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36 Quai des Orfèvres è un film del 2004 diretto da Olivier Marchal.

36 Quai des Orfèvres
Una scena del film
Titolo originale36 Quai des Orfèvres
Paese di produzioneFrancia, Italia
Anno2004
Durata110 min
Generenoir, poliziesco
RegiaOlivier Marchal
SoggettoOlivier Marchal
SceneggiaturaOlivier Marchal, Franck Mancuso, Julien Rappeneau, Dominique Loiseau
ProduttoreGrégory Barrey, Franck Chorot, Cyril Colbeau-Justin
Produttore esecutivoHugues Darmois, Jean-Baptiste Dupont
Casa di produzioneGaumont
Distribuzione in italianoMedusa Distribuzione
FotografiaDenis Rouden
MontaggioHugues Darmois
MusicheErwann Kermorvant, Axelle Renoir
ScenografiaAmbre Fernandez
CostumiNathalie du Roscoat
TruccoLaurent Bozzi, Turid Follvick, Alexis Kinebanyan, Joël Lavau, Benoît Lestang, Juliette Martin, Françoise Quilichini
Interpreti e personaggi
  • Daniel Auteuil: Léo Vrinks
  • Gérard Depardieu: Dénis Klein
  • André Dussollier: Robert Mancini
  • Valeria Golino: Camille Vrinks
  • Roschdy Zem: Hugo Silien
  • Daniel Duval: Eddy Valence
  • Francis Renaud: Titi Brasseur
  • Anne Consigny: Hélène Klein
  • Ivan Franek: Bruno Winterstein
  • Éric Defosse: Rolf Winterstein
  • Cyrille Hertel: Jamel Attia
  • Thierry Guerrib: Said Attia
  • Jo Prestia: Victor Dragan
  • Laurent Olmédo: Tony Vargas
  • Denis Sylvain: Prefetto
  • Christian Geffroy: funzionario FBS
  • Alain Figlarz: Francis Horn
  • Catherine Marchal: Eve Verhagen
  • Stéphane Metzger: Smao
  • Mylène Demongeot: Manou Berliner
  • Aurore Auteuil: Lola Vrinks da adolescente
  • Solène Biasch: Lola Vrinks da bambina
  • Olivier Marchal: Christo
  • Guy Lecluyse: Groluc
  • Vincent Moscato: Jenner
  • Christophe Rouzaud: Staneck
  • Serge Beuchat: Daniel Seurat
  • Anna D'Annunzio: Florence Belkrim
  • Stéphanie Coubard: Anne Valence
Doppiatori italiani
  • Angelo Maggi: Léo Vrinks
  • Rodolfo Bianchi: Dénis Klein
  • Dario Penne: Robert Mancini
  • Pasquale Anselmo: Hugo Silien
  • Stefano De Sando: Eddy Valence
  • Christian Iansante: Titi Brasseur
  • Roberta Pellini: Hélène Klein
  • Francesco Bulckaen: Bruno Winterstein
  • Giorgio Borghetti: Rolf Winterstein
  • Francesco Prando: Tony Vargas
  • Sergio Di Stefano: Prefetto
  • Maurizio Reti: funzionario FBS
  • Loris Loddi: Francis Horn
  • Alessandra Korompay: Eve Verhagen
  • Roberto Certomà: Smao
  • Nino Prester: Christo
  • Angiola Baggi: Manou Berliner
  • Valentina Mari: Lola Vrinks da adolescente
  • Giulia Franceschetti: Lola Vrinks da bambina
  • Roberto Stocchi: Groluc
  • Gerolamo Alchieri: Jenner
  • Fabrizio Temperini: Staneck

Il nome del film è dato dall'indirizzo della sede storica del comando della polizia giudiziaria a Parigi[1][2] e trae spunto da fatti realmente accaduti intorno alla metà degli anni '80. La pellicola è stata candidata a 8 Premi César nel 2005 (tra cui miglior film, regia e attore protagonista), senza tuttavia riuscire a vincerne alcuno.


Trama


Robert Mancini, capo della polizia giudiziaria di Parigi, deve lasciare il suo posto per assumere la più importante posizione di direttore generale. Non volendo «lasciare la merda sotto i tappeti», a titolo di regalo di commiato, chiede ai suoi l'arresto di una feroce gang specializzata in rapine di furgoni portavalori, che da mesi imperversa nella capitale francese. Tra i suoi due sottocapi, Léo Vrinks della sezione antirapina e Denis Klein dell'antibanditismo, inizia allora una lotta senza esclusione di colpi per la conquista della poltrona vuota, in premio a chi centrerà il colpo richiesto.

Nella corsa alla successione Vrinks si fa raggirare da Silien, un informatore che, in licenza dal carcere, commette un omicidio sotto i suoi occhi, assicurandosi l'impunità grazie ad informazioni preziosissime sulla gang imprendibile. Vrinks accetta il diabolico compromesso, ignaro del fatto che una prostituta l'ha visto insieme all'assassino sul luogo del delitto. L'uomo preparata meticolosamente la cattura della banda ricercata, ma vede saltare tutto per colpa di un intervento intempestivo di Klein, frustrato e ubriaco, cui fa seguito, oltre alla fuga dei malviventi, l'uccisione dell'apprezzatissimo agente Eddy.

Nelle settimane successive la banda è comunque annientata, ma Vrinks non ne beneficia perché Klein, intento a difendersi nell'indagine interna che lo riguarda, raccoglie la testimonianza della prostituta che incastra proprio colui che Mancini voleva come suo successore. In seguito la moglie di Vrinks, non ascoltando le raccomandazioni del marito ormai in carcere, si mette in contatto con Silien, l'assassino latitante all'origine delle loro sventure. La donna spera di averne un aiuto per scagionare il marito, ma quando fa salire l'uomo sulla sua auto, viene braccata da Klein, che in maniera spietata la butta fuori strada, in un incidente che uccide entrambi gli occupanti.

Dopo sette anni, Vrinks esce di prigione e, ancor prima di rivedere la figlia, pensa a come sistemare il suo passato. I vecchi componenti della sua squadra sono stati tutti estromessi o se ne sono andati per non restare sotto Klein. Quelli coinvolti nell'incidente che ha visto la morte di sua moglie, invece, hanno avuto destini più strani. Questo perché Klein ha dovuto coprire un'altra terribile nefandezza: la moglie di Vrinks, infatti, non figurava ufficialmente morta a causa dell'incidente, bensì per un colpo di pistola infertole da Silien. Ma in realtà a sparare il colpo sulla donna moribonda fu Klein, per esimersi dalle colpe di quello strano incidente stradale.

Intanto un vecchio componente della squadra di Vrinks, Titi, ora buttafuori di una discoteca, a seguito di un battibecco avuto durante l'incontro con Vrinks, viene aggredito da alcuni avventori. Quando questi lo disarmano, scoprono un coltello appartenuto ad uno di loro, brutalmente picchiato, sequestrato e abbandonato nudo in un bosco anni prima, proprio su ordine di Vrinks, per vendicare il pestaggio di una prostituta, sua informatrice ed amica. Titi viene così picchiato e lasciato in fin di vita, venendo risparmiato solo dopo aver rivelato il nome del capo che ordinò quel pestaggio anni prima.

Vrinks si presenta all'annuale serata di gala nella sede della polizia riuscendo a cogliere Klein appartato ed indifeso. Potrebbe ucciderlo ma, capendo lo stato miserevole in cui si trova quell'uomo, sì potente ma roso da rimorsi e sensi di colpa, gli lascia la pistola perché si suicidi. Klein, ferito nell'orgoglio segue e insulta Vrinks fino in strada, venendo lì affiancato da una moto con un killer, che lo fredda a bruciapelo. Erano gli uomini della banda che ha pestato Titi, il quale, in fin di vita, non ha dato loro il nome del suo capo, ma quello di Klein, come responsabile dell'antico affronto. Giustizia è così fatta.


Produzione


Girato ed ambientato a Parigi, il film prende il titolo dall'indirizzo della sede della polizia della capitale, posta lungo la Senna. Il film è dedicato alla memoria del comandante di polizia Christian Caron (vecchio collega del regista Olivier Marchal, ex poliziotto), ucciso in servizio nell'agosto del 1989.[3]


Cast


Il regista Olivier Marchal compare in un cameo nei panni di Christo, mentre sua moglie Catherine Marchal interpreta la poliziotta Eve Verhagen. La vera figlia di Daniel Auteuil, Aurore, interpreta inoltre Lola, la figlia di Léo Vrinks, nel periodo in cui ha diciassette anni.


Colonna sonora


La canzone utilizzata sui titoli di coda è Don't Bring Me Down di Sia, contenuta nell'album Colour the Small One del 2004.


Riconoscimenti



Note


  1. dal 2017 trasferiti in 36, rue du Bastion
  2. (IT) Ettore Livini, Parigi, fine di un'epoca: la polizia francese lascia gli uffici di Maigret, in la Repubblica, 26 Giugno, 2017.
  3. Massimo Borriello, I poliziotti di 36 Quai des Orfèvres a Roma, in movieplayer.it, 18 gennaio 2005.

Collegamenti esterni


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На других языках


[de] 36 tödliche Rivalen

36 tödliche Rivalen[2] (Originaltitel: 36 Quai des Orfèvres, Alternativ: 36 – Tödliche Rivalen) ist ein französischer Kriminalfilm aus dem Jahr 2004. Das Drehbuch schrieb Regisseur Olivier Marchal, die Hauptrollen spielen Daniel Auteuil und Gérard Depardieu.

[en] 36 Quai des Orfèvres (film)

36 Quai des Orfèvres (also known as The 36) is a 2004 French film directed by Olivier Marchal and starring Daniel Auteuil and Gérard Depardieu. The title derives from the original address of the Judicial Police headquarters, part of the larger Palais de Justice of Paris on the Île de la Cité. The film takes place in Paris, where two cops (Auteuil and Depardieu) are competing for the vacant seat of chief of the Paris Criminal police while involved in a search for a gang of violent thieves. The film is directed by Olivier Marchal, a former police officer who spent 12 years in the French police. The story is loosely inspired from real events which occurred during the 1980s in France (see the gang des postiches arrest). The film was nominated for eight César Awards. The movie was remade in South Korea in 2019 as The Beast.[3]
- [it] 36 Quai des Orfèvres

[ru] Набережная Орфевр, 36

«Набережная Орфевр, 36» (фр. 36 Quai des Orfèvres) — французский детективный фильм, вышедший на экраны в 2004 году.



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