Iaia o Marzia (o ancora Lala, Laia o Maia; Cizico, ... – ...; fl. II-I secolo a.C.) è stata una pittrice romana.
Iaia nacque a Cizico e visse nello stesso periodo di Marco Terenzio Varrone (116 a.C.-27 a.C.). La donna si distinse come pittrice e per le sue incisioni in avorio e il suo successo fu tale da spingerla a trasferirsi a Roma, dove riuscì a mantenersi grazie alla sua arte senza sposarsi mai.[1]
Attiva nell'ultimo periodo della Repubblica, Iaia era considerata un'artista più rapida e talentuosa dei suoi corrispettivi maschili Sopoli e Dionisio, riuscendo così a farsi pagare salari più elevati dei suoi colleghi e rivali.[2][3]
Iaia è una delle cinque artiste donne ricordata da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia (40.147-148) insieme a Timarete, Irene, Aristarete ed Olimpia.
Iaia, con il nome di Marzia, è una delle tre artiste ricordata da Boccaccio nel De mulieribus claris.
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