Bello mio, bellezza mia è un film del 1982 diretto da Sergio Corbucci. Si tratta del quarto ed ultimo film interpretato dalla coppia Giancarlo Giannini e Mariangela Melato.
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Bello mio, bellezza mia | |
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Lingua originale | Italiano |
Paese di produzione | Italia |
Anno | 1982 |
Durata | 120 min |
Genere | commedia |
Regia | Sergio Corbucci |
Soggetto | Giancarlo Giannini |
Sceneggiatura | Sergio Corbucci, Gianni Romoli, Giancarlo Giannini |
Produttore | Piero La Mantia |
Casa di produzione | P.L.M. Cinematografica |
Distribuzione in italiano | C.I.C. |
Fotografia | Giuseppe Rotunno |
Montaggio | Ruggero Mastroianni |
Musiche | Carmelo e Michelangelo La Bionda |
Scenografia | Marco Dentici |
Costumi | Maurizio Millenotti |
Interpreti e personaggi | |
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Gennarino Laganà è un poveraccio siciliano che si barcamena con umili lavori per mantenere la famiglia, mentre i suoi lo spingono a cercare fortuna al Nord. Gennarino non lascerebbe mai la sua amata isola, se non incappasse in una relazione amorosa con Donna Egeria, moglie del boss mafioso Don Mimì, motivo per cui sale su un treno merci per sfuggire ad una sicura vendetta. In sogno gli appare San Totino, che gli promette protezione in cambio di una vita regolata. Giunge così a Milano, dove conosce Armida, una donna di strada, che lo porta in casa sua, rendendolo suo protettore ed amante. Ma San Totino gli appare nuovamente, rimproverandogli la sua condizione di mantenuto: lui deve lavorare e Armida cambiare vita. Nel frattempo don Mimì rintraccia Gennarino, si vendica rimpinzandolo di un pessimo gelato, e poi lo assume al suo servizio: dovrà recapitare delle misteriose scatole rosse.
Intanto Gennarino ha conosciuto una fioraia sciancata, sorda e muta, con un viso d'angelo: Clarabella. Egli se ne innamora perdutamente e vuol farla curare e guarire. Armida nel frattempo è ritornata alla sua Sicilia per rifarsi una vita normale ed anche Gennarino, dopo aver recapitato vari pacchi vuoti o quasi, partirà con l'ultima scatola rossa da far recapitare allo Stadio Adriatico di Pescara, dove si terrà un'importante evento con la presenza di numerose personalità politiche; il pacco infatti contiene del potentissimo esplosivo, con cui don Mimì vuol sbarazzarsi dunque di tutta una serie di personalità a lui scomode. Mentre Gennarino attende inconsapevole l'ora fatale, sente il canto di una donna che conosce: è Armida, ormai divenuta un'onesta gelataia. Il loro incontro è interrotto dalla comparsa di don Mimì e Clarabella, che si rivela non essere affatto malferma, oltreché amante del malavitoso.
I due, vedendo Gennarino col pacco rosso in mano che a momenti deve scoppiare, fuggono in un'auto. Gennarino vi getta la fatale scatola e, in un'esplosione tremenda, tutto salta in aria. Anche Gennarino, ferito gravemente, si trova ormai alle porte del paradiso, ove incontra San Totino. Ma Armida prega perché Gennarino guarisca e viene esaudita. Incominciano così una vita felice assieme.
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