fiction.wikisort.org - Personaggio

Search / Calendar

Giovanni da Procida (Salerno, 1210 – Roma, 1298) fu un medico della Scuola Salernitana, diplomatico e uomo politico legato alla dinastia sveva degli Hohenstaufen e uno dei familiares di Manfredi[1]. Dopo la caduta della dinastia sveva, fu uno dei protagonisti dei Vespri Siciliani.

Riproduzione del profilo di Giovanni da Procida presente nel Duomo di Salerno (da Procida dalle origini ai tempi nostri di Michele Parascandolo, ed. Benevento, 1893)
Riproduzione del profilo di Giovanni da Procida presente nel Duomo di Salerno (da Procida dalle origini ai tempi nostri di Michele Parascandolo, ed. Benevento, 1893)

Biografia


Membro della famiglia nobiliare dei da Procida, signori dell'isola omonima dal XII al XIV secolo, era il terzo con questo nome (Giovanni III da Procida), figlio primogenito di Giovanni II da Procida e Clemenza Logoteta. Probabilmente la sua dimora può essere individuata nel Palazzo Fruscione di Salerno[2]. Fu tra i consiglieri di Federico II di Svevia, da cui si vide affidare l'educazione del giovane Manfredi.

Si trovò al fianco di Manfredi fino alla disfatta di Benevento del 1266 dopo la quale, costretto alla fuga, cominciò a viaggiare tra le corti di tutta Europa al fine di dispiegare una grande opera diplomatica finalizzata al ritorno della dinastia sveva sui troni di Napoli e Sicilia e alla cacciata degli Angioini dalla penisola italiana. Ciò lo fece divenire uno dei principali avversari di Carlo I d'Angiò nei due decenni successivi.

Fu particolarmente attivo a Roma, a Costantinopoli e in Aragona, dove offrì per lungo tempo i suoi servigi al re Giacomo I d'Aragona e in seguito a suo figlio Pietro III d'Aragona che, avendo sposato Costanza di Hohenstaufen, era tra l'altro anche genero di Manfredi. Fu quindi tra i principali organizzatori e animatori dei Vespri Siciliani e della guerra che ne seguì, così come fu autore dell'intervento di Pietro d'Aragona in Sicilia. Il 2 febbraio 1283 fu nominato Gran Cancelliere di Sicilia, pur continuando, nonostante l'età, la sua frenetica attività diplomatica tra le diverse corti d'Europa.

Fu in un'ennesima missione diplomatica che Giovanni da Procida morì, a Roma, nel 1298, all'età di ottantotto anni.

Il giudizio storico sulla sua figura, nei secoli successivi, fu spesso controverso: diversi storici, in particolare di parte guelfa, lo videro a lungo come un mero "cospiratore contro l'autorità costituita". Nonostante ciò, a partire dal XIX secolo la sua figura è stata sempre più riabilitata, figurando in tali giudizi come uno dei primi uomini politici e diplomatici nel senso "moderno" del termine.

Nel 1817 Giovanni Battista Niccolini gli dedicò una sua tragedia, inizialmente censurata per il contenuto giudicato di propaganda risorgimentale. È inoltre uno dei personaggi de I vespri siciliani (titolo originale: Les vêpres siciliennes), grand opéra in francese di Giuseppe Verdi (libretto di Eugène Scribe e Charles Duveyrier), la cui prima rappresentazione si ebbe all'Opéra di Parigi il 13 giugno 1855. Giovanni da Procida canta nel registro di basso; la sua aria, con cui si apre il II atto dell'opera, "O tu, Palermo" è stata cantata da tutti i più grandi bassi.


Leggende


Illustrazione della decapitazione di Corradino nella Nova Cronica di Giovanni Villani
Illustrazione della decapitazione di Corradino nella Nova Cronica di Giovanni Villani
Drouet trafitto dalla spada viene ucciso, da I Vespri siciliani di Francesco Hayez.Roma, Galleria nazionale d'arte moderna
Drouet trafitto dalla spada viene ucciso, da I Vespri siciliani di Francesco Hayez.Roma, Galleria nazionale d'arte moderna

«E vide un guanto trasvolar dal palco
Sulla livida folla; e non fu scorto
Chi ‘l raccogliesse. Ma nel dì segnato
Che da le torri sicule tonaro
Come Arcangeli i Vespri; ei fu veduto
Allor quel guanto, quasi mano viva,
Ghermir la fune che sonò l'appello
Dei beffardi Angioini innanzi a Dio.»

(Aleardo Aleardi, Il monte Circello)

Opere



Note


  1. Walter Koller, MANFREDI, re di Sicilia, Dizionario Biografico degli Italiani, Vol. LXVIII, Istituto dell'Enciclopedia Italiana Treccani
  2. D. Guarino, "Palazzo Fruscione, un monumento architettonico del centro storico di Salerno: dalla lettura alla conservazione", in Apollo XIII - Bollettino dei Musei Provinciale del Salernitano, p. 74, Salerno, 1997.
  3. Vi fa riferimento il Portale dell'Italia Medioevale
  4. ALIM - Archivio della Latinità Italiana del Medioevo[collegamento interrotto]

Voci correlate



Altri progetti



Collegamenti esterni


Controllo di autoritàVIAF (EN) 10203382 · ISNI (EN) 0000 0001 1872 9383 · SBN CUBV092890 · BAV 495/54758 · CERL cnp00165903 · LCCN (EN) no2012151932 · GND (DE) 100942962 · BNE (ES) XX5066568 (data) · J9U (EN, HE) 987007417164005171 · WorldCat Identities (EN) lccn-no2012151932
Portale Biografie
Portale Medicina



Текст в блоке "Читать" взят с сайта "Википедия" и доступен по лицензии Creative Commons Attribution-ShareAlike; в отдельных случаях могут действовать дополнительные условия.

Другой контент может иметь иную лицензию. Перед использованием материалов сайта WikiSort.org внимательно изучите правила лицензирования конкретных элементов наполнения сайта.

2019-2024
WikiSort.org - проект по пересортировке и дополнению контента Википедии