Rambaldo XIII di Collalto (21 settembre 1579 – Coira, 18 novembre 1630) è stato un condottiero italiano al servizio del Sacro Romano Impero nel corso delle guerre dei trent'anni e di successione di Mantova.
Rambaldo XIII di Collalto | |
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Nascita | 21 settembre 1579 |
Morte | Coira, 18 novembre 1630 |
Etnia | Italiano |
Dati militari | |
Paese servito | ![]() |
Forza armata | Esercito del Sacro Romano Impero |
Arma | Cavalleria, Fanteria |
Specialità | Capitano di ventura |
Anni di servizio | 1596 – 1630 |
Grado | Feldmaresciallo del Sacro Romano Impero |
Guerre |
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Battaglie | Sacco di Mantova |
Decorazioni | Cavaliere dell’Ordine del Toson d'oro |
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Manuale |
Nacque, in località sconosciuta (forse Mantova[1]), da Antonio Collalto e dalla mantovana Giulia Torelli, figlia di Marcantonio e Ippolita Gonzaga[2]. La sua famiglia, residente nel castello di San Salvatore a Susegana, era la più prestigiosa della Marca Trevigiana, ma da tempo i suoi privilegi nobiliari erano stati ridimensionati dal governo della Serenissima. Nel 1595, per esempio, era stato soppresso il diritto di mero e misto impero, mentre venivano confiscati i possedimenti del Montello. Contrariamente ai parenti, quali il padre, lo zio Massimiliano e il fratello Vinciguerra, il Collalto reagì a questi atti rifiutando qualsiasi impiego militare sotto le insegne di San Marco.
Così, ad appena sedici anni, abbandonò la famiglia per arruolarsi nell'esercito del Sacro Romano Impero come soldato semplice. Si distinse nella Lunga Guerra contro gli Ottomani, conquistandosi la stima di Giorgio Basta. Nel 1604, in particolare, diede prova di coraggio e bravura nel corso dell'attacco al forte di San Tommaso a Strigonio.
Frattanto doveva essersi quietato il suo sdegno nei confronti di Venezia, tant'è che nel 1606 si mise in contatto con l'ambasciatore Francesco Soranzo per mediare il passaggio del Basta all'esercito veneziano, deluso dal trattamento ricevuto dagli imperiali. Due anni prima, in aggiunta, aveva trascorso un periodo nel castello di famiglia durante il quale partecipò alle giostre di carnevale organizzate dall'Accademia degli Aspiranti di Conegliano.
Compì importanti missioni diplomatiche: per ricompensarlo dei suoi servigi, l'imperatore lo nominò signore di Pirnitz, in Moravia, lo insignì dell'Ordine del Toson d'Oro e lo nominò Presidente del Consiglio di guerra di Corte austriaco, carica quest'ultima che tenne fino alla sua morte.
Sotto il comando di Tilly, prese parte alle fasi iniziali della guerra dei trent'anni (scontri sul Reno e sul Meno).
Tra il 1629 ed il 1630 guidò le truppe imperiali impegnate in Piemonte e Lombardia nel corso della seconda guerra del Monferrato: partecipò all'assedio della città di Mantova, ma cadde malato prima della sua presa (18 luglio 1630).
Accusato di cospirazione, morì mentre si recava a Vienna per sottoporsi a giudizio.
Diede vita al ramo austriaco della famiglia.
Sposò nel 1617 Bianca Polissena della Torre ed ebbero tre figli:
![]() | Cavaliere dell'Ordine del Toson d'oro |
— 1629 |
Altri progetti
Predecessore | Presidente del Consiglio Imperiale di Guerra | Successore | ![]() |
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Johann Kaspar von Stadion | 1624–1630 | 11.Hans Christoph |
Predecessore | Feldmaresciallo del Sacro Romano Impero | Successore | ![]() |
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Hieronymus Caraffa de Montenegro | 1625 | Gottfried von Pappenheim |
Predecessore | Conte di Collalto e San Salvatore | Successore | ![]() |
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Antonio di Collalto | 1625 |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 49981990 · ISNI (EN) 0000 0001 1639 4428 · BAV 495/175376 · CERL cnp00387008 · GND (DE) 116637005 · WorldCat Identities (EN) viaf-49981990 |
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