Carosello napoletano è un film del 1954 diretto da Ettore Giannini. Nel cast figurano molti attori, tra i quali Sophia Loren e Paolo Stoppa.
Carosello napoletano | |
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Paese di produzione | Italia |
Anno | 1954 |
Durata | 124 min |
Rapporto | 1,37:1 |
Genere | commedia, musicale |
Regia | Ettore Giannini |
Soggetto | Ettore Giannini |
Sceneggiatura | Ettore Giannini, Giuseppe Marotta, Remigio Del Grosso |
Produttore | Carlo Ponti |
Casa di produzione | Lux Film |
Distribuzione in italiano | Lux Film |
Fotografia | Piero Portalupi |
Montaggio | Niccolò Lazzari |
Musiche | Raffaele Gervasio |
Scenografia | Mario Chiari |
Costumi | Maria de Matteis |
Trucco | Otello Fava |
Interpreti e personaggi | |
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Il film è stato selezionato tra i 100 film italiani da salvare[1].
Ha vinto il Prix International al Festival di Cannes 1954.[2]
Versione cinematografica dell'opera teatrale Carosello napoletano, che fu presentata per la prima volta a Firenze il 14 aprile 1950 al teatro La Pergola, successivamente al Teatro Quirino di Roma, e portata anche all'estero con notevole successo. Nel film alcune canzoni furono affidate alla voce di Carlo Tagliabue e Beniamino Gigli, mentre molte altre furono interpretate da Giacomo Rondinella, che fu tra gli attori.
Nel 1992 la versione restaurata del film è stata presentata al Festival di Cannes. Il progetto del restauro è stato diretto da Emanuele Valerio Marino, già direttore dell'archivio cinematografico di Cinecittà.
Salvatore Esposito, un cantastorie vagabondo, se ne va in giro per Napoli con la sua numerosa famiglia tirando un pianino e illustrando immagini in una sorta di rievocazione in chiave musicale della cultura e della storia della città attraverso i secoli:
Iniziando dalla storia di Michelemmà, in cui si rivivono l'incursione e le violenze dei pirati saraceni in un villaggio di pescatori nel 1660;
Le invasioni straniere, da quella francese alla spagnola, dall'inglese alla statunitense;
Le cosiddette "99 disgrazie di Pulcinella": il teatro d'arte con la rivalità tra le più famose maschere del nord Italia e quella napoletana, impersonata dal celebre Antonio Petito;
La zuffa tra due ragazze per la contesa di un bel merciaiolo nel rione di Santa Lucia e il contemporaneo inizio del turismo di massa nel 1900 con un benestante svedese che diviene albergatore in città;
Il commercio pubblicitario, nell'atelier fotografico di un apprezzato fotografo, delle cartoline illustrate di Napoli con la diva del momento e al contempo la storia di tre musicisti che si vedono costretti a partire per la Grande Guerra e la grande popolarità dei café chantant;
Il dopoguerra dei guappi, in cui tre signorotti si contendono la stessa donna;
Infine si passa alla sera di Natale del 1945 che si chiude con una fastosa tarantella di piazza.
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Al film parteciparono numerosi celebri ballerini appartenenti a prestigiose accademie di danza:
Il film è stato realizzato negli stabilimenti di Cinecittà.
Il film venne presentato in aprile al Festival di Cannes 1954. Uscì nei cinema italiani il 14 ottobre.
Il 25 ottobre successivo fu tra i sette film partecipanti al Festival del film italiano al Cinema Tivoli di Londra; alla manifestazione presenziarono la regina Elisabetta, Filippo di Edimburgo e la principessa Margaret; inoltre parteciparono gli attori Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Marisa Belli, Gianna Maria Canale, Irene Genna, Lydia Alfonsi, Nadia Gray, Eleonora Rossi Drago, Giulietta Masina e Federico Fellini, Paolo Stoppa, Vittorio De Sica, Giacomo Rondinella ed Ettore Giannini, l'ambasciatore Manlio Brosio, il ministro Giovanni Ponti, Nicola De Pirro e Goffredo Lombardo.[3][4]
«[...] Giannini ha considerato la sua edizione teatrale del Carosello come un materiale di avvio, da lui rielaborato con una rara ampiezza di mezzi [...] È la prima volta che il nostro cinema affronta con grande impegno la rivista-féerie; i risultati si vedono. È lo spettacolo per lo spettacolo, prodigato senza posa e senza risparmio, sorvegliato da un gusto quasi sempre accettabile, in un film rutilante di ritmi, di suoni e di colori. Queste visioni vogliono darci il volto di Napoli attraverso i tempi, dal XII secolo all'ultima guerra. Canzoni sceneggiate, musiche mimate, scorci e trapassi, episodi e battute: un po' caleidoscopio un po' pot-pourri, schizzi e profili, rivista e farandola. È una Italia un po' convenzionale, ad uso degli stranieri; ed è una Napoli ancora più tradizionale, e più che mai ad uso degli stranieri: spesso si rasenta il luogo comune; ma tutto ciò è riscattato dalla ricchezza dello spettacolo, dall'efficacia di qualche trovata; e comunque il colore e il sapore della vera Napoli sono talmente inesauribili che vibrano quasi in ogni piega del film, per riflesso o evocazione. Lo spettacolo dura più di due ore, una buona ventina di minuti in meno gli gioverebbe, semplificando raccordi, chiarendo cadenze, eliminando insistenze; ma la riuscita fa comunque onore al suo esordiente regista [...]» |
(Mario Gromo[5]) |
«Uno dei primi e più validi esempi di "Film rivista" italiano può essere considerato questo film di Giannini, tratto dall'omonima opera teatrale dello stesso Giannini. Il panorama che esso offre della multiforme società napoletana, dei tipi, dei caratteri, degli usi e dei costumi, è vario e colorito e nell'ambito di uno spettacolo coreografico e rivistaiolo, abbastanza approfondito. Ci sono numeri e scenette, episodi e balletti di classe (interpretati dal celebre ballerino e coreografo Léonide Massine), una recitazione sciolta e brillante, anche se sullo schermo molto del ritmo e del fascino della rivista va perduto; perché vi manca quel calore e quella comunicazione umana che solo il palcoscenico, in questo genere di spettacolo, può dare.» |
(Gianni Rondolino[6]) |
Incassi accertati nelle sale sino al 31 marzo 1965: £ 735.908.518
La realizzazione dei manifesti del film per l'Italia fu affidata al pittore cartellonista Carlantonio Longi.
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