Metabo era un mitico re della popolazione italica dei Volsci.
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Metabo
Metabo con la piccola Camilla, miniatura di Robinet Testard, da un manoscritto del De mulieribus claris di Boccaccio
Saga
Eneide
Professione
re
Il mito
Metabo viene menzionato nell'Eneide, in un flashback relativo alla figlia e desunto, secondo gli scolii antichi, dalle Origines di Catone il Censore[1].
La sua sposa Casmilla morì nel dare alla luce Camilla, destinata a diventare un'eroina valorosa. Poco dopo, in seguito a una sollevazione popolare contro il suo governo autoritario, Metabo dovette abdicare e fuggire in esilio[2] portandosi dietro Camilla, che all'epoca era piccolissima.
Durante la fuga, Metabo, incalzato dai nemici, gettò Camilla, legandola alla lancia e pregando Diana di salvarla, al di là di un fiume, l'Amaseno, dopodiché la raggiunse a nuoto; la bambina venne consacrata, in ringraziamento per lo scampato pericolo, appunto a Diana. Padre e figlia vissero a lungo in povertà tra i pastori, e il sovrano decaduto insegnò alla ragazza le tecniche di caccia, il combattimento, oltre che a usare la spada e a tirare con l'arco. Dopo la morte del genitore, Camilla prese il suo posto, diventando regina dei Volsci. [3].
Tiranno e padre affettuoso insieme, Metabo è molto simile sotto questi due aspetti a un altro personaggio virgiliano, l'etrusco Mezenzio, che però a differenza del volsco ha in spregio gli dèi.
Note
Servio, ad Aeneidem XI, 567.
Virgilio, Eneide, XI, 567.
Virgilio, Eneide, 570.
Fonti
Virgilio, Eneide, XI, 533-570.
Collegamenti esterni
(EN) Metabo, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
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