafici che riflettono alcuni aspetti della loro personalità; ad esempio il presidente George W. Bush è stato dapprima rappresentato da un cappello da cowboy sopra un grande asterisco - perché governatore del Texas e per via della sua controversa elezione - e poi da un elmo da imperatore romano sempre sopra un grande asterisco, per rappresentarne l'imperialismo. Verso la fine del suo primo mandato l'elmo fu disegnato ammaccato, con le dorature scrostate e ciuffi di setole strappati. Tra gli altri simboli si ricordano il waffle per rappresentare Bill Clinton, una bomba innescata per Newt Gingrich ed una piuma per Dan Quayle.[senza fonte] In Italia il fumetto venne pubblicato dai primi anni settanta sulla rivista Linus per decenni[3] e poi dal quotidiano online Il Post[4].

Doonesbury
Lingua orig.Inglese
AutoreGarry Trudeau (testi e disegni)
EditoreUniversal Uclick (distributore)
1ª app. inquotidiani vari
SessoMaschio

Storia editoriale


Garry Trudeau nel 1968 frequentava l'Università Yale quando incominciò a pubblicare le prime strisce della serie sul giornale universitario Yale Daily News. Inizialmente la striscia era intitolata "Bull Tales" ed era principalmente focalizzata sulla vita del "campus", ma assunse presto il nome definitivo di Doonesbury[3]. Secondo Redd Hundt, l'allora editore del giornale che diverrà successivamente il presidente della Federal Communications Commission, la linea editoriale del giornale sui fumetti era abbastanza flessibile: «pubblicavamo praticamente di tutto». Bull Tales esordì il 30 settembre 1968 e due anni dopo venne rilanciato in syndication come Doonesbury[5].


Trama


Inizialmente narra le vicende di un gruppo di amici durante gli anni del college. Il protagonista è Mike Doonesbury che oltre a dare il nome alla serie è anche l'alter ego dell'autore e di chiare tendenze liberali. Altri coprotagonisti sono B.D., un conservatore che crede saldamente negli ideali americani tanto da averli serviti partecipando a tre guerre, dal Vietnam alle due Guerre del Golfo (1991, 2003), Boopsie, svampita moglie di B.D., Zonker Harris, un perdigiorno cronico che vive a scrocco degli amici. Altro personaggio fondamentale è Mark Slackmeyer, un commentatore radiofonico che permette a Trudeau di rappresentare l'attualità americana intervistando i personaggi del momento. La storia dei personaggi iniziata alla fine degli anni sessanta evolve col tempo per cui li vediamo crescere, vivere, invecchiare e in alcuni casi morire proprio come in una soap opera, definizione dello stesso autore[3].


Personaggi principali


La serie oltre ai protagonisti conta anche un enorme numero di comprimari[3][6]:


Stile


Lo stile grafico inizialmente, quando la serie ancora si chiamava “Bull Tales”, era meno definito e con tratti imprecisi dove le figure hanno contorni che sfumano nel bianco della vignetta, tanto che lo storico del fumetto R.C. Harvey affermò che “Doonesbury inaugurò l’era delle strip mal disegnate”. Quando dal 1970 si arrivò alla pubblicazione giornaliera si nota l'influenza delle strisce dei Peanuts di Schulz nella stilizzazione dei volti lievemente arrotondati. Nel corso degli anni ottanta (come raccontato da Brian Walker nel volume “Doonesbury and the Art of G.B. Trudeau“), le matite sono ripassate a china da Don Carlton e questo accresce la precisione della linea con contorni più marcati e l'arricchimento di dettagli. Poi arrivano i retini tipografici ad aggiungere un tono più contemporaneo, cosa che suggerisce anche una maturità più strutturata degli stessi personaggi, ormai non più ragazzini al college. Dopo il periodo sabbatico nel 1984 e per tutti gli anni novanta la componente grafica raggiunge un'importanza tale che, come notato da Douglas Wolk, “Trudeau ormai mette generalmente in scena le sue strisce in modo che in ogni vignetta appaia qualcosa di visivamente rilevante”. Con gli anni 2000 Trudeau usa sempre più spesso primissimi piani e realizza le strisce in modo diametralmente opposto agli esordi, dove la striscia era costituita da più vignette simili e veniva sorretta solo dal testo scritto; ora si hanno invece cambi frequenti di inquadratura e diversi punti di vista, cosa che denota una maggiore sensibilità da regista[7].

Trudeau inserisce nei dialoghi termini gergali di varie categorie o professioni, tra cui gli agenti immobiliari, gli assistenti di volo, i maniaci dell'informatica, i giornalisti e gli aiutanti presidenziali.[senza fonte]


Controversie e censure



Temi trattati


Doonesbury ha affrontato negli anni molti temi politici e sociali controversi, a volte per la prima volta visti attraverso una striscia quotidiana a fumetti negli Stati Uniti. Questo è l'elenco di alcune "pietre miliari".


Un esempio: striscia del 18 novembre 2001


Quanto segue è il dialogo della striscia del 18 novembre 2001. I disegni non mostrano volti né personaggi. Il testo si sviluppa in nuvolette poste sopra il tetto della Casa Bianca.


Premi e riconoscimenti



Impatto culturale



Altri media


La striscia ha ispirato un film d'animazione ed un musical[senza fonte].


Note


  1. Le contestate strisce di Doonesbury sull'aborto, su Il Post, 12 marzo 2012. URL consultato il 24 novembre 2016.
  2. Guida per scoprire Doonesbury nel 2010, su Il Post, 25 ottobre 2010. URL consultato il 24 novembre 2016.
  3. Federico Vergari, Politicomics: raccontare e fare politica attraverso i fumetti, Tunué, 1º gennaio 2008, ISBN 9788889613412. URL consultato il 24 novembre 2016.
  4. doonesbury - Il Post, su Il Post. URL consultato il 3 giugno 2018.
  5. Doonesbury Comic Strips by Garry Trudeau, in doonesbury.washingtonpost.com. URL consultato il 25 novembre 2016.
  6. Doonesbury Comic Strips by Garry Trudeau, in doonesbury.washingtonpost.com. URL consultato il 25 novembre 2016.
  7. I disegni di Doonesbury - Il Post, in Il Post, 26 ottobre 2010. URL consultato il 24 novembre 2016.
  8. Redazione Uaar, Censura su fumetto Doonesbury contro legge aborto in Texas, su A ragion veduta, 15 marzo 2012. URL consultato il 24 novembre 2016.

Collegamenti esterni


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