Alla scoperta della vita (in russo: Познавая белый свет?, traslitterato: Poznavaâ belyj svet) è un film del 1979 diretto da Kira Muratova.
Alla scoperta della vita | |
---|---|
![]() | |
Titolo originale | Познавая белый свет Poznavaâ belyj svet |
Lingua originale | russo |
Paese di produzione | Unione Sovietica |
Anno | 1979 |
Durata | 75 min |
Rapporto | 1,33:1 |
Genere | drammatico, sentimentale |
Regia | Kira Muratova |
Sceneggiatura | Kira Muratova, Grigori Baklanov |
Casa di produzione | ЛЕНФИЛЬМ (Lenfilm) |
Fotografia | Jurij Klimenko |
Montaggio | Tamara Denisova |
Musiche | Valentyn Syl'vestrov |
Scenografia | Aleksej Rudjakov |
Interpreti e personaggi | |
|
La vicenda si svolge in Siberia. Michail, un camionista ucraino di Žytomyr, soccorre i passeggeri di un'automobile che si è impantanata nel fango. Due dei passeggeri, Ljuba e Nikolaj, chiedono a Michail un passaggio per poter raggiungere una località, fino a poco tempo prima disabitata, dove è stata avviata la costruzione di una grande industria di prefabbricati: vi si svolgerà un matrimonio collettivo fra i giovani lavoratori sovietici immigrati e Ljuba ha il compito di rivolgere ai novelli sposi un pubblico augurio di felicità. Michail, un giovane timido con i capelli lunghi e claudicante (ha perso un piede in un incidente), suscita la gelosia di Nikolaj, il compagno di Ljuba.
La località dove si svolgono i matrimoni è uno squallido cantiere, pieno di baracche per i lavoratori e di macchine per lavori di sterro. Alla fine della breve cerimonia da un megafono si sente l'annuncio «Compagne spose e compagni sposi, tornate ai vostri posti nelle macchine, le nozze sono finite!». Le giovani coppie, tuttavia, ignorano l'ordine e continuano ad abbracciarsi e baciarsi. Ljuba, commossa dalla felicità manifestata dalle nuove coppie, vorrebbe sposarsi anch'essa; ma Nikolaj, un individuo pragmatico, le risponde che per lui «l'amore è un sentimento passeggero», «la vita è una cosa che passa» e in fondo «nessuno ama mai nessuno». Diventa invece sempre più evidente l'affetto, nei confronti di Ljuba, che nasce nel taciturno e generoso Michail, il quale infine confida alla ragazza di volerla sposare.
Il film, come peraltro i precedenti della Muratova, ebbe gravi problemi con la censura sovietica: ebbe una scarsissima diffusione in patria[1] e non è stato mai diffuso nelle sale cinematografiche al di fuori dell'Unione Sovietica[2]. In Italia è stato trasmesso da Rai tre nel programma Fuori orario. Cose (mai) viste[3]. Il film è stato giudicato il migliore tra i film della Muratova dalla stessa regista[4] e da numerosi critici, come per es. Zara Abdullaeva[5].
![]() |