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Piyama-Kurunta ("Dono del dio Kurunta"[1]) (... – Ḫattuša, ...) fu un principe e reggente di Uhha-Ziti, ultimo re indipendente di Arzawa, un regno dell'Anatolia occidentale dell'Età del Bronzo. Fu adottato come figlio dallo stesso re, che lo nominò col nome che è adesso noto.

Nel 1323 a.C. circa, Uhha-Ziti si ribellò all'impero ittita, e prese come base la città di Apasa, dove accettò i rifugiati dell'impero da Attarimma, Hu[wa]rsanassa e Suruda. Mentre il re ittita Muršili II marciava verso Arzawa, Apasa fu colpita da una meteora, e Uhha-Ziti fu ferito gravemente. Sopravvissuto alla catastrofe, si alleò con il re del cosiddetto regno di "Ahhiyuwa", e ordinò Piyama-Kurunta di attaccare il regno di Mira, il cui re, Maskhuiluwa, aveva preso in moglie la sorella di Mursili.

Piyama-Kurunta attaccò (e forse distrusse) la città di Impa, ma il re di Mira in persona lo respinse. Piyama-Kurunta diede poi battaglia a Walma, vicino al fiume Astarpa, contro il re Mursili, ma fu da lui sconfitto[2] e dunque costretto a seguire il padre suo re e il fratello Tapalazunauli, in fuga nelle isole vicino ad Apasa. Mursili occupò la città stessa senza troppe difficoltà, ma non prima che i rifugiati riuscissero a scappare nella città-fortezza di Puranda, situata anch'essa vicino al fiume Astarpa.[3] Uhha-Ziti morì mentre Mursili assediava Puranda.

Piyama-Kurunta e il fratellastro Tapalazunauli fecero un ultimo sforzo per tentare di sostenere la cittadella di Puranda, ma non vi riuscirono, e Tapalazunauli fu preso prigioniero. Vedendo che la loro era ormai una causa persa, Piyama-Kurunta si arrese; gli ittiti accettarono di firmare una pace con gli Arzawa, a patto che ritornassero sotto la loro egida. Lo stesso Piyama-Kurunta fu deportato ad Ḫattuša, la capitale ittita, dove probabilmente si spense.


Note


  1. (EN) Ilya S. Yakubovich, Sociolinguistics of the Luvian language (PDF), Chicago, Dissertation, 2008.
  2. (EN) Mark William Chavalas, The ancient Near East: historical sources in translation.
  3. (EN) Mikasa no Miya Takahito, Essays on Ancient Anatolian and Syrian Studies in the 2nd and 1st Millennium, Mikasa no Miya Takahito, 1991, pp. 31-32, ISBN 344-70-313-87.

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