A tu per tu è un film italiano del 1984 diretto da Sergio Corbucci.
A tu per tu | |
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Titolo originale | A tu per tu |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1984 |
Durata | 110 min |
Genere | commedia |
Regia | Sergio Corbucci |
Soggetto | Luciano Vincenzoni e Sergio Donati |
Sceneggiatura | Luciano Vincenzoni e Sergio Donati |
Casa di produzione | Adige Films '76 |
Distribuzione in italiano | Distributori Audiovisivi Consorziati |
Fotografia | Danilo Desideri |
Montaggio | Ruggero Mastroianni |
Musiche | Carmelo e Michelangelo La Bionda |
Scenografia | Marco Dentici |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Emanuele Sansoni è un ricco faccendiere che passa le sue giornate su di un panfilo al largo di Rapallo, in compagnia di due avvenenti amiche. Improvvisamente braccato dalla Guardia di Finanza e da alcuni banditi per via di sue spregiudicate operazioni finanziarie, fugge rocambolescamente e sale a bordo del primo taxi che incontra, condotto dal goffo Gino Sciaccaluga, ordinandogli di portarlo immediatamente a Milano. Arrivati nell'abitazione meneghina di Sansoni, questi recupera scottanti documenti con cui ricattare l'establishment politico-affaristico italiano e, insieme al povero tassista presto divenuto suo succube, si dirige verso la Svizzera.
Alla dogana di Gaggiolo, Sansoni si rende conto di essere ancora inseguito dai finanzieri e decide quindi di travestirsi da donna, fingendosi la sua presunta sorella Enrichetta. In queste vesti, blandendo con sorrisi e ammiccamenti l'ingenuo Sciaccaluga, lo prega di condurlo dapprima a Lugano, e poi in Lussemburgo; il tassista, che vede nella fantomatica Enrichetta la possibilità di rifarsi una vita lontano dall'opprimente moglie, si trova così coinvolto nella trama che l'affarista va ordendo. Andati a vuoto i tentativi di ricatto, Sansoni cede con l'inganno tutti i suoi beni a Sciaccaluga, usandolo come prestanome nel tempo necessario a rifinanziare le sue imprese tramite fondi neri. Una volta risollevato il proprio impero, Sansoni prevede di convincere (nei panni della sorella) il tassista a rigirargli le sue società in cambio di pochi soldi: lo scopo di Sansoni è raggiungere Casablanca per poter utilizzare i suoi documenti, dato che in Europa non può a causa della crisi finanziaria.
Sciaccaluga cade nella trappola, ma a seguito di diverse disavventure, e dopo essersi reso conto che Enrichetta non esiste, decide di suicidarsi lanciandosi da un molo. Viene però salvato, concidenza, dalle amiche di Sansoni che lo riportano proprio dal faccendiere, il quale ha ora bisogno della firma dell'uomo per ritornare in possesso dei suoi beni: ma nel frattempo Sciaccaluga ha finalmente capito il gioco, non firma e mantiene così la proprietà dell'intero patrimonio di Sansoni. Sciaccaluga diventa quindi un affermato faccendiere, mentre l'ormai nullatenente Sansoni è costretto a riciclarsi come tassista per tirare avanti.
Le riprese del film si svolsero tra la primavera e l'estate del 1984.
Le scene ambientate a Rapallo in realtà vennero girate a Sanremo;[1] la maggior parte delle riprese avvenne a Roma e nel resto del Lazio oltreché nel Varesotto, spesso spacciandole per luoghi diversi dalla finzione scenica, mentre coincisero con la narrazione le sequenze girate a Mentone, in Francia, e a Lugano, in Svizzera.[1]
Le due ragazze che allietano la vita del faccendiere Sansoni sullo yacht sono Moana Pozzi, qui nella sua carriera collaterale di ordinaria caratterista, e la futura cantante Tracy Spencer, qui accreditata col suo vero nome, Tracy Louise Freeman. È questa l'ultima apparizione cinematografica di Franco Ressel, interprete del notaio, che morì un mese dopo l'uscita del film nelle sale, nel dicembre 1984.
Il taxi di Sciaccaluga è una Renault 11: nello stesso periodo Johnny Dorelli, tra i protagonisti del film, fu testimonial della casa automobilistica francese e proprio nel 1985 realizzò uno spot per tale modello.
L'uscita cinematografica avvenne il 3 novembre 1984.
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