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Cellini - Una vita scellerata è un film italiano diretto da Giacomo Battiato uscito nel maggio 1990.

Cellini - Una vita scellerata
Titolo originaleUna vita scellerata
Lingua originaleitaliano
Paese di produzioneItalia
Anno1990
Durata110 min
Generebiografico, drammatico
RegiaGiacomo Battiato
SoggettoBenvenuto Cellini
SceneggiaturaVittorio Bonicelli
ProduttoreRaffaello Monteverde
Casa di produzioneBeta Taurus, Cinémax, Leader Cinematografica, Rai 2
FotografiaDante Spinotti
MontaggioClaudio Di Mauro
MusicheFranco Battiato
ScenografiaGianni Quaranta
CostumiNanà Cecchi
Interpreti e personaggi
  • Wadeck Stanczak: Benvenuto Cellini
  • Max von Sydow: papa Clemente VII
  • Ennio Fantastichini: Cosimo de' Medici
  • Pamela Villoresi: Fiore
  • Ben Kingsley: governatore
  • Amanda Sandrelli: Pantasilea
  • Maurizio Donadoni: Rosso Fiorentino
  • Tony Vogel: Baccio
  • Sara Bertelà: Caterina de' Medici
  • Lorenza Guerrieri: Faustina
  • Sophie Ward: Sulpizia
  • Armando Bandini: tesoriere
  • Bernard-Pierre Donnadieu: Francesco I di Francia
  • Gianni Garofalo: Giulio Romano
  • Florence Pernel: Catherine
  • Dario Penne: capo operaio
Doppiatori originali
  • Luca Biagini: Benvenuto Cellini
  • Sergio Fiorentini: papa Clemente VII
  • Eros Pagni: governatore
  • Gabriella Borri: Sulpizia
  • Gianni Musy: Francesco I di Francia

Trama


Benvenuto Cellini presenta al duca di Firenze Cosimo I il progetto per una statua di Perseo, che viene criticato dal suo collega e rivale Baccio Bandinelli.

L'episodio fornisce alla scultore lo spunto per rievocare l'inizio della sua fortuna, di quando, facendosi assumere come musico in un'orchestrina, trovò il modo di introdursi alla presenza di papa Clemente VII, che lo incaricò di un'opera di oreficeria. Grazie alle sue commissioni fu in grado di aprire bottega e fu poi nominato incisore della zecca pontificia.

Mentre minaccia Baccio con un pugnale, ricorda il crimine per il quale, molti anni prima, era dovuto fuggire da Firenze: il tentato omicidio di un altro orafo. Il duca non è favorevole alla fusione della statua, che reputa impossibile, ma lo scultore trasforma l'impresa in una sfida con i suoi detrattori. Il Cellini fa allora un confronto col diverso atteggiamento avuto da Clemente VII, a cui aveva confidato un presagio durante una pestilenza: in sogno, aveva estratto un serpente dalla sua bocca.

Alla sua amante racconta delle donne degli altri artisti che erano con lui a Roma in gioventù, e della sua concezione della bellezza come una costruzione artificiale. Durante il sacco di Roma trasse in salvo il papa in Castel Sant'Angelo, e fu incaricato di fondere l'oro e togliere le gemme dalla sua croce pettorale e da altri pezzi del tesoro di San Pietro per contribuire al pagamento del riscatto, per far sì che i lanzichenecchi si ritirassero.

Il successore di Clemente VII, Paolo III Farnese, affidò molte commissioni a Benvenuto, ma nella curia montarono le voci contrarie a lui, che lo accusavano di essersi appropriato di parte del metallo prezioso, e per questo finì coll'essere incarcerato. In prigione ebbe molti colloqui col governatore del carcere, un ometto bizzarro appassionato di uccelli, che gli chiese di aiutarlo a imparare a volare, ma durante uno di tali esperimenti perse la vita. Il Cellini cercò di evadere ma si ruppe una gamba, fu ripreso e imprigionato in una cella sotterranea. Quando si era ormai abbandonato alla disperazione, fu liberato per intercessione del re di Francia Francesco I, che lo assunse e lo portò nel suo paese, assegnandogli anche un castello già promesso a un nobile francese, che il Cellini affrontò e batté in una lotta corpo a corpo. In Francia ritrovò anche il Rosso Fiorentino.

Benvenuto propose al re delle opere di grandi dimensioni e impegno, ma questi invece gli commissionò una saliera d'oro, per la quale usò come modella una popolana che l'aveva sedotto. La saliera fu molto apprezzata dal sovrano, che sentiva ormai avvicinarsi il momento della sua dipartita da questo mondo.

Si giunge infine al momento della fusione del Perseo, durante la quale il Cellini ha un malore per il troppo lavoro. Riesce comunque a compiere l'opera con successo.


Produzione


Il soggetto è ispirato all'autobiografia di Benvenuto Cellini Vita di Benvenuto di Maestro Giovanni Cellini fiorentino, scritta, per lui medesimo, in Firenze (pubblicata nel 1728).

Le riprese avvennero a Caprarola, Anagni, Firenze (di cui sono ben riconoscibili gli ambienti interni di Palazzo Vecchio) e a Roma per le scene in Castel Sant'Angelo e per gli interni costruiti nei teatri di posa degli Stabilimenti Cinematografici Pontini.[1]


Distribuzione


Dopo l'uscita avvenuta nel maggio 1990[2], il film è stato trasmesso in Italia su Rai due in una versione estesa, in 3 puntate (rispettivamente di 92, 75 e 87 minuti), nella stagione 1990-1991.[3]


Accoglienza


Lo sceneggiato ha avuto un'audience media di 2.177.000 telespettatori.[3]


Riconoscimenti



Note


  1. Come da titoli di coda.
  2. Giovanni Grazzini, Cinema '90, Biblioteca Universale Laterza, 1991, pp. 97-99, ISBN 8842037575.
  3. Una vita scellerata, su Cinedatabase, Rivista del cinematografo. URL consultato il 23 settembre 2019.
  4. Albo d'oro, su Efebo D'Oro. URL consultato il 23 settembre 2019.

Collegamenti esterni


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На других языках


[en] A Violent Life

A Violent Life (Italian: Una vita scellerata, also known as Cellini: A Violent Life) is a 1990 Italian biographical drama film directed by Giacomo Battiato. It depicts real life events of goldsmith and sculptor Benvenuto Cellini.[1][2]
- [it] Cellini - Una vita scellerata



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