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Mafalda è un personaggio immaginario protagonista dell'omonima striscia a fumetti realizzata dall'argentino Joaquín Lavado, in arte Quino, pubblicata dal 1964 al 1973, molto popolare in America Latina e in Europa.[1][2] La serie è stata pubblicata su quotidiani, riviste e libri diventando famosa in tutto il mondo oltre a divenire oggetto di un vasto merchandising e protagonista di due serie di cortometraggi d'animazione[1] e, nel 1982, di un lungometraggio d'animazione.[3][4] Al personaggio sono state dedicate tre statue, la più nota delle quali è tra le vie Defensa e Chile nel quartiere San Telmo di Buenos Aires; c'è inoltre una targa commemorativa sull'edificio nel quale viveva l'autore quando ideò il personaggio.[5][6]

Disambiguazione – Se stai cercando altri significati, vedi Mafalda (disambigua).
Mafalda
Statua di Mafalda al "Paseo de la Historieta" a San Telmo, Buenos Aires
Nome orig.Mafalda
Lingua orig.Spagnolo
AutoreQuino (pseudonimo di Joaquín Lavado)
1ª app.29 settembre 1964
SessoFemmina
Mafalda
fumetto
AutoreQuino
1ª edizione1964 1973
Periodicitàgiornaliera
Genereumoristico

Storia editoriale


Una striscia
Una striscia
Targa apposta sul palazzo dove viveva Quino quando ideò il personaggio, sito in calle Chile 371 a Buenos Aires.
Targa apposta sul palazzo dove viveva Quino quando ideò il personaggio, sito in calle Chile 371 a Buenos Aires.

Il personaggio trae ispirazione da una bambina presente nel romanzo di David Viñas, Dar la cara, pubblicato nel 1962 in Argentina[senza fonte]; nasce nel 1963 su commissione di un'azienda di elettrodomestici per una campagna promozionale[1][7] che poi non fu realizzata.[3][8][9] Il personaggio venne ripreso l'anno successivo per realizzare una striscia satirica per Primera Plana, un importante settimanale argentino.[6][9] Mafalda diventa un fumetto su suggerimento di Julián Delgado, a quel tempo editore del settimanale Primera Plana e amico intimo di Quino.[senza fonte] La prima striscia compare sul settimanale il 29 settembre 1964.[2][6] Il successivo 9 marzo, la pubblicazione è sospesa per una controversia legale.[senza fonte]

Dal 15 marzo 1965 la serie viene pubblicata giornalmente sul quotidiano El Mundo di Buenos Aires[2][6], permettendo all'autore di seguire da vicino l'attualità.[senza fonte] Alcune settimane dopo nascono i personaggi di Manolito, Susanita e Felipe, mentre la mamma di Mafalda è incinta quando il giornale chiude, il 22 dicembre 1967 e la serie si interrompe a causa del fallimento del giornale[5]. Le pubblicazioni riprendono il 2 giugno 1968, nel settimanale Siete Días Illustrados ma dato che il fumetto deve essere preparato almeno due settimane prima della pubblicazione, Quino non riesce più a seguire l'attualità come aveva fatto in precedenza.[senza fonte] Smette definitivamente di pubblicare la striscia il 25 giugno 1973[6][8] dopo averne realizzato oltre 3.000 strisce per non rischiare ripetitività e per potersi dedicare ad altri progetti.[1] Alla fine del 1966 sono pubblicate, in una raccolta, le vignette già uscite sui quotidiani. Senza bisogno di molta pubblicità le vendite hanno un successo inaspettato e in quindici giorni la prima edizione è esaurita. Nei dodici anni successivi in Spagna sono vendute cinque milioni di copie. La striscia viene distribuita in tutta l'America del sud.[senza fonte]


Edizioni estere


Nel 1970 Mafalda è pubblicata in Spagna, in Portogallo e in Brasile dove compare su una rivista di pediatria e pedagogia.[senza fonte] Venne pubblicata anche in Cina.[6] La striscia è pubblicata per la prima volta in Italia nel 1968, in un'antologia edita da Feltrinelli. Nel 1969 esce la prima raccolta intitolata Mafalda la contestataria, pubblicata da Bompiani. La prefazione è scritta da Umberto Eco che paragona Mafalda a Charlie Brown di Charles M. Schulz. I due personaggi hanno la stessa età, ma il loro atteggiamento nei confronti del mondo è molto diverso: la marcata separazione del mondo infantile di Mafalda e dei suoi compagni da quello degli adulti dimostra la sua volontà di non integrarsi in esso, al contrario dei Peanuts, che sono quasi "adulti in miniatura"[10]. Nel 1970, in Italia, Mafalda venne pubblicata quotidianamente per un certo periodo da Paese Sera,[6] il primo di molti giornali che decideranno di pubblicare la striscia.[senza fonte]


Biografia del personaggio


Mafalda: ha 6 anni e odia la minestra. Si comporta come ogni bambina della sua età, ma ha anche uno sguardo acuto e indagatore sul mondo e sulla vita. Si interessa dei problemi del mondo, come la guerra del Vietnam, la fame o il razzismo. Quando chiede spiegazioni agli adulti, le sue domande sono sempre dirette e disarmanti, fino a provocare in loro crisi di nervi, curate col calmante "Nervocalm". Mafalda è una bambina dallo spirito ribelle, profondamente preoccupata per l'umanità e per la pace nel mondo. Pone a sé e ai suoi genitori domande candide e disarmanti a cui è difficile, e a volte impossibile, rispondere. Sono domande che mostrano le contraddizioni e le difficoltà del mondo degli adulti, nel quale Mafalda rifiuta di integrarsi.


Comprimari



Impatto culturale


Dopo il 1973 Quino disegna Mafalda pochissime altre volte e solo per attività connesse alla promozione dei diritti umani:


Premi e riconoscimenti



Altri media


Il film di Mafalda
Il film di Mafalda

Lungometraggi animati



Serie a cartoni animati



Note


  1. FFF - QUINO, su lfb.it. URL consultato il 14 giugno 2017.
  2. Mafalda, su guidafumettoitaliano.com. URL consultato il 14 giugno 2017.
  3. (EN) Quino, su lambiek.net. URL consultato il 14 giugno 2017.
  4. Mo-Net s.r.l. Milano-Firenze, Mafalda (1982), su mymovies.it. URL consultato il 14 giugno 2017.
  5. Una statua per Mafalda a Buenos Aires - Corriere della Sera, su corriere.it. URL consultato il 14 giugno 2017.
  6. Una statua a Buenos Aires per Mafalda, bambina terribile - Spettacoli & Cultura - Repubblica.it, su repubblica.it. URL consultato il 14 giugno 2017.
  7. La rivoluzione si fa con un fiore in mano: i segreti di Mafalda nella raccolta con tutte le strisce, su lastampa.it/cultura/tuttolibri. URL consultato il 14 giugno 2017.
  8. Storia di Mafalda, la bambina impertinente nata 50 anni fa da una lavatrice che quando appare fa la differenza, in Il Sole 24 ORE. URL consultato il 14 giugno 2017.
  9. Mafalda, la piccola contestataria creata da Quino, su slumberland.it. URL consultato il 14 giugno 2017.
  10. Umberto Eco, Prefazione a Mafalda la contestataria, Bompiani, 1968
  11. Copia archiviata, su quino.com.ar. URL consultato il 9 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2015).
  12. http://www.repubblica.it/2006/05/gallerie/politica/mafalda/1.html Mafalda aderisce all'appello
  13. Mafalda si è unita alle italiane contro il machismo di Berlusconi, in Italia Dall'Estero. URL consultato il 14 giugno 2017 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2014).

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


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На других языках


[es] Mafalda

Mafalda[2] es el nombre de una tira de prensa argentina creada por el humorista gráfico Quino de 1964 a 1973, protagonizada por la niña homónima, «espejo de la clase media argentina y de la juventud progresista»,[3] que se muestra preocupada por la humanidad y la paz mundial y se rebela contra el mundo legado por sus mayores.

[fr] Mafalda

Mafalda est une série de bande dessinée argentine de l'auteur Quino, publiée de 1964 à 1973. Comme son auteur, Mafalda est argentine et issue de la classe moyenne. Elle est très populaire en Amérique latine, en Europe et au Québec.
- [it] Mafalda



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