C'era un cinese in coma è un film del 2000, diretto ed interpretato da Carlo Verdone.
C'era un cinese in coma | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 2000 |
Durata | 105 min |
Genere | commedia, drammatico |
Regia | Carlo Verdone |
Soggetto | Carlo Verdone, Giovanni Veronesi, Pasquale Plastino |
Sceneggiatura | Carlo Verdone, Giovanni Veronesi, Pasquale Plastino |
Produttore | Vittorio Cecchi Gori |
Casa di produzione | Cecchi Gori Group |
Fotografia | Danilo Desideri |
Montaggio | Antonio Siciliano |
Effetti speciali | Renato Agostini |
Musiche | Fabio Liberatori |
Scenografia | Franco Velchi |
Interpreti e personaggi | |
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Ercole Preziosi è uno showman e impresario di basso profilo, dedito perlopiù all'organizzazione di sfilate di moda ed eventi di bassa caratura e titolare di un'agenzia ormai in fase discendente, tra artisti superati ed improponibili. Anche in famiglia la situazione non è certamente più rosea: Ercole è un padre e marito assente, bistrattato da sua figlia Maruska e dalla moglie russa Eva che tendono a trattarlo di fatto come un estraneo, tanto che, ad esempio, nelle poche occasioni in cui sono tutti e tre riuniti a tavola, le due donne lo ignorano parlando in russo.
Ercole ripone le sue speranze di riscatto nel mondo dello spettacolo verso il comico napoletano Rudy Sciacca, ma sfortuna vuole che, la sera stessa in cui avrebbe dovuto tenere uno spettacolo, l'artista abbia un terribile incidente stradale ed Ercole si vede così costretto a mandare in scena all'ultimo momento il suo mite autista, Nicola Renda, il quale lo aveva divertito precedentemente con la barzelletta del cinese in coma e, inoltre, gli chiedeva continuamente chances per esibirsi.
Nicola, inizialmente titubante, accetta e finisce per stupire il pubblico con la sua comicità talmente volgare da essere scambiata per anticonformista, riscuotendo un inaspettato successo. Lanciato in pianta stabile da Ercole ed assunto il nome d'arte di Niki, il nuovo comico diviene popolarissimo nei suoi tour itineranti nelle piazze e nei programmi televisivi d'Italia ma presto il successo gli dà alla testa: lascia la sua ragazza Sonia, che avrebbe dovuto sposare di lì a poco, si concede avventure sentimentali con numerose fan, comincia a drogarsi e mette pian piano sempre più in ombra Ercole, il quale di fatto si ritrova costretto a fargli da autista e attendente, senza più condividere con lui popolarità e successo femminile.
Nel corso delle varie serate, Ercole tenta più volte di convincere Niki a raccontare la barzelletta del cinese, ma l'altro declina puntualmente. Al contrario, durante uno spettacolo, con la scusa di far narrare la barzelletta dallo stesso Ercole, Niki lo chiama sul palco ma la richiesta si rivela subito essere solo un pretesto per metterlo alla berlina di fronte alla platea e, come se non bastasse, Ercole di conseguenza viene totalmente abbandonato da tutti gli artisti e da tutti i suoi colleghi di lavoro sotto contratto con la sua agenzia a causa della sua grave negligenza nei loro confronti scaturita dal successo di Niki rimanendo quindi da solo in ufficio. Tempo dopo, Niki ed Ercole vengono invitati in una casa di un noto produttore, ma improvvisamente, poco prima di giungere all'appuntamento, Niki dice di voler andare da solo, in quanto da tempo cova segretamente l'intenzione di troncare definitivamente il rapporto. Tale iniziativa viene supportata dagli avvocati del produttore stesso, in nome di un salto di qualità, ed a Niki viene addirittura offerta la libertà di stabilire lui stesso la cifra per l'ingaggio. Una volta ricongiuntosi con Ercole, che nel frattempo si era recato presso un vicino chiosco per rifocillarsi (oltre a partecipare a un'improbabile gara di go-kart), gli dice di essersi accordato per una cifra di due miliardi di lire da dividere fra loro due.
Niki è ormai diventato sempre più egocentrico e schiavo di droghe ed alcol e in pieno delirio di onnipotenza: ritenendosi ormai emancipato dalle faticose serate in teatro perché si vede già lanciato nel mondo della televisione, una sera, dopo essersi esibito in preda all'ubriachezza, finisce per bistrattare il pubblico venuto a vederlo al teatro Cantero di Chiavari. Come se non bastasse, una volta recatosi nel camerino dell'assistito, mentre ascolta in silenzio gli arroganti ordini del suo ex-autista, Ercole scopre che quest'ultimo nasconde una bustina di cocaina nel portafoglio e, soprattutto, che in realtà ha ricevuto dal produttore un assegno di settecento milioni solo per sé. Sentendosi tradito, Ercole abbandona il suo (ormai ex) pupillo e torna a Roma. Una volta tornato a casa, ormai sconsolato, scopre di esser stato abbandonato anche dalla sua famiglia a causa delle sue continue e prolungate assenze da casa; si reca poco dopo dalla moglie, ospite di un'amica, riuscendo a riappacificarsi con lei ma apprendendo anche che la figlia Maruska ha iniziato a frequentare Niki.
Tempo dopo, poco prima dell'alba, Ercole, appostato sotto casa di Niki, assiste ad una accesa lite tra lui e Maruska: l'uomo costringe la ragazza a prendere un taxi, invece di accompagnarla egli stesso a casa e Maruska lo lascia insultandolo. Non appena la figlia si allontana, Ercole, non sopportando l’umiliazione subita dalla figlia, giunge al colmo della sua rabbia: si scaglia contro il comico e comincia a picchiarlo mentre gli rivela tutta la sua delusione per come si è sentito tradito e usato. A culminare la sua vendetta, incendia anche la costosissima Porsche che Niki aveva ricevuto in regalo dal suo nuovo produttore, incurante delle tardive suppliche del giovane che Ercole, infine, abbandona definitivamente
Rincasando, Ercole si gira verso la telecamera e, infrangendo la quarta parete, racconta finalmente la barzelletta del cinese in coma, che conclude malinconicamente la pellicola.
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