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Obizzo II d'Este (Napoli o Puglia, tra il 1247 e il 1252 – 13 febbraio[2] o 20 gennaio[1] 1293) è stato Signore di Ferrara, della Marca Anconitana e di Este.

Obizzo II d'Este
Obizzo II d'Este in una miniatura
Marchese di Ferrara
Stemma
Stemma
In carica 1264 
1293
Predecessore Azzo VII
Successore Azzo VIII
Signore di Modena e Reggio
In carica 1288/1289 
1293
Predecessore Titolo creato
Successore Azzo VIII
Nascita Napoli o Puglia, tra il 1247 e il 1252
Morte Ferrara, 20 gennaio o 13 febbraio 1293
Dinastia Este
Padre Rinaldo I d'Este
Madre un'amante di Rinaldo, una lavandaia di origini napoletane[1]
Coniugi Jacopina Fieschi
Costanza della Scala
Figli Aldobrandino
Beatrice
Azzo
Francesco
Maddalena
Matteo
Francesco
Rinaldo
Religione Cattolicesimo

Fu proclamato signore a vita di Ferrara nel 1264, signore di Modena nel 1288 e di Reggio Emilia nel 1289. Con la sua acclamazione si concluse il periodo comunale a Ferrara e iniziò la Signoria.


Biografia


Rinaldo I d'Este
Rinaldo I d'Este

Obizzo, figlio naturale di Rinaldo I d'Este, per volere di Azzo VII d'Este, fu legittimato da Papa Innocenzo IV.

Obizzo II d'Este
Obizzo II d'Este

Nel 1264, alla morte di Azzo VII, Obizzo, ormai sconfitti nella lotta per il potere i Salinguerra, affermò la sua supremazia sulla signoria ferrarese


Signore di Ferrara e Modena


In principio le famiglie ostili agli Este contestarono le origini illegittime di Obizzo e a Ferrara tentarono di opporsi alla sua ascesa al potere, ma grazie all'appoggio di molte città guelfe, tra cui Modena e Reggio, e soprattutto grazie al potente arcivescovo di Ravenna, Filippo Fontana, durante un'assemblea pubblica in piazza, venne proclamato Signore perpetuo di Ferrara.

A Modena, dopo l'insediamento ufficiale, avvenuto nel 1289, Obizzo II fece costruire il castello, prima residenza ducale degli estensi, ampliato e riadattato quasi quattro secoli più tardi, nel 1643, dal duca Francesco I.

Obizzo II una volta insediatosi al potere permise ai guelfi esiliati di rientrare in città, mantenendo in esilio solo i discendenti della famiglia Grasolfi, che erano a capo della parte ghibellina.

Obizzo II si rivelò abile nel mantenere il potere e nell'ingraziarsi il popolo, conquistando, dopo Ferrara e Modena, anche la città di Reggio.

Nel 1290, ormai a capo di un vasto territorio, Obizzo II fu in grado di organizzare una compagine di cavalieri da inviare alla crociata in Terrasanta che papa Niccolò IV stava tentando di preparare.[1]


Morte


Alla sua morte, avvenuta probabilmente per mano del figlio Azzo VIII d'Este nel 1293, si ebbero conflitti per la successione non avendo Obizzo indicato il suo erede.

Le autorità cittadine nominarono Azzo VIII per diritto di primogenitura, ma egli subì una violenta contestazione dai fratelli, che affermarono che secondo la legge longobarda a cui si attenevano gli Estensi i possedimenti dovevano essere divisi in modo equo fra i tre figli, e cioè Ferrara ad Azzo VIII, Modena ad Aldobrandino e Reggio a Francesco.


Obizzo nella Divina Commedia


«e quell'altro ch'è biondo
è Opizzo da Esti, il qual per vero
fu spento dal figliastro su nel mondo»

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, canto XII, vv. 110-113)

I cronisti dell'epoca non sono affatto concordi sulla sua morte e si trovano tracce della vicenda anche nell'Inferno di Dante Alighieri.

Il poeta fiorentino colloca Obizzo tra i tiranni nel 1º girone dei violenti, sommerso fino agli occhi nel sangue bollente del Flegetonte.

Dante, per bocca del centauro Nesso, fa dire "per vero", cioè in verità, che egli fu ucciso dal figliastro. Questa affermazione, che sa di rivelazione da parte di chi sa come si siano svolti i fatti, parla di un "figliastro", che si può intendere sia come "figlio degenere", sia come figlio illegittimo, accusando ulteriormente Azzo che nel frattempo era succeduto al padre.

L'affermazione del poeta è particolarmente coraggiosa se si pensa che Azzo fino al 1308 era in vita e che se davvero colpevole e/o illegittimo a regnare egli avrà fatto tutto il possibile per mascherare le carte.

Obizzo è forse citato indirettamente anche nel Canto XVIII, quando Venedico Caccianemico racconta come facesse prostituire sua sorella Ghisolabella presso il marchese di Ferrara, sperando di avere un appoggio politico. Questo passo potrebbe anche riferirsi ad Azzo.


Discendenza


Sposò in prime nozze[3] Jacopina Fieschi dalla quale ebbe tre figli:

Sposò in seconde nozze Costanza Scaligera dalla quale ebbe due figli:

Obizzo ebbe anche tre figli naturali: Matteo, Francesco e Rinaldo.


Ascendenza


Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Azzo VI d'Este Azzo V d'Este  
 
 
Azzo VII d'Este  
Alice di Châtillon Rinaldo di Châtillon  
 
Stefania de Milly  
Rinaldo I d'Este  
 
 
 
Giovanna  
 
 
 
Obizzo II d'Este  
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

Note


  1. C.M.Goldoni, p.51.
  2. Copia archiviata, su genroy.fr. URL consultato il 20 ottobre 2015 (archiviato dall'url originale il 20 ottobre 2013).
  3. Alcune fonti riportano un suo precedente matrimonio con Dalmiana Giocoli, figlia di Jacomo: Alessandro Sardi, Dell'Origine del Ducato e della città di Ferrara, manoscritto conservato presso l'Archivio di Stato di Mantova (mss. Bibl. 3)
  4. Da non confondere con l'omonima Beatrice d'Este (1475-1497), figlia di Ercole I d'Este, che fu, 200 anni più tardi, sposa di un altro sovrano milanese, il duca Ludovico il Moro.

Bibliografia



Altri progetti



Collegamenti esterni


Predecessore Signore di Ferrara Successore
Azzo VII 1264-1293 Azzo VIII I
Azzo VII Marchese d'Este

1264-1293

Francesco d'Este II
Predecessore Marchese di Modena e Reggio Successore
creazione del titolo 1264-1293 Obizzo III d'Este
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