L'hoverboard, detto anche volopattino, è uno skateboard di fantasia, fluttuante e senza ruote, utilizzato nella saga di Ritorno al futuro (in particolare nel secondo e terzo episodio) da Michael J. Fox.
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Durante un'intervista, Robert Zemeckis, regista della trilogia, affermava in una battuta che gli hoverboard esistessero veramente, fluttuassero "su energia magnetica" e che la loro commercializzazione fosse stata bloccata in quanto ritenuti dall'azienda costruttrice, la Mattel (marca reale stampata sull'hoverboard), troppo pericolosi. A causa di questo, i centralini della Mattel furono assaliti da centinaia di chiamate, ma la leggenda sull'esistenza dell'hoverboard è stata definitivamente smentita[1]. In seguito, il concetto dell'hoverboard è stato utilizzato da molti autori, per film, telefilm, cartoni animati e videogiochi non correlati a Ritorno al Futuro.
Entro luglio 2015, ossia prima, della data (21 ottobre 2015) che vedeva il protagonista sbarcare nel futuro, Jill e Greg Henderson, una coppia californiana sperava di iniziare la produzione del vero hoverboard. La tavola fluttuante è stata provata da diversi membri della stampa americana i quali ne avevano confermato l'effettiva funzionalità.
Il 5 agosto del 2015 è stato presentato il primo Hoverboard funzionante dalla casa automobilistica Lexus.[2][3]
L'effetto di volo degli hoverboard è stato ottenuto fissando le tavole ai piedi di attori imbragati a cavi di gru; i cavi sono poi stati cancellati in post-produzione.
Sul finire del 2016 hanno iniziato a comparire sul mercato particolari mezzi di trasporto che, pur non essendo ovviamente volanti, sono stato presto soprannominati "hoverboard", probabilmente proprio in omaggio al "volopattino" del film "Ritorno al futuro"; trattasi in realtà di "self balancing scooter", ossia "scooter autobilancianti", cioè veicoli a due ruote parallele che, mediante sensori giroscopici e opportuna elettronica di bordo, riescono a mantenersi in equilibrio orizzontale, anche con persone a bordo, senza bisogno di appoggi ulteriori e senza bisogno di essere in movimento, dando l'impressione di essere "impossibili" non, un po' come lo è l'hoverboard del film.
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