Licaone (in greco antico: Λυκάων, Lykáōn) è un personaggio della mitologia greca. Fu sovrano dell'Arcadia e fu ritenuto in quasi tutte le versioni del mito come un uomo empio.
Licaone | |
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Zeus trasforma Licaone in un lupo, incisione di Hendrik Goltzius. | |
Nome orig. | Λυκάων |
Sesso | Maschio |
Professione | Re dell'Arcadia |
Figlio di Pelasgo[1] e dell'oceanina Melibea[1][2] o Deianira[3].
Sposò una ninfa naiade di nome Cillene (che in alcuni casi viene indicata come sua madre)[1][4].
Licaone fu padre di almeno tre figlie Callisto, Dia[5][6], Psophis[7] e fu padre di cinquanta figli (di cui molti divennero eponimi di città) ed avuti da diverse concubine.
Acaco, Acontes, Aegaeon, Alipherus, Ancyor, Archebates[1]. Aseatas,[8]. Bucolione, Caneto, Carteron [1]. Caucone[8]. Charisius, Cleitor, Corethon[1]. Cromus[8]. Cynaethus[1]. Daseatas[8]. Dauno, Eleuther[9]. Enotro, Evemone, Eumetes, Eumon, Fineo, Genetore, Haemon, Harpaleus, Harpalycus, Helix[1]. Lebadus[9]. Leon, Lino, Lycius, Lycos, Macareo, Macedone, Maenalus, Mantineus, Nittimo, Orcomeno[1]. Oresteo[8]. Pallade[1]. Peraethus[8]. Peucezio, Phassus[1]. Phigalus[8]. Phthius, Physius, Plato, Polichus, Portheus, Prothous, Socleus, Stymphalus, Teleboas[1]. Tegeate[8]. Thesprotus[1]. Thocnus, Thyreus[8]. Titanas[1]. Trapezeus e Tricolonus[8].
Zeus, desiderando accertarsi dell'empietà di Licaone, andò, travestito da contadino, a chiedere ospitalità al sovrano. Il re per sapere se l'ospite fosse veramente una divinità decise di servire al banchetto in suo onore con le carni del nipote Arcade o in un'altra versione, quelle di un prigioniero.
Il dio inorridito fulminò l'empio e tutti i suoi 49 figli, eccettuato Nittimo, salvato dalla dea Gea, il quale poté così succedere al padre.
Un'altra versione del mito, narrata da Publio Ovidio Nasone Metamorfosi[10], racconta che per la sua empietà Licaone fu punito con la trasformazione in un "feroce lupo", destinato a cibarsi di carne umana[11]. Questa versione viene messa in rapporto con i sacrifici umani che si svolgevano in Arcadia in onore di Zeus Liceo, quando una vittima umana veniva immolata e i celebranti, che si erano cibati delle viscere, venivano trasformati in lupi per otto anni. Scaduto questo termine potevano ritornare umani, a patto che non avessero mangiato carne umana.
L'empietà di Licaone fu causa della furia di Zeus, che decise, assieme agli altri dei, di seppellire la terra sotto al Diluvio[12], al quale sopravvisse Deucalione, figlio di Prometeo e sua moglie Pirra.
«Si fe d’un huom’, un lupo empio, e rapace Servando l’uso de l’antica forma, Che l’human sangue più che mai li piace, De’ suoi vecchi desir seguendo l’orma.» |
(Ovidio, Metamorfosi libro I) |
«In quanto al modo, ogni Dio si rimette A quel, ch’occulto anchor Giove tenea, Che fu contrario al primo, e à tutti piacque Di nasconder la Terra sotto l’acque.» |
(Ovidio, Metamorfosi libro I) |
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